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Filmetto che si lascia guardare ma Shakespeare non c'entra proprio nulla poichè tutta ruota attorno a Celentano, alle sue smorfie e alla sua mimica inconfondibile. L'attore da un taglio tutto suo al suo personaggio che infatti è di una celentanità pazzesca, un misogino che odia la città e la campagna allo stesso modo e guai a parlargli di mondanità o di donne. Anche se l'incontro casuale con una milanese gli cambierà non poco la vita e la visione della stessa. La governante di colore mamie è il personaggio più simpatico, copiata esattamente da "Via col vento", si integra con Celentano che si muove con estrema libertà, gioca e si pavoneggia, pigia l'uva inscenando un balletto e atteggiandosi a novello tombeur des femmes e canta pure la canzone che chiude il film. Gli attori fanno il proprio, steccano invece i registi Castellano & Pipolo che sembrano non aver più niente da dire, tra una pochezza generale e una sconcertante pochezza di idee che si avverte vedendo la pellicola. Il sale del film sono i battibecchi frequentissimi tra Celentano e la Muti, che interpretano due personaggi che non potrebebro essere più diversi, tanto spassosi e ricchi di nonsense tipici dell'attore. Per il resto le gag sono stanche, il film ha numerose pause e tempi morti, risulta fragilino ed ingenuo. Musiche discrete, montaggio decisamente elementare per un film che alla sua uscita fu un successo clamoroso. ma il successo è rimasto a oltre 30 anni fa.
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