sickboy
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venerdì 11 novembre 2005
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dietro le quinte del terrore
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Si apre il sipario : una lugubre scenografia, una giovane soprano intenta nel Macbeth, qualcuno che osserva in penombra. Vediamo le traiettorie del suo sguardo, poi il coltello, sentiamo il suo ansimare.
Benvenuti al teatro dell'orrore, fra le sue quinte maledette, fra gracchiare di corvi, omicidi, torture, perversioni e grida di terrore. Benvenuti all'Opera di Argento, ennesimo incubo che stavolta irrompe appieno in teatro : elemento, quest'ultimo, caro al regista e che ricorre in molte sue pellicole e dove tornerà successivamente per il Suo "Fantasma dell'Opera".
Thriller disperato, soffocante, forse dovuto al fatto che in parte è autobiografico : Argento, infatti, era stato realmente contattato per realizzare la regia del Macbeth ma venne poi tagliato fuori per le sue intenzioni di dare una versione "alternativa" dell'opera, proprio come succede al regista del film.
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Si apre il sipario : una lugubre scenografia, una giovane soprano intenta nel Macbeth, qualcuno che osserva in penombra. Vediamo le traiettorie del suo sguardo, poi il coltello, sentiamo il suo ansimare.
Benvenuti al teatro dell'orrore, fra le sue quinte maledette, fra gracchiare di corvi, omicidi, torture, perversioni e grida di terrore. Benvenuti all'Opera di Argento, ennesimo incubo che stavolta irrompe appieno in teatro : elemento, quest'ultimo, caro al regista e che ricorre in molte sue pellicole e dove tornerà successivamente per il Suo "Fantasma dell'Opera".
Thriller disperato, soffocante, forse dovuto al fatto che in parte è autobiografico : Argento, infatti, era stato realmente contattato per realizzare la regia del Macbeth ma venne poi tagliato fuori per le sue intenzioni di dare una versione "alternativa" dell'opera, proprio come succede al regista del film. E questa sua rabbia un pò si vede in tutta la pellicola : la protagonista che viene legata e costretta ad assistere agli scempi del maniaco di turno mediante degli aghi applicati sotto le palpebre, pare tanto un messaggio agli impresari che lo hanno scartato, come se li volesse costringere ad assistere alla sua "opera"!.
Per il resto la "mano" c'è sempre : ammazzamenti atroci, sfoggi di tecnica ( mitica la scena dei corvi che planano in soggettiva sugli spettatori), doppio finale, traumi del passato e colonna sonora sempre adeguata. Tutto quell'insieme, insomma, che eleva le pellicole di Argento rispetto ai thriller dozzinali in circolazione, tanto che il regista è rimasto negli ultimi anni, dopo anche la scomparsa di Fulci, l'unico regista italiano a cimentarsi nel genere (inutile citare il tentativo maldestro di Puglielli e il suo "occhi di cristallo" che a me non è piaciuto ).
Comunque, ci sarebbe altro da dire ma lo spazio è limitato : in definitiva vale quello che ho scritto anche per Tenebre, cioè che Argento è sempre Argento anche se Opera non la annovero fra le sue performances migliori.
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francesco manca
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giovedì 2 agosto 2007
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"l'ultimo splendente argento"
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Il Maestro Dario Argento sfrutta a pieno la sua passione per il teatro e per i grandi autori classici del 700, dirigendo un thriller stremante, misterioso, malato, ossessivo, con una sceneggiatura solida e ben calibrata che fa da sfondo a un'ottima storia di sangue, violenza e tortura.
Il regista romano adopera la macchina da presa dando quasi l'impressione allo spettatore di giocare al "gatto e al topo", con il continuo e quasi estenuante uso della steady-cam e di moltissime inquadrature in movimento che a me hanno fatto perfino venire il mal di testa; quasi in ogni fotogrammi vengono raffigurate le mani dell'assassino ricoperte da guanti neri che impugnano un coltellaccio che penetra nell'eviscere della sua vittima.
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Il Maestro Dario Argento sfrutta a pieno la sua passione per il teatro e per i grandi autori classici del 700, dirigendo un thriller stremante, misterioso, malato, ossessivo, con una sceneggiatura solida e ben calibrata che fa da sfondo a un'ottima storia di sangue, violenza e tortura.
Il regista romano adopera la macchina da presa dando quasi l'impressione allo spettatore di giocare al "gatto e al topo", con il continuo e quasi estenuante uso della steady-cam e di moltissime inquadrature in movimento che a me hanno fatto perfino venire il mal di testa; quasi in ogni fotogrammi vengono raffigurate le mani dell'assassino ricoperte da guanti neri che impugnano un coltellaccio che penetra nell'eviscere della sua vittima.
Simbolo portante del film sono i corvi, che oltre a fare da sfondo ad una scenografia macabra e febbrile, svelano l'identità dell'omicida vendicandosi su di esso strappandogli un occhio. Pochissimi stacchi di montaggio e una fotografia non proprio lucida, non sminuiscono affatto la qualità di quest'ultima decente prova del leggendario Re del Brivido che sfoga tutta la sua rabbia prima di cadere in quello che gli artisti chiamano "blocco creativo".
Gustatevi fino in fondo questo oscuro prodotto partorito da una mente allora malsana, ma che oggi, "disgraziatamente" è guarita...
Buon Massacro !
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connor hawk
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mercoledì 25 dicembre 2013
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sceneggiatura debole e scontata
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Opera è il film che inaugura la parabola discendente di Dario Argento, genio indiscusso del thriller e dell'horror all'italiana che, dopo una fortunata parentesi sovrannaturale (Suspiria, Inferno, Phenomena), intervallata da quello che potremmo benissimo definire il miglior thriller italiano anni 80' (Tenebre), torna alle origini con un film che, come nella primordiale trilogia degli animali, verte nuovamente verso il giallo. Partendo da un idea di base piuttosto originale e convincente, il film perde man mano di credibilità con lo scorrere della sceneggiatura che prosegue tra colpi di scena banali e soluzioni narrative completamente illogiche , che stonano con l'atmosfera del film.
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Opera è il film che inaugura la parabola discendente di Dario Argento, genio indiscusso del thriller e dell'horror all'italiana che, dopo una fortunata parentesi sovrannaturale (Suspiria, Inferno, Phenomena), intervallata da quello che potremmo benissimo definire il miglior thriller italiano anni 80' (Tenebre), torna alle origini con un film che, come nella primordiale trilogia degli animali, verte nuovamente verso il giallo. Partendo da un idea di base piuttosto originale e convincente, il film perde man mano di credibilità con lo scorrere della sceneggiatura che prosegue tra colpi di scena banali e soluzioni narrative completamente illogiche , che stonano con l'atmosfera del film. La pessima recitazone dell'intero cast ,poi, è addirittura snervante in alcuni momenti e lo strampalato sviluppo degli aventi non aiuta di certo. L'intera vicenda si basa su di un presupposto abbastanza ridicolo: la protagonista viene di continuo rapita, legata, imbavagliata e costretta ad assistere ad efferati omicidi, fin qui nulla di strano, a parte il fatto che questi abusi non sembrino importare a nessuno, neanche alla protagonista, che preferisce discutere delle attività sessuali delle cantanti liriche, piuttosto che correre alla polizia per farsi mettere sotto protezione. Come già detto, l'idea di base di un maniaco che perseguita la protagonista rendendola pubblico del suo macabro spettacolo poteva anche funzionare e l'idea degli aghi attaccati sulle guance per impedire alla ragazza di chiudere gli occhi è decisamente azzeccata e suggestiva. La vicenda, però, diventa sempre più ridicola fino a colmare in un climax finale degno delle migliore puntate di Rex - Il cane poliziotto. Insomma, un film che ha dalla sua ben poco, se non la splendida regia di Argento, acora brillante e magistrale, e alcune scene di omicidio, davvero cruente e brutali. Un vero peccato, perché l'ambientazione teatrale era davvero interessante e si potevano sfruttare meglio le chiare fonti di ispirazione che hanno portato alla realizzazione della pellicola.
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citizenkane
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lunedì 18 settembre 2017
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alfred (hitchcock) aiuto!!!
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Partendo dalla buona idea,non eccessivamente nuova ,di legare un thrilling al mondo del teatro d'opera,Argento non riesce a sviluppare in modo adeguato e coerente una storia che avrebbe potuto essere convincente e avvincente.La scelta del Macbeth (opera maledetta sia nella lirica che nel teatro drammatico) è ottima,in quanto la partitura e le parti vocali sono splendide(a mio avviso Verdi meglio di Shakespeare).Il problema è della sceneggiatura, degli attori e anche della regia(!).Anacronismo
incompatibile:può l'assassino avere, per età, l'aspetto di quando compiva misfatti 20 anni prima?Barberini non può dimostrare più di trentacinque anni,quindi casting sbagliato(meglio ad esempio Michele Placido o ancor meglio Giannini).
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Partendo dalla buona idea,non eccessivamente nuova ,di legare un thrilling al mondo del teatro d'opera,Argento non riesce a sviluppare in modo adeguato e coerente una storia che avrebbe potuto essere convincente e avvincente.La scelta del Macbeth (opera maledetta sia nella lirica che nel teatro drammatico) è ottima,in quanto la partitura e le parti vocali sono splendide(a mio avviso Verdi meglio di Shakespeare).Il problema è della sceneggiatura, degli attori e anche della regia(!).Anacronismo
incompatibile:può l'assassino avere, per età, l'aspetto di quando compiva misfatti 20 anni prima?Barberini non può dimostrare più di trentacinque anni,quindi casting sbagliato(meglio ad esempio Michele Placido o ancor meglio Giannini).Il personaggio dell'aiutante di regia è da TEMPO DELLE MELE o SAPORE DI MARE 2(ma fortunatemente vive poco),la sarta di scena è troppo enfatica,la Nicolodi va fuori le righe in taluni atteggiamenti troppo entusiastici da manager,il regista dell'opera èCristopher Lambert in tono minore(sia fisicamente che espressivamente)Barberini piatto e incolore,l'identità del soprano primadonna rimane (volutamente?) sconosciuto (e se fosse stata scritturata la Pampanini per la parte?bella,stagionata e perfida)Sceneggiatura :l'assassino uccide solo per eccitarsi o per gelosia?(per coerenza dovrebbe violentare la protagonista dopo i crimini)quindi una accozzaglia di scene SPLATTER senza creare quella tensione indispensabile a emozionare la platea.Finale inverosimile e inutile(il recupero di quale purezza?)inoltre le scene delle sevizie sulle minori sono approssimative(paura della censura?La regia: LE SCENE DI SOGGETTIVA SONO TROPPE e insufficienti a creare suspence,scene corte e miranti all'effetto e non allo sviluppo coerente della storia.La scena madre della scoperta dell'assassino da parte dei corvi è artificiosa e sarebbero stati sufficienti molti zoom mirati sugli spettatori atterriti.Il gracchiare dei corvi in molte scene è poi infastidente(sembra quasi un reiterato omaggio a Hitchcock de GLI UCCELLI).Bello comunque l'allestimento teatrale del Macbeth,
che anticipa il gusto di molte regie di opera attuali.Brava la Marsillach, che tuttavia dimostra ambiguità espressiva nelle scene sado-maso-bondage della madre soprano.Bella location nel teatro regio di Parma, sede di altri allestimenti.Bella la scena di uccisione della Nicolodi e la tensione creata nella casa della Marsillach(illuminazione a colori cherimanda al BAVA delle 6DONNE.)
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iuriv
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martedì 25 novembre 2014
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non una grande opera.
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La giovane Betty viene chiamata a sostituire la soprano titolare, infortunatasi prima della rappresentazione del Macbeth. La bella cantante scoprirà di essere perseguitata da un misterioso assassino che sembra più interessato a mostrarle le sue prodezze, piuttosto che a ucciderla.
Argento torna al giallo giocando con una presunta maledizione che aleggia sull'opera di Verdi e un obbiettivo che sembra ambizioso. Il tentativo del famoso regista, infatti è quello di presentare un film particolarmente onirico, pieno di personaggi ambigui e intriso di perversione. E fa anche il simpatico, giocando con il ruolo del regista horror cinematografico prestato al teatro, utilizzato come vero personaggio positivo di questo lavoro.
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La giovane Betty viene chiamata a sostituire la soprano titolare, infortunatasi prima della rappresentazione del Macbeth. La bella cantante scoprirà di essere perseguitata da un misterioso assassino che sembra più interessato a mostrarle le sue prodezze, piuttosto che a ucciderla.
Argento torna al giallo giocando con una presunta maledizione che aleggia sull'opera di Verdi e un obbiettivo che sembra ambizioso. Il tentativo del famoso regista, infatti è quello di presentare un film particolarmente onirico, pieno di personaggi ambigui e intriso di perversione. E fa anche il simpatico, giocando con il ruolo del regista horror cinematografico prestato al teatro, utilizzato come vero personaggio positivo di questo lavoro.
Dal punto di vista tecnico, in questo periodo storico, Argento ha ancora parecchio da far vedere. Forse il continuo utilizzo della soggettiva risulta ridondante, ma in alcuni passaggi fa il suo effetto. Magari a volte le luci sono un filo troppo accese, ma la fotografia, anche grazie alle ambientazioni, risulta complessivamente immersiva. Ci si potrebbe lamentare che c'è poco sangue, ma è un giallo e alcuni degli omicidi che decide di mostrare sono davvero spettacolari. Ci sono anche trovate che rimangono, come gli aghi sugli occhi, idea magari mutuata da Arancia Meccanica come concetto, ma resa abbastanza cruenta da alzare il valore di questo lavoro.
Ho trovato vagamente fuori posto la colonna sonora. Non tanto quando riempie le casse con la musica sinfonica, che funziona bene ed è utilizzata con grande abilità, quanto nella scelta di accompagnare gli omicidi con l'utilizzo del power metal, scelta che fa scendere molto la tensione, ma che sopratutto mal si amalgama alle immagini. E' anche vero che erano altri tempi.
Quello che davvero non va , però, è altro. Capita spesso, anche nei film più riusciti, che il regista romano proponga delle sceneggiature un po' confuse, che spesso vengono risolte da trovate puramente visive che dimostrano come ciò che scrive sia in funzione di quello che ha intenzione di mostrare.
Ma qui la situazione degenera. Forzature narrative e incomprensibili cambiamenti di umore dei protagonisti a parte, a non funzionare sembra proprio quel tentativo di rendere oniriche alcune parti della storia. Quello che Dario ottiene, invece, è una gran confusione, con alcuni momenti in cui non si capisce decisamente nulla di quello che sta succedendo a schermo.
Ma il regista da l'impressione di accorgersi del gran fracasso che rischia di diventare il suo film e con il classico spiegone del cattivo, tenta di rimediare. Questo di per se sarebbe già come gettare la spugna, ma comunque rimarrebbe un modo onorevole di risolvere il problema.
Il guaio è quando, forse in fase di montaggio, al Darione nazionale dev'essere venuto in mente che il suo tentativo di costruire una narrazione dentro il sogno, che scorresse parallela a quella principale, potesse essere andato storto. Mettere la propria voce a fungere da narratore esterno chiarificatore è una mossa che abbatte di colpo tutto il lavoro, mandandolo ko senza possibilità di rialzarsi.
E quasi a sottolineare la brutta china che ha deciso di intraprendere con questa scellerata decisione, chiude la pellicola con un doppio finale tra i peggiori che io ricordi di aver mai visto. Nell'ultimissima parte il film perde ogni speranza, aggiungendo alla beffa del finale aggiuntivo artificioso e inutile, una spiegazione narrata che mi ha lasciato esterrefatto.
Boh.
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piernelweb
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domenica 25 novembre 2007
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ottima tecnica ma poco horror
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I virtuosismi registici e il fascinoso connubbio tra horror e lirica (già accennato da Argento in "Inferno") sono i punti di forza di questa pellicola che invece delude le aspettative sotto il profilo della suspence. La prima parte è molto buona: le riprese in soggettiva al teatro e l'abilità scenografica nell'utilizzo dei corvi sul set sono certamente notevoli. Purtroppo quando il racconto entra nel vivo scatenando il suo animo più horror la regia di Argento si fa preda di un manierismo inconcludente, clamorosamente incapace di destare la tensione adeguata e privo degli elementi visionari che avevano fatto la differenza nelle precedenti pellicole. E allora anche la recitazione mediocre degli attori, che è un pò una costante nel cinema di Argento, finisce per pesare.
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I virtuosismi registici e il fascinoso connubbio tra horror e lirica (già accennato da Argento in "Inferno") sono i punti di forza di questa pellicola che invece delude le aspettative sotto il profilo della suspence. La prima parte è molto buona: le riprese in soggettiva al teatro e l'abilità scenografica nell'utilizzo dei corvi sul set sono certamente notevoli. Purtroppo quando il racconto entra nel vivo scatenando il suo animo più horror la regia di Argento si fa preda di un manierismo inconcludente, clamorosamente incapace di destare la tensione adeguata e privo degli elementi visionari che avevano fatto la differenza nelle precedenti pellicole. E allora anche la recitazione mediocre degli attori, che è un pò una costante nel cinema di Argento, finisce per pesare. Il film che segna l'inizio del declino dell'autore romano.
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(di anonimo)
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