Anno | 2008 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Regia di | Andrea Porporati |
Attori | Ciro Esposito, Raffaella Rea, Tosca D'Aquino, Remo Girone, Sergio Friscia, Hélène Nardini . |
Tag | Da vedere 2008 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 ottobre 2010
Il sottotenente Gianfranco Paglia scampa miracolosamente ad un attentato, ma nel tentativo di mettere in salvo i compagni, viene colpito da tre proiettili. Da quel giorno inizia la sua battaglia per riconquistarsi una vita felice e dignitosa.
CONSIGLIATO SÌ
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Somalia. Il ventitreènne tenente Gianfranco Paglia (Ciro Esposito) è in missione di pace alle porte di Mogadiscio. Durante lo spostamento verso la città subisce un attentato da parte dei civili armati: un blindato viene distrutto da un razzo anticarro e alcuni dei suoi compagni rimangono feriti. Per mettere in salvo l'equipaggio, decide di non abbandonare il campo e combattere una battaglia eroica, vittoriosa per i suoi compagni ma tragica per se stesso. Colpito da tre proiettili sparati da un cecchino, sarà costretto a vivere il resto della sua vita su una sedia a rotelle, ma l'amore della sua compagna Giovanna (Raffaella Rea), dei genitori (Tosca D'Aquino e Remo Girone) e del migliore amico Antonio (Sergio Friscia) compirà il miracolo di fargli tornare il sorriso. A poco a poco riacquisterà l'uso delle mani e la voglia di vivere, si sposerà con Livia e avrà una bambina.
Una storia come questa, iniziata in un clima di guerra, proseguita con gioie e dolori estremi, e terminata con un lieto fine, è facile preda di una retorica patriottica e sentenziosa. La delicatezza della narrazione, invece, sfiora sguardi e lacrime difficili da digerire, senza adulare nessuno, né vincitori né perdenti. Tutti i protagonisti della vicenda sono mossi da una concretezza d'animo ammirevole che si dimostra nell'affrontare la tragedia della tetraplegia con il giusto senso delle cose, con il coraggio di esprimere la propria sofferenza interiore e con un fortissimo attaccamento alla bellezza della vita.
Il potere di questa esistenza interrotta (la vicenda di Gianfranco Paglia è vera) sta nel voler annullare qualsiasi forma di eroismo; il protagonista è ben conscio delle frontiere che può superare e quelle impossibili da raggiungere. Il suo piccolo viaggio è una storia di formazione che dallo sconforto iniziale si trasforma piano piano in un grande omaggio alla vita, che si manifesta nelle sue forme più ovvie, dal matrimonio alla nascita di un figlio.
Scegliere di raccontare una vicenda simile vuol dire dichiarare da subito l'intento di suscitare domande su temi controversi: le perplessità sul mondo militare, la lealtà tra gli uomini, la difesa dell'onore e della dignità della persona. Porporati realizza un film narrativamente tradizionale con un andamento cronologico che si sofferma sugli episodi più significativi, senza grande originalità e nel rispetto della gracilità del soggetto. Si distingue invece nell'attenzione per i dettagli e nella scelta del cast, un gruppo di ottimi attori che fa piacere ritrovare anche sul piccolo schermo. La scena d'amore tra i due innamorati Gianfranco e Livia è, nella sua semplice brevità, preziosa e commovente, la conferma che con buoni interpreti e una regia onesta e discreta si possono costruire lavori interessanti. Il valore sul quale concentrarsi qui non è il virtuosismo dei temi o dello stile, l'estetica non c'entra. Il pragmatismo che non rinuncia al sogno è l'oggetto della questione. Sviscerato nelle sue sfaccettature fino a superare i limiti della paralisi, fisica e spirituale.