Tre magnifiche spogliarelliste dalle procaci forme vagano per il deserto sulle loro potenti macchine. Un diverbio con un ragazzo del luogo finisce addirittura con il suo assassinio. La fidanzata, testimone oculare dell'omicidio, viene presa in ostaggio. Le tre, in cerca di un nascondiglio provvisorio per lei, si imbattono in una tenuta in cui vivono un padre infermo e vedovo assieme ai due figli. Per crearsi un alibi le tre inventano una storia pretestuosa per giustificare la detenzione della ragazza, la quale però, approfittando di un momento di non sorveglianza, racconta la reale vicenda al vedovo. Egli pare non credergli, ed ella scappa. Uno dei due figli si fida di lei, e la accompagna in un'improbabile fuga a piedi. La leader delle tre (Tura Satana) viene a conoscenza di un ingente bottino custodito dal vedovo, e si batte per guadagnarlo e andarsene quindi via. Restano infine da raggiungere i due fuggitivi, per procedere alla resa dei conti finale... Sesso, violenza, pulsioni, sensualità, machismo e tettone al servizio di una vicenda avvicente e ben diretta da Russ Meyer rendono Faster, Pussycat! Kill! Kill! senza dubbio uno dei film di culto per gli amanti dei b-movies, adorato, tra gli altri, dallo stesso Quentin Tarantino, che ha recentemente dichiarato di volerne girare un rifacimento. La vena trash che percorre tutta la pellicola permette di giustificare adeguatamente alcuni spunti decisamente non-sense (che cosa ci fanno tre spogliarelliste vaganti in mezzo al nulla?) presenti nella narrazione, ma non c'è solo questo: francamente, anche l'omicidio, che si rende motore iniziale della vicenda, apparirebbe del tutto ingiustificato, se solo non trovasse degna collocazione in una storia in cui a dominare sono le pulsioni, del tutto freudiane, della violenza e del sesso, così ben incarnate da tre protagoniste quantomai procaci e ben omologate per rispondere con la stessa moneta alla cultura machista dominante. Quando un b-movie può diventare molto di più di una mera e voluta esibizione di scene trash. Russ Meyer, nella sua consueta irriverenza, affermava di girare semplicemente "film di tettone": beh, alla luce di un lavoro come questo, credo che buona parte della critica abbia giustamente affermato il contrario. Tre stelle e mezzo.
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