Meraviglia... Una vera commedia all’italiana!
E, nonostante la sua peculiare trama intermediale (si tratta di un fumetto? di un film? di una sequenza di disegni giustapposti con minimi abbozzi di animazioni?), una delle opere più rappresentative dell’universo poetico del genere cinematografico in questione: per la temperie brancaleonesca (e l’insostenibile disagio mentale: l’altra faccia della medaglia di quello stesso registro eroicomico…) che animano e tengono sulla scena l’immenso protagonista maschile, per la rappresentazione incredibilmente sottotono e la scomparsa conclusiva dalla scena del “femminile” (qui simbolo e fantasma di un’impossibile comunicazione e condivisione di affetti tra i due sessi, tematizzati come mondi a sé stanti, lontani ancora distanze siderali l’uno dall’altro), per l’ambientazione desolata (un’Italia fascista restituita in tonalità mai così crepuscolari, una Roma plumbea e temporalesca da far concorrenza a quella spettrale dei Soliti ignoti...), per il centellinato retrogusto di desolato lirismo che irromperà di forza sulla scena, inaspettatamente ed epifanicamente, solo nel finale...
Un vero e proprio testamento estetico e spirituale, fuori dal tempo e dalle mode: quello di Furio Scarpelli, storico sceneggiatore del cinema di Monicelli & Co, qui autore dei disegni “filmati” dall’occhio mobile della macchina da presa guidata dal nipote Filiberto Scarpelli, regista dell’opera per come la si può apprezzare attualmente al cinema e si spera, presto, in dvd (contemporaneamente all’uscita nelle sale del film, è stata pubblicata da Rizzoli anche una graphic novel contenente quelle stesse tavole).
Da non perdere.
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