Ha lasciato anche in me il bisogno di tornare in sala subito. Mi è ''rimasto'' dentro per la poesia delle immagini e dei silenzi, per la malinconia della protagonista, per il tanto che comunica nella quasi assenza di dialoghi e di ogni forma di vera comunicazione. La Cina cambia sotto il nostro sguardo, ma nulla muta per i protagonisti divisi da un''incomunicabilità che include ogni corpo incontrato, manichino sullo sfondo, tanto da spingere la protagonista a cercare nel robot, che l''accoglie al supermercato, un contatto e un riconoscimento. Immaginavo una Cina ordinata, con un posto e un ruolo orgoglioso per ciascun cinese, mentre in realtà i cinesi condividono, moltiplicato, il ruolo della massa nel mondo, la ricerca affannosa della quotidiana sopravvivenza nell''indifferenza altrui.
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Ha lasciato anche in me il bisogno di tornare in sala subito. Mi è ''rimasto'' dentro per la poesia delle immagini e dei silenzi, per la malinconia della protagonista, per il tanto che comunica nella quasi assenza di dialoghi e di ogni forma di vera comunicazione. La Cina cambia sotto il nostro sguardo, ma nulla muta per i protagonisti divisi da un''incomunicabilità che include ogni corpo incontrato, manichino sullo sfondo, tanto da spingere la protagonista a cercare nel robot, che l''accoglie al supermercato, un contatto e un riconoscimento. Immaginavo una Cina ordinata, con un posto e un ruolo orgoglioso per ciascun cinese, mentre in realtà i cinesi condividono, moltiplicato, il ruolo della massa nel mondo, la ricerca affannosa della quotidiana sopravvivenza nell''indifferenza altrui. Lia
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