La febbre del sabato sera

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Un film di John Badham. Con Barry Miller, John Travolta, Karen Lynn Gorney, Joseph Cali, Fran Drescher.
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Titolo originale Saturday Night Fever. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 119 min. - USA 1977. - Cineteca di Bologna uscita lunedì 4 dicembre 2017. - VM 14 - MYMONETRO La febbre del sabato sera * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

L'America. Valutazione 4 stelle su cinque

di Paolo Ciarpaglini


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martedì 13 febbraio 2007

Un film a bassissimo costo che come Rocky, ha scritto la storia del cinema. Non tanto qualitativamente, ma per l'impatto avuto su di una generazione intera. La mia. Correva l'anno 1977, quando Travolta dà vita a Tony Manero, ed all'impatto indelebile nell'immaginario collettivo giovanile. Figlio di immigrati Italiani, vive in famiglia nel quatriere di Brooklin, dove ogni momento è buono, per scontrarsi con etnie diverse. Lavora tutta la settimana, con una sola cosa fissa in mente; giungere al 'sabato sera', per andare con gli amici al 2001, dove è ben conosciuto. Tony ed il suo gruppo, non sono teppisti veri e propri, ma rappresentano certamente il prodotto di una gioventù emarginata. Dove non c'è modo di emergere, e sei relegato irrimediabilmente ai margini. Per Tony, il ballo è più di una passione, è il suo modo di gridare 'ci sono anch'io'. E lo fa alla grande. La pellicola ha pregi e pochi difetti. Il messaggio è a volte truculento, ma giustamente esplicito. Il film al tempo, venne vietato ai minori. Rivisto alla luce di oggi, anche un ragazzino di 10 anni, non vedrebbe cose che già non sà. In poco meno di due ore, si consuma il radicale cambiamento nella vita di Tony. Si passa dal ragazzo, bullo e spavaldo, alla consapevolezza, appena saggiata nel finale. Il vero volto della vita. Ciò che più meraviglia di questo semplice film, è la capacità di evidenziare, pur con un linguaggio semplicissimo, tutto il malessere e la vuota quotidianità che precede la 'svolta', sofferta, ma inevitabile se hai qualcosa dentro. Se riesci ancora a distinguere il bene dal male. L'incontro, con una ragazza di un paio di anni maggiore, ma soprattutto con una personalità opposta, e quindi complementare alla sua, porterà Tony, a scontrarsi in modo profondo con il suo io. Si accorgerà infine, che il Tony Manero di cui andava tanto fiero altri non è che il suo ego, troppo effimero per affrontare il futuro. Non pensa al futuro, come la maggior parte dei suoi coetanei. C'è prima bisogna cadere, per poi 'risorgere'. Le zuffe, le scazzottate, le sc..... in macchina, gli eccessi, parlano di un senso che non c'è, una lezione se vogliamo 'educativa'. Erano i tempi dei 'Giustizieri della notte', dei 'Serpico', 'Rocky', o dell'ancor fresca, immensa popolarità dell'eroe per antonomasia, Bruce Lee. La sua camera è tappezzata dei loro poster, cerca qualcosa in cui impersonificarsi, un tempo e luogo, entro cui trovare il proprio spazio. E non credo a memoria, che meglio siano stati rappresentati gli anni '70, più che in questo film. L'innegabile fascino , magnetismo di Tony, riescono nel mascherare anche i limiti ben evidenti, di Travolta 'ballerino'. Come appurato per altri fenomeni cinematografici, non è tanto la reale 'preparazione', la qualità vera della performance che il protagonista offre che fà la differenza, ma l'energia. Quel raro dono di bucare lo schermo. Questo è ciò che ha reso celebri personaggi altrimenti poco credibili, in special modo oggi dove gli effetti digitali spadroneggiano. La performance, il 'one schow man', che Tony offre alla platea, (sulle ormai leggendarie piste da ballo quadrettate, sotto palle sfaccettate che riflettono 'ricordi'), è da antologia. Empatia e magnetismo ai massimi livelli. Ed è ciò che conta. Un film che non tramonta mai, e che ha regalato e relegato Travolta, ad essere Tony Manero per sempre. Sì perchè alcuni attori sembrano esser nati per 'un' ruolo, cui ne seguiranno magari decine, ma mai più raggiungeranno quella magia.

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