Recensione
E' un film del 1963, tratto da un episodio (molto romanzato) riguardante il sommergibile Michele Bianchi (quadrumviro del fascismo, segretario del P.N.F., morto nel 1930) avvenuto durante la II guerra mondiale nelle acque di Tangeri. L'Italia aveva una grossa flotta di sommergibili, 26 di essi vennero inviati attraverso lo stretto di Gibilterra nell'Atlantico nel porto di Bordeaux, dove si unirono a gli U-Boot tedeschi che operavano nell'Oceano (uno di essi il Tazzoli affondò 17 navi).
Il film racconta la vicenda partendo dal tentativo del sommergibile comandato dal capitano Leonardi (Gabriele Ferzetti) di superare lo stetto di Gibilterra, ma viene intercettato da due navi inglesi comandate dal capitano Blayne (James Mason), danneggiato si rifugia nel porto neutrale di Tangeri (in quel momento occupato dalla Spagna che aveva il controllo di una parte del Marocco). Qui vengono concesse agli italiani, pena il sequestro della nave, due settimane per effettuare le riparazioni, ma i marinai fingono che i danni siano più gravi del previsto e che non ce la faranno a ripartire nei termini stabiliti. Nel porto si fermano per pochi giorni concessi le 2 navi inglesi, i due capitani s'incontrano nella capitaneria di porto e come gli equipaggi solidarizzano in varie vicende, le due navi poi si allontanano dal porto aspettando al largo il sommergibile. Contemporaneamente avviene la lotta sotterranea tra i servizi segreti (per l'italia il S.I.M.) e una storia d'amore tra il capitano Lonardi e Lygia (Lilli Palmer) una dottoressa portoghese che incontra il capitano italiano nel porto durante il controllo sanitario dell'equipaggio. che è una donna in bilico tra i due servizi segreti come spia, ma alla fine sarà decisiva per fare lasciare il porto al sommergibile che dopo avere affondato il cacciatorpediniere del Capitano Blayne raggiunge l'Atlantico.
Il film in realtà è povero di scene di guerra ma approfondisce gli intrecci sentimentali e i risvolti buonisti ante litteram, i marinai sono descritti con stereotipi: gli italiani simpaticoni, gli inglesi ubriaconi. Quanto alle scene di guerra lasciano a desiderare, nulla a che vedere con quelle dei film hollywoodiani, non sono avvincenti c'è poca tensione, l'interno del sommergibile, ricostruito in studio, è approssimativo, i marinai si limitano ad urlare. Le varie storie sentimentali compresa quella tra Lonardi e la dottoressa è convenzionale sembra una vicenda estranea al film messa per riempire la pellicola. Buona la recitazione dei protagonisti Ferzetti, Mason e la Palmer che sono attori validi, ci sono alcuni attori allora giovani: Alberto Lupo non ancora dr. Manson, Valeria Fabrizi nonché il già affermato Andrea Checchi nella parte dell'agente segreto italiano. Un film che si lascia vedere anche se la regia (di Charles Frend e Bruno Vailati) non appare molto incisiva, la fotografia del DVD appare un pò sbiadita.
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