Il sol dell'avvenire

Un film di Gianfranco Pannone. Documentario, durata 78 min. - Italia 2008.
   
   
   

Ma quanti di noi conoscono la storia delle BR ? Valutazione 4 stelle su cinque

di Christian Luongo


Feedback: 606 | altri commenti e recensioni di Christian Luongo
domenica 19 aprile 2009

Prima di esprimere un giudizio sul lungometraggio di Pannone, mi premeva di fare una piccola premessa... Ma quanto di noi conoscono realmente la storia delle Brigate Rosse ? La domanda mi sorge spontanea perchè dei giudizi così sommari e lapidari espressi in questo forum mi lasciano molto perplesso. Io ho 43 anni e le BR e gli anni di piombo hanno contrassegnato la mia adolescenza. Ricordo benissimo quel periodo e quell'aria tetra che si respirava a casa piuttosto che a scuola o nei cortili dove ci aggregavamo. L'eversione è un fenomeno connaturato alla storia dello sviluppo asincronico di questo paese così come, seppure con modalità differenti, la RAF in Germania piuttosto che l'ETA in Spagna. Non mi sembra che Pannone esalti o giustifichi le BR. Con sguardo disincantato vuole, invece, mettere in risalto le situazioni e le contraddizioni della linea poltica del PCI di quegli anni che hanno spinto persone come Franceschini, Curcio o la Cagol, ad abbandonare università e sezioni di partito per scegliere una modalità di lotta eversiva basata sulla clandestinità. Ed è illuminante quel che Franceschini dice quando afferma che il loro obiettivo non era quello di prendere il potere tout-court con una sorta di putch ma di far esplodere le contraddizioni interne che laceravano il PCI che era, ad un tempo, partito di lotta e di governo ; di far esplodere le contraddizioi di chi, in nome di Lenin, accaparrava denaro e creava delle vere e proprie strutture di potere (Le Coop rosse che, ancora oggi prosperano e sono un serbatoio elettorale formidabile dell'area che oggi fa capo al PD); di porre la questione, allora forse troppo avverinistica, delle SIM (Stato Imperialista delle Multinazionali) poichè le loro analisi sull'andamento delle stutture di potere in Italia erano molto all'avanguardia ; sui licenziamenti di massa in nome dello spostamento delle attività produttive in paesi a basso costo di manodopera... oggi la chiamano delocalizzazione ed è una prassi consolidata. Insomma le domande che questi eversori ponevano erano, forse, più attuali oggi che negli anni 70... Ovvio che, a mio avviso, la loro risposta sia da biasimare tout-court, senza appello. Ma chiudere gli occhi di fronte alle domande che essi ponevano significa essere completamente ciechi. E Pannone, con questo lungometraggio che è a metà tra il film e il documentario, ha avuto il merito (per molti il torto) di aver provato ad aprire questi occhi senza retorica o pregiudizio. Coloro che hanno evocato lo spettro della censura (che di fatto c'è stata ma applicata in modo più sottile e subdolo con il sabotaggio della distrtibuzione della pellicola) in nome del rispetto delle vittime del terrorismo lo han fatto in assoluta malafede. Mi preoccupa molto, invece, l'indignazione della gente comune perchè se questo sdegno venisse riservato anche a chi specula sui materiali edili impiegati per costruire appartamenti fatiscenti piuttosto che contro manager super pagati che fanno allegri tagli sul personale mandando sul lastrico centinaia di famiglie e operando veri e propri "crimini di mercato" unicamente per far aumentare il valore delle azioni del gruppo in borsa piuttosto che per aumentare gli utili rimpiazzando con personale meno qualificato ed interinale impiegati che hanno il solo torto di avere ancora contratti collettivi tutelati dalla legislazione del lavoro sarebbe certo più coerente e più rassicurante

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lore64 sabato 11 gennaio 2014
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... ma non c'è da meravigliarsi che il gregge piatisca sull'altare del regime che lo sta trascinando nella rovina: l'essere umano medio è poco più che un automa atto ad introiettare i pregiudizi aggregativi che gli vengono inculcati dall'ambiente in cui vive, nello specifico da scuola e televisione. Per duemila anni le masse hanno belato dietro il dio uno e trino, oggi possono belare dietro alla dittatura delle multinazionali e ai suoi sacerdoti mascherati da politici demokratici.

Ma perché dici che la lotta armata sia da condannare tout court? I brigatisti facevano esattamente le stesse cose ed usavano gli stessi metodi dei vari Mazzini e Garibaldi, i cui nomi risaltano su tutte le piazze e le strade d'Italia. [+]

[+] ben detto... (2) (di christian luongo)
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