L'uomo che sapeva troppo [1]

Una classica spy story in cui si innesta malamente il dramma di due genitori a cui viene rapita la figlia adolescente durante una vacanza in Svizzera. La commistione di generi resta artificiosa e non riesce in quanto Hitchcock non rinuncia mai in tutto il film allo humor che contraddistingue la sua opera fin dagli inizi e spesso i toni della commedia prevalgono in modo innaturale su quelli del dramma che fortunosamente non finisce in tragedia. Completano il quadro di assoluto superficiale cinismo della narrazione, che non coinvolge emotivamente, una madre mai veramente disperata, nonostante il pericolo che corre la figlia in mano a una cricca di terroristi dipinti come criminali senza scrupolo, interpretata da una inespressiva Edna Best, che appare compiaciuta della sua formidabile bravura nel tiro al piattello, e un padre sornione e spiritoso, Leslie Banks, che addirittura sembra quasi divertito dalle indagini che deve condurre insieme allo zio della piccola. Il migliore alla fine risulta Peter Lorre, che muore con un sorriso beffardo stampato sulla faccia da mostro che Lang gli ha regalato anni prima con il suo capolavoro. Sicuramente migliore, sebbene non entusiasmante, il remake che lo stesso Hitchcock realizza nel 1956.