edjt
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mercoledì 16 novembre 2005
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recensione
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Si comincia con le difficoltà di un autista "particolare" ad integrarsi e ad avere rapporti con le donne, accompagnato dall'amico Lillo con i suoi problemi di diabete; si chiude in modo favolesco con la risoluzione presunta di entrambe le situazioni.
Johnny Stecchino è una favola ambientata ai giorni nostri in cui Benigni fa dell'ingenuità e dello sdoppiamento il suo strumento per aprirci i cuori e farci ridere.
Il tema principale è l'obiettivo mafioso di utilizzare un sosia per sfuggire alle beghe che procura il pentimento, ma la storia si articola sui continui richiami alle caratteristiche di Dante (l'ingenuo sosia) da cui scaturiscono una serie di situazioni estremamente divertenti come la serata a teatro o il continuo consumo di cocaina a mo' di antidoto al diabete.
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Si comincia con le difficoltà di un autista "particolare" ad integrarsi e ad avere rapporti con le donne, accompagnato dall'amico Lillo con i suoi problemi di diabete; si chiude in modo favolesco con la risoluzione presunta di entrambe le situazioni.
Johnny Stecchino è una favola ambientata ai giorni nostri in cui Benigni fa dell'ingenuità e dello sdoppiamento il suo strumento per aprirci i cuori e farci ridere.
Il tema principale è l'obiettivo mafioso di utilizzare un sosia per sfuggire alle beghe che procura il pentimento, ma la storia si articola sui continui richiami alle caratteristiche di Dante (l'ingenuo sosia) da cui scaturiscono una serie di situazioni estremamente divertenti come la serata a teatro o il continuo consumo di cocaina a mo' di antidoto al diabete. La scelta dei personaggi risulta piuttosto felice (almeno nei 4/5 principali) con l'ottimo zio-complice a far la parte del servo tonto come qualcuno che in passato abbia usufruito dei servigi del Johnny Stecchino in auge e se ne ritrovi schiavo per sempre, fino a venire ucciso ad obiettivo raggiunto. C'è poi l'amico Lillo che è l'unica persona con la quale il protagonista si trova veramente a suo agio tanto da andargli in casa ed accompagnarlo alla stazione e vero fulcro della storia in quanto le banane, i dolci e i pensieri di Dante ci vengono introdotti in sua presenza. La Maria interpretata da Nicoletta Braschi è ben descritta alla cena a casa del ministro, quando la moglie del questore facendo una confidenza al presunto Johnny Stecchino, ma parlando a tutti gli spettatori, la racconta come una donna dal ruolo invidiatissimo in quanto irraggiungibile, proprio come la considera il marito regista.
Un film che scorre allegramente e dove alla fine ogni nodo in una maniera o nell'altra arriva al pettine lasciando alla fine il tempo che ha trovato all'inizio; questo offre spazio anche all'eventuale interpretazione che quanto accada tra l'introduzione e la risoluzione sia soltanto un sogno del protagonista in cui può sprigionarsi (nel ruolo di Johnny) il lato del carattere che viene a mancargli nella vita di tutti i giorni. L'apparizione improvvisa alla festa dell'assicuratore Randazzo o il coro finale degli animali nel negozio di parrucchiere sembrerebbero rinforzare questa ipotesi.
Il giudizio personale è molto positivo, soprattutto a posteriori pensando che ci troviamo davanti ad uno degli ultimi Benigni spensierati e scanzonati.
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[+] molto sollevato
(di joe)
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mauro
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giovedì 9 agosto 2007
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la italia che conta
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Che dire..
L'Amore,la mafia,la chiesa,lo Stato
in un film italiano bello come il
"Il postino" con Massimo Troisi,
e che racconta qualcosa del nostro paese giostrando sulla danza di equivoci basati su alcuni stereotipi classici italiani.
Come nel medioevo dove il giullare era l'unica persona che poteva prendere in giro il re senza essere ucciso,
il Sr.Benigni si diverte a dire pubblicamente quello che tutti sanno che avviene non pubblicamente.
Un capolavoro.
Grazie ancora a lei Sig.Benigni
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vero2
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giovedì 9 giugno 2011
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come fa a non piacere?
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Grandissimo ancora Roberto Benigni con la sua "bella" mogliettina Nicoletta Braschi!
Questo film è proprio grandioso! Forza Roberto!-
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onufrio
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giovedì 26 novembre 2015
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"mia matre... mia matre..."
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Famosa commedia diretta ed interpretata da un Roberto Benigni in splendida forma, capace di inpersonare due uomini dal carattere totalmente opposto: il Boss e l'ingenuo; dando così vita ad una divertente commedia degli equivoci con scene comiche divertenti, condite da simpatiche parodie mafiose. Il film è ormai diventato un cult della cinematografia italiana, pur presentando qualche pecca dal punto di vista della sceneggiatura, la commedia riesce comunque ad intrattenere lo spettatore, e se dopo più di 20 anni si parla e si vede ancora questo film nelle varie reti televisive, un motivo di certo ci sarà.
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great steven
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domenica 29 settembre 2013
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benigni si sdoppia per ridicolizzare e parodizzare
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JOHNNY STECCHINO (IT, 1991) di ROBERTO BENIGNI con ROBERTO BENIGNI – NICOLETTA BRASCHI – PAOLO BONACELLI – FRANCO VOLPI – IVANO MARESCOTTI – LOREDANA ROMITO – TURI SCALIA § Dante lavora come autista di uno scuolabus per disabili. Fondamentalmente è una brava persona, con due soli difettucci: ruba ogni tanto le banane e froda il suo esattore fingendosi handicappato alla mano destra. Quello che non sa è di avere un sosia ben più pericoloso: Johnny Stecchino, boss mafioso che ora è rinchiuso in casa per paura di essere ucciso dagli inferociti oppositori. Dante conosce sua moglie, Maria, e illudendosi che lei lo ami la segue a Palermo, dove tutti lo credono Stecchino e cercano di farlo fuori.
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JOHNNY STECCHINO (IT, 1991) di ROBERTO BENIGNI con ROBERTO BENIGNI – NICOLETTA BRASCHI – PAOLO BONACELLI – FRANCO VOLPI – IVANO MARESCOTTI – LOREDANA ROMITO – TURI SCALIA § Dante lavora come autista di uno scuolabus per disabili. Fondamentalmente è una brava persona, con due soli difettucci: ruba ogni tanto le banane e froda il suo esattore fingendosi handicappato alla mano destra. Quello che non sa è di avere un sosia ben più pericoloso: Johnny Stecchino, boss mafioso che ora è rinchiuso in casa per paura di essere ucciso dagli inferociti oppositori. Dante conosce sua moglie, Maria, e illudendosi che lei lo ami la segue a Palermo, dove tutti lo credono Stecchino e cercano di farlo fuori. E lui pensa che tutto succeda per il furto di una banana! Nel suo primo e ultimo film dove dà il volto contemporaneamente a due personaggi, Benigni fa ricorso all’ingenuità e al buon cuore di un ometto innocente contrapponendolo alla meschinità e vigliaccheria di un ex criminale in fuga da una sorte già designata. Da notare che nel film non v'è nessuna analisi dei fenomeni malavitosi siciliani alla radice o nella loro evoluzione, eppure riesce a sorprendere per la verosimiglianza del contesto (vedi il dialogo fra Benigni e Bonacelli dove quest'ultimo enuncia le tre pestilenze che infettano la Sicilia: l'Etna, la siccità, il traffico). 42 miliardi di lire d’incasso nella stagione 1991-92.
Commedia; giudizio personale: 8 (buono)
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iltrequartista
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sabato 13 maggio 2017
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l'autista e il pentito
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Benigni si sdoppia ed in un attimo passa da un ingenuo autista di pullman a uno spietato mafioso che tutti vogliono ammazzare perché collaboratore di giustizia(leggesi pentito).
La pellicola è anni novanta eppure è rimasta nella memoria collettiva.
Piuttosto che la sceneggiatura,decente ma non sempre eccellente ,ci si affida a momenti indimenticabili.
"Non mi somiglia per Niente " rimane una frase celebre ,al pari della cocaina che diventa un medicinale ed al furto di una banana che causerà a Dante non poche elucubrazioni mentali.
Ovviamente, ad accompagnare Benigni, c'è la Braschi,compagna di vita e di film,per la solita e mai noiosa storia d'amore.
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Benigni si sdoppia ed in un attimo passa da un ingenuo autista di pullman a uno spietato mafioso che tutti vogliono ammazzare perché collaboratore di giustizia(leggesi pentito).
La pellicola è anni novanta eppure è rimasta nella memoria collettiva.
Piuttosto che la sceneggiatura,decente ma non sempre eccellente ,ci si affida a momenti indimenticabili.
"Non mi somiglia per Niente " rimane una frase celebre ,al pari della cocaina che diventa un medicinale ed al furto di una banana che causerà a Dante non poche elucubrazioni mentali.
Ovviamente, ad accompagnare Benigni, c'è la Braschi,compagna di vita e di film,per la solita e mai noiosa storia d'amore.
Nonostante toni da commedia leggera,il nostro "Roberto Nazionale" punge con efficace ironia politici corrotti ed ambienti malavitosi.
Credo che sia,con merito,una delle pellicole più ricordate ed apprezzate di Benigni.
Un mito assoluto Lillo.
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joker 91
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lunedì 14 febbraio 2011
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una buona commedia
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un buon prodotto che spara tutto sul divertimento ad equivoci ed riesce anche a fare riflettere nelle dovute proporzioni.
Benigni bravissimo nel doppio ruolo anche se in quello del siciliano riscia di cadere in qualche ripetizione di troppo. un bel film da vedere senza aspettarso granchè se non un mare di risate ma benigni ha fatto di meglio
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