Mario Gromo
La Stampa
Il film è di due «indipendenti» americani. evasi dalla solita catena d'interessi e decisi a fare da soli, anzi a fare dell'arte. Bisogna vederlo da principio, superare un prologo assai simbolico e da strapazzo, dove alcune Furie fanno un tuffo giù da un grattacielo entro finestre dei piani inferiori. Gran rovinio di vetri, e grandi sardoniche risate degli spiriti malvagi al sorprendere istanti d'amore fra gli uomini, quegli spiriti devono essersi messi d'accordo con i vetrai. Poi il film s'inizia, e subito presenta la figura dell'avvocato Gentry, cinico, mistificatore, abilissimo penalista, tutto felice quando possa beffare la giustizia degli uomini strappando alla sedia elettrica un assassino che egli sa assassino. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (2211 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 1957