Across the River |
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Un film di Lorenzo Bianchini.
Con Marco Marchese, Renzo Gariup, Lidia Zabrieszach
Horror,
durata 92 min.
- Italia 2014.
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Paura intima e profondadi miguelFeedback: 1125 | altri commenti e recensioni di miguel |
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mercoledì 19 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film magistrale diretto da Lorenzo Bianchini, che dopo gli ottimi "Custodes Bestiae" e "Occhi", con "Oltre il guado", realizza la sua opera più completa, capace di trasmettere paura, tensione, ansia in un modo profondamente personale e soggettivo. Proprio il termine soggettivo è il filo conduttore del film. Lo spettatore si immedesima nel personaggio di Marco Contrada, l'etologo che si avventura nelle montagne al confine tra il Friuli e la Slovenia per effettuare delle ricerche e degli studi naturalistici sul comportamento degli animali di quelle zone. Dopo essere riuscito a installare una webcam su di una volpe, per seguirne gli spostamenti da un pc, monitorando il tutto dal suo camper, scopre in un filmato notturno che l'animale si è avvicinato ad un inquietante paesaggio fatto di case abbandonate e da cui provengono sinistri rumori e grida raggelanti. Decide di recarvisi per scoprire cosa si cela. Il ritmo del film è lento, la tensione sale gradualmente ed in modo sempre più agghiacciante. Attraversato un fiume che conduce a quel paese, il protagonista è come se si recasse in un mondo alternativo, incantato, sospeso nel tempo. Una sorta di favola nera, che miscela per bene tematiche riconducibili alle ghost-story, al soprannaturale con rimandi Lovecraftiani ed echi di film quali "Silent Hill", il paese spettrale, avvolto dalla nebbia in tante occasioni e da una pioggia incessante, "Shining", apparizioni terrificanti e segni premonitori che rievocano le gemelline Kubrickiane. Ma il lavoro di Bianchini prende comunque una via del tutto diversa. L'etologo che si ritroverà bloccato in quel paese fantasma a causa dell'ingrossamento del fiume, impossibile tornare indietro, si troverà solo, impaurito a dover vagare per quelle stradine e per quelle case e ben presto si renderà conto che qualcosa di terribile è presente lì, lo osserva, qualcosa che appartiene al passato e il cui segreto è nascosto in un vecchio filmino Super 8 e in vecchie fotografie trovate nel rudere che un tempo era una scuola. Qui vi sono rimandi anche a "Sinister" e a "Zeder", sempre con un ottica del tutto personale. Grande atmosfera, tra giochi di luci, ombre, il rumore della pioggia che cade e scandisce il tempo, l'alternanza tra giorno e notte che un poco come in "The Blair Witch Project", lascerà poi il posto alle immagini notturne, con le voci misteriose sempre più inquietanti e particolari. L'ultima parte è da brividi. La fotografia è perfetta. Che dire, un prodotto indipendente fatto con tanto impegno che fa un figurone al cospetto di film e blockbuster del genere horror/fantastico più blasonati e conosciuti.
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