"IL Figlio dello sceicco"(1962, Mario Costa, ma scritto da Nino Stresa)è il tipico film d'avventure esotiche, memori un po'di Salgari, grande mentore italiano dell'avventura(in Francia c'erano Dumas e Verne, in Inghilterrra Lord Byron, ma...), discretamente diretto ma con qualche altro "background": c'è il discutibille piacere per la violenza(sadismo, con frustate selvagge e accoltellamenti, scimitarre violente etc.)e quello più comprensibile per la bellezza del nudo, che però rimane castissimo)(era il 1962, la censura era severissima, da quanto risulta e si sa), , che però si esprime in qualche ballo del ventre e qualche velatissimo pseudo-nudo soprattutto di donne di colore(razzismo strisciante?Come no, anche nell'Italia nata, apparentemente, dalla Resistenza.
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"IL Figlio dello sceicco"(1962, Mario Costa, ma scritto da Nino Stresa)è il tipico film d'avventure esotiche, memori un po'di Salgari, grande mentore italiano dell'avventura(in Francia c'erano Dumas e Verne, in Inghilterrra Lord Byron, ma...), discretamente diretto ma con qualche altro "background": c'è il discutibille piacere per la violenza(sadismo, con frustate selvagge e accoltellamenti, scimitarre violente etc.)e quello più comprensibile per la bellezza del nudo, che però rimane castissimo)(era il 1962, la censura era severissima, da quanto risulta e si sa), , che però si esprime in qualche ballo del ventre e qualche velatissimo pseudo-nudo soprattutto di donne di colore(razzismo strisciante?Come no, anche nell'Italia nata, apparentemente, dalla Resistenza...), . Inoltre, ma a molte lunghezze di distanza, c'è una certa simpatia per lo"sceicco nero", in rivolta, a nome del popolo del deserto, contro lo sceicco dominante Omar. Nessun referente storico(anche perché un"passo"in più avrebbe creato incidenti dplomatici, credo...)ma una certa ansia di libertà e liberazione, quell'ansia che poi si sarebbe esrpessa, un lustro dopo, nella commemorazione ormai nostaligca(CIA e forse KGB congiunte avevano fatto il loro sporco lavoro)di Ernesto"Che"Guevara. INterprete di routine il superfusto beloccio Gordon Scott, mentre Alberto Farnese è il"vilain",; tra le attrici, dove anche qui c'è la dicotomia netta buone/cattive, Moira Orfei, Grazia Maria Spina, Cristina Gaioni. E scusate se non cito altri/e, perché il cinema di quell'epoca , a livello di interpreti lo conosco deccisamente male El Gato
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