Vivere nel terrore

Andrew Fleming è stato un talento sprecato. Il suo debutto nel 1988 con "Bad Dreams" faceva intravedere nel giovane regista americano (all'epoca 25enne) un ottimo mestierante in grado di seguire le orme di Wes Craven. Purtroppo la sua carriera ha preso altre strade (da Giovani Streghe a Matrimonio Impossibile) che lo hanno completamente tolto dal magma del cinema di genere aggressivo e rutilante. Vivere nel Terrore è un buonissimo esempio di film a carattere ospedaliero che riesce a mischiare alcune suggestioni di Nightmare 3, Halloween 2, La Setta del nostro Michele Soavi e molto probabilmente sarà stato osservato anche da John Carpenter per il suo The Ward. Alla base della storia c'è la vicenda di Cynthia (Jennifer Rubin), una giovane che esce dal coma dopo 13 anni, in seguito ai traumi riportati dal mega incendio provocato dal santone-suicida Franklin Harris. Dal momento del risveglio in poi, nel nosocomio accadranno fatti che porteranno Cynthia nuovamente sull'orlo della pazzia. Vivere nel Terrore è il classico film che manca oggigiorno al mondo dell'horror visto che non ha pretese autoriali ma allo stesso tempo non cade nel naif, ha un'ambientazione urbana e una fotografia vivace ma allo stesso tempo non è televisivo. Inoltre gli attori sono tutti in perfetta forma: dalla bellissima Jennifer Rubin (già vista in Nightmare 3 e in seguito in La ragazza della porta accanto) al grande Bruce Abbott passando per Richard Lynch e Harris Yulin. Quanto ci manca questo cinema!