Jess + Moss |
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Un film di Clay Jeter.
Con Sarah Hagan, Haley Parker, Haley Strode, Austin Vickers
Titolo originale Jess + Moss.
Drammatico,
durata 82 min.
- USA 2011.
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Mosaico affascinante+impenetrabile = l'adolescenza
di Giacomo J.K.Feedback: 3220 | altri commenti e recensioni di Giacomo J.K. |
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mercoledì 30 novembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nelle campagne del Kentucky, due cugini passano l’estate in una fattoria abbandonata. Lui, Moss, 12 anni, raccoglie micro-ecosistemi che studia al microscopio e cerca di aumentare la propria memoria con un corso in audiocassette; lei, Jess, 18, ascolta vecchie registrazioni da un passato misterioso e ruba al fratello le sigarette con cui (e non solo con quelle) stuzzica il cuginetto giocando a “fare i grandi”. Entrambi si entusiasmano con spettacoli pirotecnici che aspirano a riprodurre, mentre la magia delle costellazioni ispira loro riflessioni esistenziali. Lui sogna ed esplora; lei lo vede e non può che avere nostalgia di un tempo dell’innocenza che non le appartiene più, oscillando così tra (dis)incanto e rabbia distruttiva, in quella che si rivelerà essere probabilmente la loro ultima estate insieme. Il tempo passato assieme è inesorabilmente registrato da un mangianastri e ritorna ciclico nel ricordo delle esperienze. Se, come ci avverte una voce all’inizio, nel ricordo la mente non sa distinguere ciò che è stato da ciò che abbiamo immaginato, questo film ne è la prova lampante: le esperienze vissute dai due ragazzi si intrecciano indissolubilmente con i loro racconti, e tra registrazioni, ricordi e speranze il quadro che si delinea è di sogni costruiti sulle macerie di un’infanzia inquieta, che piano piano i due si stanno lasciando alle spalle… Per il suo primo lungometraggio, il regista statunitense Clay Jeter può contare su due eccezionali protagonisti per creare un “mosaico di tessere che si combinano a creare un tutto che silenziosamente si distrugge” (Shane Danielsen, 'Indiewire'). Questo fantastico mosaico altro non è che l’infanzia che si trova ad attraversare gli incerti anni della crescita, della quale i due giovani personaggi rappresentano emblematicamente i due estremi. Notevoli le inquadrature, curate da Will Basanta, che lavora con materiali di qualità differente mentre pare non avere pace nel tentativo di catturare i diversi piani della memoria e ogni momento di questo processo. I nessi complicati e talvolta sottesi che regolano l’evolversi della vicenda attraverso il montaggio rimangono affascinanti finché non rischiano di compromettere la comprensione del film e innervosire anche il più paziente degli spettatori. In questo senso, da rivedere.
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