La voce di Hind Rajab

Un film di Kaouther Ben Hania. Con Saja Kilani, Amer Hlehel, Clara Khoury, Motaz Malhees Titolo originale The Voice of Hind Rajab. Drammatico, durata 89 min. - Tunisia, Francia 2025. - I Wonder Pictures uscita giovedì 25 settembre 2025. MYMONETRO La voce di Hind Rajab * * * * - valutazione media: 4,25 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

HANOOD era nella classe delle farfalle Valutazione 4 stelle su cinque

di vittorio stano


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sabato 27 settembre 2025

Hanood Rajab, Hindi, una coraggiosa farfalla palestinese di 5 anni, viene barbaramente uccisa dall'esercito israeliano, assieme a 6 familiari e 2 paramedici della Mezzaluna Rossa, il 29 gennaio 2024, nel corso dell'invasione israeliana della Striscia di Gaza. Liyan Hamada una 15enne di Gaza intrappolata in macchina assieme alla cuginetta Hanood dopo che un carrarmato israeliano ha sparato al veicolo, uccidendone i genitori e i 3 fratelli, telefona alla Mezzaluna Rossa. Quando anche Liyan viene uccisa dal fuoco continuato proveniente dal carrarmato, è Hanood a prendere il posto, ferita alla schiena e alle gambe. Per le successive 3 ore, gli operatori del centralino, Rana - Nisrin - Umar e Mahdi, restano in contatto telefonico con lei, mentre un'ambulanza della Mezzaluna Rossa attraversa la zona assediata dall'eserc Hania.ito israeliano per soccorrerla. Inutilmente. Hanood e i due paramedici dell'ambulanza vengono trucidati. Fino alla premiazione del film al festival di Venezia la tragica fine di Hanood era sconosciuta. I media italiani non hanno mai brillato nel far conoscere i nomi degli oltre 20mila bambini palestinesi massacrati a Gaza. Oltre 12mila avevano meno di 12 anni. Altri 3mila e più hanno avuto uno o più arti amputati. Oggi questi bambini sono tutti simboleggiati dalla coraggiosa farfalla Hanood, la cui storia è stata raccontata dalla bravissima regista tunisina Kouther Ben Hania. Questo non è un film come gli altri. Ben Hania ha costruito il film attorno alle reali registrazioni audio delle conversazioni tra Hanood e gli operatori della Mezzaluna Rossa. Questa è l'indiscussa potenza del film. Nella storia del cinema non mi sembra che sia stato tentato qualcosa di simile: una tragedia raccapricciante raccontata, mentre le atrocità stanno avendo ancora un seguito. Anche ciò che sta avvenendo quotidianamente a Gaza non ha precedenti. Vediamo come un popolo viene martoriato, affamato, massacrato tra l'indifferenza dei governi del libero occidente! I cosiddetti "nostri" valori occidentali sono diventati mera chiacchiera. Anche nella sciagurata guerra in Ucraina ci sono due eserciti che si confrontano. A Gaza invece c'è un esercito che bombarda e massacra colonie di profughi, bambini e donne. Quella di Gaza è una guerra contro i civili. Non esistono ragioni possibili che giustifichino tanta crudeltà, malvagità, cinca spudoratezza. Per fortuna, grazie alla regista e ai produttori, questo film ha riavviato, attraverso la voce di Hanood, il dibattito critico sul genocidio in corso.. Mi auguro che questo svegli chi vive da tempo nell'atarassia, svegli le coscienze e soffochi le pulsioni di guerra. I dibattiti televisivi sono ormai sterili. La rivolta di piazza, pacifica, ci vuole. Spero che il dramma dell'impotenza che vivono i protagonisti della Mezzaluna Rossa, che vogliono solo salvare vite umane, ma si scontrano con procedure burocratiche e ostacoli folli e assurdi abbia una fine. Serve la lotta nelle piazze del mondo contro tutte le tragedie e le troppe ingiustizie del nostro mondo. La burocrazia della morte è imposta dagli occupanti. Quando un bambino muore deve bastare a suscitare repulsione per chi lo ha ucciso. E' agghiacciante la consapevolezza di Hanood di dover morire . Questo paralizza lo spettatore, lo inchioda alla poltrona. L'audio è quello reale della bambina, sola nell'auto, circondata da spari assordanti, terrorizzata dalla morte e dal buio che incombe su di lei. Il colpevole, materiale e morale, è l'esercito israeliano e il suo governo che l'ha inviato. La condanna per il film è netta. Non è altrettanto quella dei governi e delle istituzioni internazionali che non sono stati in grado, ancora, di fermare questo ignobile massacro. Infine, quello che resta allo spettatore  è la voce disperata di questa bambina che, in mezzo all'orrore,  supplica chi l'ascolta :<<Venitemi a prendere!>> Una voce che scava dentro di noi un abisso incolmabile. La sua è la voce del genocidio di Gaza. La vocedi Hanood diffusa dal web, diventa il fil stesso, costruito intorno a quella telefonata di circa 70 minuti. La voce di Hind Rajab può ridare al cinema quello spazio narrativo che lo pone al centro del dibattito pubblico, una funzione civile che è data per dispersa nel nuovo millennio, proprio come la centralità della causa palestinese. Un contributo lo potrebbero dare anche gli artisti e i cantanti. Dove sono i concerti di solidarietà che facciano loro prendere posizione contro il genocidio, contro tutte le guerre?    VITTORIO STANO

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