Paolo D'Agostini
La Repubblica
A cavallo della tigre è un polpettonaccio coreano il cui regista Im Kwontack, che ha al suo attivo prima di questo già 98 film. E’ La peggio gioventù sudcoreana in formato super pop, una galoppata storica attraverso gli eventi postbellici arricchita dalla spettacolarità dei film di botte e acrobazie. La fine della seconda guerra mondiale, la divisione della penisola asiatica in un nord di orbita sovietica e un sud di influenza americana, la guerra del ‘50, il regime del partito liberale, le rivolte studentesche e la rivoluzione democratica del ‘60 e ‘61, il regime militare: tutto filtrato attraverso una storiella che ha per protagonisti un fratello, una sorella e un altro ragazzo amico di lui e marito di lei. Corruzione e gangsterismo sembrano essere stati il pane quotidiano della politica sudcoreana dell’ultimo mezzo secolo, non senza lo zampino dell’amico americano e della Cia. Forse è un assaggio del già annunciato - da Muller - secondo turno della serie B mondiale in retrospettiva. Dunque: i peggiori cascami dell’ermetismo europeo, e il fondo del barile di quella moda orientalista di cui il direttore in carica èstato l’iniziatore. Da dimenticare.
Da La Repubblica, 10 settembre 2004
di Paolo D'Agostini, 10 settembre 2004
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