The Voices |
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Un film di Marjane Satrapi.
Con Ryan Reynolds, Gemma Arterton, Anna Kendrick, Jacki Weaver, Adi Shankar.
continua»
Commedia,
durata 103 min.
- USA 2014.
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Genio e sregolatezzadi Lucio Di LoretoFeedback: 2938 | altri commenti e recensioni di Lucio Di Loreto |
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venerdì 20 settembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sette anni dopo “Persepolis”, film animato estroso e intuitivo nonché sconvolgente e scomodo, sulla disillusione iraniana agli albori del fondamentalismo islamico, Marjane Satrapi torna a far parlare di sé, con un film anch’esso genialoide e crossover, mischiando diversi generi, per spiegare una storia grottesca e al limite del trash, ma interessante e ben riuscita. Nel suo primo lungometraggio in lingua inglese si avvale della sceneggiatura di Michael R. Perry, veterano horror e fantasy conosciuto già in Paranormal Activity 2 e in molte serie per la TV fra cui spicca Wayward Pines. I due cedono lo scettro e i pieni poteri a Ryan Reynolds, attore versatile e polivalente se ce ne è uno, capace in carriera di doppiare cartoni, comicizzare supereroi, inseguire criminali, far ridere e innamorare nelle pellicole leggere ma anche piangere e sfociare tensione in drammi su rapimenti e in seppellimenti da vivo! Chi dunque se non lui poteva ergersi a one man show in 100 minuti di tutto, animazione nei titoli iniziali, fantasia, sci-fi, black comedy, thriller e pure musical, grazie all’originalità di un finale girato su un paradiso fatto di incontri melodici? Il suo Jerry vive in modo ottimistico e positivo il suo mondo, nel quale però è accompagnato da una pericolosa schizofrenia latente, pronta ad esplodere violenza da un momento all’altro, se non controllato dalla mentore psicologa, una deliziosa Jacki Wiever/Dr Warren. La sua bipolarità, ragazzo per bene tutta casa e chiesa oppure dispotico profilo di stalker seriale, viene innalzata dal rapporto con Bosco e Mr Whiskers, cane e gatto doppiati dallo stesso Reynold, che ne incarnano dubbi e sicurezze e una indole malvagia e al tempo stesso amabile. Le donne che entrano nella sua vita, conosciute per lo più nella nuova azienda sanitaria dove presta lavoro, lo rimarranno per sempre, anche se sotto forma decapitata e dentro un frigo, a causa del surreale stile mentale che inizia a praticare dopo aver smesso di prendere i farmaci. Gemma Artenton e Anna Kendrick sono le altre stelle femminili di supporto, che si calano alla perfezione nel melodramma (?) inscenato dalla autrice, grazie a dei dialoghi ben fatti e ad un modo di recitare che accentua climax divertenti ad ogni frase, lasciando lo spettatore nell’attesa che qualcosa di comico/tragico stia per accadere. L’autrice iraniana e il suo writer colpiscono e fanno centro, dando ai loro interpreti una vena di humour ultra nero dall’inizio alla fine, e la regista, grazie a fotografia e luce accesissime, sembra trovarsi a proprio agio come fosse nel suo habitat naturale e di origine, il fumetto! Il ritmo è incessante e claustrofobico, in ogni frame della pellicola, pure nei dialoghi Jerry/cane/gatto e il miscuglio sui generis prende come non mai e fa perdonare un finale meno splatter e truculento di quanto il prologo e lo svolgimento avrebbero dato a intendere.
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