Ferdinando e Carolina |
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Un film di Lina Wertmüller.
Con Mario Scaccia, Isa Danieli, Sergio Assisi, Gabriella Pession, Silvana De Santis.
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Commedia,
durata 102 min.
- Italia, Francia 1999.
MYMONETRO
Ferdinando e Carolina
valutazione media:
2,96
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una kermesse dei luoghi comunidi Christian LuongoFeedback: 606 | altri commenti e recensioni di Christian Luongo |
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giovedì 10 giugno 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Una occasione mancata, purtroppo, per fare di un film appena discreto un vero e proprio capolavoro. Peccato davvero perchè la storia, quella vera, si sarebbe prestata oltremodo per sceneggiare un lungometraggio che travalicasse quella kermesse di luoghi comuni che, ancora oggi, avvolge il pallido ricordo che la storiografia - piemontese, sabauda, protofrancese - ci ha lasciato di Ferdinando IV. Peccato perchè si "specula" soltanto su alcuni dettagli morbosamente reiterati anche dalla Wertmuller che suole passare la maggior parte del tempo nelle alcove reali senza fare il minimo sforzo per andare oltre una certa aneddotica politicamente corretta. Ferdinando ne esce a pezzi ; eppure quel re "lazzarone" - epiteto che, alle nostre orecchie suona dispregiativo ma che per la sensibilità del tempo era un fregio : stava ad indicare "popolare", del popolo, insomma - fu uno dei sovrani più amati di Napoli. Nella bimillenaria storia della città, soltanto per quel re il popolo napoletano, altrimenti fatalista ed inerte, prese la briga di armarsi ed opporsi, sul litorale della marina, all'invasore francese lasciando sul campo oltre 6.000 caduti. Ferdinando si adoperò moltissimo nelle infrastrutture ultimando la prima rete fogniaria d'Europa ; agevolò la piccola e media impresa con agevolazioi fiscali e con accesso più lineare al credito ; consapevole della sua "inadeguatezza" culturale investì, come nessun sovrano prima di allora, negli atenei per garantire una classe dirigente all'avanguardia per il regno ; stornò fondi, altrimenti destinati alla difesa, per la costruzione di ricoveri per gli indigenti e sanatori per gli infermi ; in una parola prestò molta attenzione a quello che oggi si definisce, con termine anglosassone, "welfare". Per non parlare, poi, delle meraviglie architettoniche che ha donato alla città di Napoli che stridono con quello che ci han lasciato i palazzinari del dopoguerra - che hanno cementificato la collina del vomero - e quelli degli anni '80 che hanno creato degli scempi architettonici nelle periferie a nord ed a sud della metropoli. Ma alla Wertmuller tutto questo non interessa ovviamente che predilige occuparsi del "pesciolone" (come lo chiama Carolina nel film) del re. Da un punto di vista propriamente tecnico il ritmo è troppo serrato - forse dettato da esigenze di proiezione - e la fotografia un pò latitante. Splendide, invece, le scenografie ed i costumi mentre incolore è il montaggio. La straordinaria interpretazione di Mario Scaccia - un baratro interpretativo fra lui e tutti gli altri - salva il film dal naufragio estetico.
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