Il film è scarno, essenziale, chiaro, con poche concessioni alla retorica,quotidiano ai limiti della nudità. Lastella ha una faccia di gomma,su cui compare un'unica espressione, quella della tensione controllata e del pensiero ambizioso che fagocita ogni altro sentimento possibile. I compromessi per la scalata al potere appaiono come inevitabile routine per il raggiungimento dell'obiettivo, quindi nulla di più che doverose noie con cui fare i conti. Non c'è grande partecipazione emotiva agli scandalosi ed immorali delitti che si snocciolano via via. I personaggi maschili imboccano una via senza ritorno,l'unica che conoscano, con consapevolezza e convinzione, mostrando che è ben possibile vivere senza moralità (v. il comandante, l'imprenditore Donati,il presidente della banca, il deputato). Alle donne tocca il ruolo classico dei "vinti", che amano in maniera incondizionata contro ogni ragione reale,facendosi del male in virtù di un sentimento che non esiste se non nel loro immaginario.Nessuno è vincente in questo mondo dove il dolore non ha neanche lo spazio per un commento. Il finale è da "c'este la vie". Film garbato e privo di facili moralismi.
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