«20 TITOLI DI ALTO PROFILO». 01 DISTRIBUTION SVELA I FILM IN USCITA NEL II SEMESTRE 2020

Dai ritorni in sala estivi agli attesi film di Natale, tanti progetti d’autore, poche commedie, qualche debuttante.

Paola Casella, mercoledì 24 giugno 2020 - News
Pietro Castellitto (34 anni) 16 dicembre 1991, Roma (Italia) - Sagittario. Interpreta Cencio nel film di Gabriele Mainetti Freaks Out.

Venti titoli di alto profilo, tanti d'autore, poche commedie, qualche debuttante, e quel Tre piani di Nanni Moretti che, come conferma Luigi Lo Nigro, direttore di 01 (il braccio distributivo di Rai Cinema), non sarà a Venezia ma "uscirà durante la primavera 2021": segno che il "ricatto" di Thierry Fremaux, che ha chiesto ai film selezionati a Cannes nel 2020 di rimanere in attesa della prossima edizione del festival francese, ha funzionato.


Nel presentare il listino Rai Cinema 2020, per la prima volta attraverso una convention solo virtuale, l'amministratore delegato Paolo Del Brocco ha voluto "dare un segnale positivo a tutta l'industria cinematografica" e testimoniare "il nostro impegno nella ripartenza delle produzioni grazie a soluzioni per lavorare in sicurezza sui set, senza per questo attaccare l'architettura dei film".

Le prime uscite fra luglio e agosto saranno due ritorni in sala - Gli anni più belli (guarda la video recensione) di Gabriele Muccino, "che aveva già superato i 5 milioni di incasso prima del lockdown", afferma Del Brocco, e Volevo nascondermi (guarda la video recensione) di Giorgio Diritti che, ricorda il regista, ha vinto a Berlino il premio per il Miglior attore e il Nastro d'argento dell'anno.

Due film con Sergio Castellitto - di uno è anche regista, Il materiale emotivo, da un soggetto e una sceneggiatura di Ettore Scola insieme alle figlie, nell'altro, Il cattivo poeta (5 novembre), interpreta Gabriele D'Annunzio. Una sola regista in listino, Susanna Nicchiarelli con Miss Marx (17 novembre), storia di Eleanor, la figlia minore di Karl Marx, "ragazza colta e libera travolta da una tragica storia d'amore". Come mai una sola donna alla regia? "È assolutamente un caso: noi accogliamo i progetti senza scegliere per genere", afferma Del Brocco. "Ci sono anni in cui le registe sono più numerose e anni in cui lo sono meno. E abbiamo in corso molte produzioni a firma femminile".

Due le commedie da grande pubblico: Ritorno al crimine (26 novembre), che avrebbe dovuto uscire a marzo ("abbiamo fatto la più lunga campagna pubblicitaria mai vista" afferma il regista Massimiliano Bruno), che vede riuniti Marco Giallini, Edoardo Leo, Gianmarco Tognazzi e Alessandro Gassman nel seguito di Non ci resta che il crimine (e questa volta invece della Banda della Magliana il gruppo incontrerà la camorra napoletana, Bruno Conti e Pablo Escobar), e Divorzio a Las Vegas di Umberto Carteni (8 ottobre). "Ci stiamo allontanando dalle commedie di puro entertainment, prediligendo storie che provano ad emozionare e contengono molteplici significati", afferma Del Brocco. "Vogliamo evitare quella banalità che ha affondato il genere in tempi recenti". Viaggio in Italia di Gabriele Salvatores racconterà il nostro Paese alle prese con la pandemia attraverso una storia collettiva filmata attraverso gli smartphone dei cittadini.

Notturno di Gianfranco Rosi, girato in Medioriente, ha già suscitato l'entusiasmo di molti compratori esteri e, assicura Del Brocco, "è il film migliore del documentarista e una grande sorpresa". Lacci di Daniele Luchetti porterà sul grande schermo le "scene da un matrimonio" narrate in forma di romanzo da Domenico Starnone, così come La terra dei figli di Claudio Cupellini si ispira alla graphic novel omonima di Gipi per raccontare l'avventura di un padre e un figlio sopravvissuti all'Apocalisse.

Grande attesa per Freaks Out di Gabriele Mainetti (dopo il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot) che uscirà a metà dicembre, nella stessa collocazione strategica che ebbe l'anno scorso Pinocchio  (anche perché il regista rivela di essere ancora in post produzione causa interruzione da lockdown, e molti saranno gli effetti speciali).

Il Diabolik dei Manetti Bros con Luca Marinelli e Miriam Leone sarà il film di Natale: il primo minuto del film, visionato nel corso della convention, vede l'antieroe del titolo attraversare una Via del Corso fine anni '60. E Mario Martone ha ricominciato a girare Qui rido io con Toni Servillo nei panni di Eduardo Scarpetta: durante la convention è stata mostrata l'ultima scena girata prima del lockdown, all'interno di un Teatro Valle fittamente "assembrato".

Gli esordienti su cui Rai Cinema ha deciso di scommettere sono il 29enne Nicola Abbatangelo, che stupisce con una scena del suo musical (in lingua inglese) The Land of Dreams: un vertiginoso piano sequenza, alla maniera dell'apertura di La La Land, "un'opera prima ambiziosa, quasi tutta girata in studio, sulla quale abbiamo deciso di investire un grande budget", rincara Del Brocco; e Gianluca Iodice, regista del già citato Il cattivo poeta.

Fra i titoli stranieri il secondo capitolo della saga di After; tre horror - Spiral - L'eredità di Saw, Come Play - Gioca con me e The Turning - La casa del male (11 agosto) - ; e un trhiller con un imbolsito ma terrificante Russell Crowe (Il giorno sbagliato, 24 settembre) nei panni di uno psicopatico criminale. A giorni partiranno le riprese dell'attesissimo Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese con Robert De Niro e Leonardo DiCaprio, che debutterà con 01 nel 2021, l'Italia "unico territorio in cui non verrà distribuito da una major", come afferma orgogliosamente Lo Nigro.

Del Brocco ribadisce l'importanza della sala cinematografica, che "rimane il luogo centrale nella costruzione dell'immaginario collettivo e delle emozioni, non riproducibile con nessun altro mezzo", ma apre all'idea di piattaforme complementari alla sala. "Certo, se le piattaforme internazionali vogliono entrare nella nostra industria dovranno anche investire in modo adeguato, non limitarsi ad arrivare all'ultimo secondo per accaparrarsi i film di grande immagine. Chi non aggiunge risorse non fa bene al sistema".

Del Brocco si toglie anche qualche altro sassolino dalle scarpe rispetto a mamma Rai: a proposito della decisione di Eleonora Andreatta, ex direttrice di Rai Fiction appena passata alla vicepresidenza delle serie originali italiane Netflix, ammette che "per la nostra azienda è un brutto colpo: non è la prima dirigente di valore ad andare a ricoprire una posizione importante in un'altra azienda. È un segnale preoccupante che impone una riflessione sull'enorme burocrazia fatta di lacci e lacciuoli che lega il nostro lavoro. La Rai è regolata dal codice degli appalti come se costruisse strade invece che prototipi. E aderisce alla norma sul taglio degli stipendi aziendali che limita solamente la nostra dirigenza, rendendola meno competitiva sul mercato. Così le altre piattaforme finiscono per accaparrarsi i migliori talenti".

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