weach
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giovedì 19 agosto 2010
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dipinto di un epoca che fu ..
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Avevo scritto , a mio modo di vedere una bella recensione , non so per quale motivo sia andata persa, non importa !Sarà gradito lavoro quello di riproporre la mia lettura de " The Duellist" di questa prima opera splendida di Rdley Scott del 1977 ,capolavoro indiscusso sulle schermaglie cavalleresche, che oggi gira praticamente solo nelle cineteche ed in dvd nelle case private.
Tratto di una storia vera,è la trasposizione cinematografica di un duello, senza fine ,fra due tenenti dell 'esercito napoleonico che ,per futili motivi ,si scontrano in duello sino al momento cavalleresco principe: chiedere ed ottenere soddisfazione.
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Avevo scritto , a mio modo di vedere una bella recensione , non so per quale motivo sia andata persa, non importa !Sarà gradito lavoro quello di riproporre la mia lettura de " The Duellist" di questa prima opera splendida di Rdley Scott del 1977 ,capolavoro indiscusso sulle schermaglie cavalleresche, che oggi gira praticamente solo nelle cineteche ed in dvd nelle case private.
Tratto di una storia vera,è la trasposizione cinematografica di un duello, senza fine ,fra due tenenti dell 'esercito napoleonico che ,per futili motivi ,si scontrano in duello sino al momento cavalleresco principe: chiedere ed ottenere soddisfazione.
I due tenenti in tenzone Sono Gabriel Feraut e Armand D'Hubert.
Scott, con la sua professionalità ricostrusce ambienti fra la fine del "700 e l'inizio dell'800" con sapienza e meticolosità, con ambientazioni di un senso estetico impareggiabile; rappresenta efficacemente ,nelle campagne di Europee dell epoca, il pensiero, la vita ,i sogni dell uomo di sempre ,permanentemente in difficoltà sia per le contine guerre ed i problemi igenici (pestilenze)e la povertà diffusa.
Rimangono del film anche i particolari, si i particolari, magistralmente colti dalla cinepresa attenta di Ridley Scott;gli attimi di pausa e di pace profonda di banchetti, sentimenti ed amore che ,in una sorta valzer, si alternano ai vilenti tenzoni;i volti austeri dei teneti con le treccine curate nei minimi particolare , il loro piglio ,le divise impeccabili, il sangue che sgorga, l'azione del duello , la natura che osserva impotente questo uomo primitivo ,conflittuale , a volte buffo.
Un particolare va ricordato proprio per evidenziare questa sapiente cienepresa che nulla perde:Armand prima del duello chiude gli occhi , assapora il succo di un 'arancia e la cienepresa, come per vezzo, si sofferma su di una goccia d'arancio che cade sull'erba .
I duellanti non lo sanno ma il confronto è con se stessi, gli specchi esseno lo confermano: il nosto nemico siamo noi e l'apparente dualità va ricomposta cogliendo le cause del confiltto ;solo dopo la composizione il duello finirà e tutto potrà trovare soddisfazione.
Allora risonanze negative si trasformeranno in positive e pace sarà con noi stessi.
Film capolavoro ,da godere, dove Ridley Scott non vuole dar una chiave di lettura al suo lavoro perchè l' intento principe è quello di ricostruire e dipingere un documento dell'epoca , fedele ,mirabile,credibile.
weach
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floe1981
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giovedì 17 febbraio 2011
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pittorico. coinvolgente , the duellist
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Ho scoperto il dvd qualche giorno fa a casa di amici.
Che sorpresa!!!
The duellist è del 1977 e , da donna, ho apprezzato l'impareggiabele senso estetico Ridley Scott.
Non vado matta per "i giochi di conflitto"di questa umanità malata ,ma mi "intriga" in questo film il potere descrittivo , sicuro, cristallino della regia , nel descrivere un 'epoca passata con mirabile dovizia di particolari, con un senso pittorico innato che mi ha sorpreso in ogni inqudratura.
Quanto siamo lontani dalle guerre Napoleoniche , eppure l'uomo è "sempre ugale a se stesso, " e non sa liberarsi di quella zavorra pesante dell'ego che lo rende ridicolo e poco energetico,
Complimenti mister Scott non conosce il suo capolavoro, è senza discussione , una perla cinematrografica.
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Ho scoperto il dvd qualche giorno fa a casa di amici.
Che sorpresa!!!
The duellist è del 1977 e , da donna, ho apprezzato l'impareggiabele senso estetico Ridley Scott.
Non vado matta per "i giochi di conflitto"di questa umanità malata ,ma mi "intriga" in questo film il potere descrittivo , sicuro, cristallino della regia , nel descrivere un 'epoca passata con mirabile dovizia di particolari, con un senso pittorico innato che mi ha sorpreso in ogni inqudratura.
Quanto siamo lontani dalle guerre Napoleoniche , eppure l'uomo è "sempre ugale a se stesso, " e non sa liberarsi di quella zavorra pesante dell'ego che lo rende ridicolo e poco energetico,
Complimenti mister Scott non conosce il suo capolavoro, è senza discussione , una perla cinematrografica.
Penso che farò un tuffo nel passato cinematografico ,più intenso , ho intravisto più volte tanta qualità e meno voglia di stupire ad ogni costo!
Con passione cinematografica
floe
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weach
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martedì 28 settembre 2010
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dipinto di un epoca che fu ..
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Caro amico, si apre qui un mondo che fu ma che con queste immagini va in risonanza con noi!
Qui proponiamo una sentita lettura de " The Duellist" ,di questa prima opera splendida di Ridley Scott del 1977 ,capolavoro indiscusso sulle schermaglie cavalleresche, che oggi gira praticamente solo nelle cineteche ed in dvd nelle case private.
Tratto di una storia vera,è la trasposizione cinematografica di un duello, senza fine ,fra due tenenti dell 'esercito napoleonico che ,per futili motivi ,si scontrano in duello sino al momento cavalleresco principe: chiedere ed ottenere soddisfazione.
I due tenenti in tenzone Sono Gabriel Feraut e Armand D'Hubert.
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Caro amico, si apre qui un mondo che fu ma che con queste immagini va in risonanza con noi!
Qui proponiamo una sentita lettura de " The Duellist" ,di questa prima opera splendida di Ridley Scott del 1977 ,capolavoro indiscusso sulle schermaglie cavalleresche, che oggi gira praticamente solo nelle cineteche ed in dvd nelle case private.
Tratto di una storia vera,è la trasposizione cinematografica di un duello, senza fine ,fra due tenenti dell 'esercito napoleonico che ,per futili motivi ,si scontrano in duello sino al momento cavalleresco principe: chiedere ed ottenere soddisfazione.
I due tenenti in tenzone Sono Gabriel Feraut e Armand D'Hubert.
Scott, con la sua professionalità, ricostrusce ambienti fra la fine del "700 e l'inizio dell'800" con sapienza e meticolosità, con ambientazioni di un senso estetico impareggiabile; rappresenta efficacemente ,nelle campagne di Europa di quei tempi, il pensiero, la vita ,i sogni dell' uomo di sempre ,permanentemente in difficoltà sia per le contine guerre, per i problemi igenici (pestilenze)e la povertà diffusa.
Rimangono del film anche i particolari, si i particolari, magistralmente colti dalla cinepresa attenta di Ridley Scott;gli attimi di pausa e di pace profonda di banchetti, i sentimenti, l' amore che ,in una sorta valzer, si alternano ai violenti tenzoni;i volti austeri dei teneti con le treccine curate nei minimi particolare , il loro piglio ,il loro buffo sentire,le divise impeccabili, il sangue che sgorga, l'azione del duello , la natura che osserva impotente questo uomo primitivo ,conflittuale ,cultore dell'ego..
Un particolare va ricordato proprio per evidenziare questa sapiente cienepresa che nulla perde:Armand prima del duello chiude gli occhi , per assaporare il succo di un 'arancia ;poi la cienepresa, come per vezzo, si sofferma su di una goccia del frutto che cade sull'erba .
I duellanti non lo sanno ma il confronto è con se stessi, gli specchi esseno lo confermano: il nostro nemico siamo noi e l'apparente dualità va ricomposta cogliendo le cause del confiltto ;solo dopo la composizione il duello finirà e tutto potrà trovare soddisfazione.
Allora risonanze negative si trasformeranno in positive e pace sarà con noi stessi.
Film capolavoro ,da godere, dove Ridley Scott non vuole dar una chiave di lettura al suo lavoro perchè l' intento principe è quello di ricostruire e dipingere un documento dell'epoca , fedele ,mirabile,credibile.
weach illuminati
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muttley72
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mercoledì 24 luglio 2013
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capolavoro: r. scott qui è al livello di kubrick
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Capita raramente di vedere un film che fa centro su ogni aspetto (trama, costumi, attori): questo è uno di quelli...e quindi, nel suo genere, è forse il migliore (....R. Scott qui è al livello di S. Kubrick).
Due ufficiali di cavalleria francesi, durante le guerre napoleoniche, si scontrano tra loro più volte in duello (pur essendo entrambi dello stesso esercito): il motivo è che uno di loro (H. Keitel) è un "maniaco" che vive dell'adrenalina dei duelli, cercandoli apposta per soddisfare questa sua indole. L'altro ufficiale (K. Corradine), invece, pur essendo un coraggioso soldato cerca in tutti i modi di evitare le provocazioni che il primo gli lancia per riuscire a sfidarlo.. Oltre a questi duelli tra i due protagonisti(duelli all'arma bianca da appiedati, con le pistole, con la sciabola a cavallo) il film decrive tutto il contesto dell'epoca (soldati, prostitute, vita quotidiana) e anche 8in parte) la guerre napoleoniche (in cui i duellanti combattono insieme contro i russi).
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Capita raramente di vedere un film che fa centro su ogni aspetto (trama, costumi, attori): questo è uno di quelli...e quindi, nel suo genere, è forse il migliore (....R. Scott qui è al livello di S. Kubrick).
Due ufficiali di cavalleria francesi, durante le guerre napoleoniche, si scontrano tra loro più volte in duello (pur essendo entrambi dello stesso esercito): il motivo è che uno di loro (H. Keitel) è un "maniaco" che vive dell'adrenalina dei duelli, cercandoli apposta per soddisfare questa sua indole. L'altro ufficiale (K. Corradine), invece, pur essendo un coraggioso soldato cerca in tutti i modi di evitare le provocazioni che il primo gli lancia per riuscire a sfidarlo.. Oltre a questi duelli tra i due protagonisti(duelli all'arma bianca da appiedati, con le pistole, con la sciabola a cavallo) il film decrive tutto il contesto dell'epoca (soldati, prostitute, vita quotidiana) e anche 8in parte) la guerre napoleoniche (in cui i duellanti combattono insieme contro i russi). Dopo la sconfitta di Napoleone, il personaggio interpretato da H. Keitel rimarrà fedele al deposto imperatore (venendo così epurato dalla carriera militare), mentre l'altro "duellante" troverà una ricca moglie e continuerà la carriera (avendo accettato di esser fedele al nuovo governo). Ma i due duellanti si scontreranno nuovamente, sempre per la caparbietà del primo dei due, che troverà la morte...Film di avventura indimenticabile e da 5 stelle. Da vedere ed avere anche su DVD...
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andrea alesci
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giovedì 24 settembre 2015
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un doppio scontro sul filo della lama
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Scintilla come due spade che s’incontrano nell’aria. È l’opera prima di Ridley Scott (da un racconto di Joseph Conrad), che prende le mosse da un futile motivo d’onore offeso divenuto un duello lungo oltre quindici anni, dalla presa del potere di Napoleone (1800) sino al principio della Restaurazione (1816). Una sfida protratta nel tempo fra due tenenti ussari: l’instabile arrogante Gabriel Féraud (Harvey Keitel) e il misurato compìto Armand D’Hubert (Keith Carradine).
L’opposizione di due caratteri, due visioni, due mondi, capaci d’incontrarsi soltanto in punta di lama, nella foga di un duello che il regista Scott sa rendere con abili e scattanti controcampi, in perfetta armonia con i fendenti scoccati sin dal primo memorabile scontro a Strasburgo, nel cortile della casa di Féraud, allorché a esser ferito è proprio il padrone di casa.
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Scintilla come due spade che s’incontrano nell’aria. È l’opera prima di Ridley Scott (da un racconto di Joseph Conrad), che prende le mosse da un futile motivo d’onore offeso divenuto un duello lungo oltre quindici anni, dalla presa del potere di Napoleone (1800) sino al principio della Restaurazione (1816). Una sfida protratta nel tempo fra due tenenti ussari: l’instabile arrogante Gabriel Féraud (Harvey Keitel) e il misurato compìto Armand D’Hubert (Keith Carradine).
L’opposizione di due caratteri, due visioni, due mondi, capaci d’incontrarsi soltanto in punta di lama, nella foga di un duello che il regista Scott sa rendere con abili e scattanti controcampi, in perfetta armonia con i fendenti scoccati sin dal primo memorabile scontro a Strasburgo, nel cortile della casa di Féraud, allorché a esser ferito è proprio il padrone di casa.
Ma è solo l’inizio di un dualismo che scivola negli anni e nei luoghi, divenendo ossessione per il tenente Féraud e ferace assillo per il suo opposto D’Hubert. Davanti agli occhi non abbiamo che queste due figure, mentre tutto il resto scorre sullo sfondo, là dove ogni cosa sfuma nell’indistinto agglomerato dei fatti grazie ai controluce che Ridley Scott costruisce con perspicace sapienza visiva attorno ai contorni dell’unico fatto che interessa: il duello Féraud/D’Hubert.
Due uniformi che si ritroveranno l’anno seguente, ad Augusta: prima, nel giardino di una tenuta di campagna, D’Hubert verrà ferito al petto e non potrà continuare; quindi, all’interno di una stalla, dove il cruento combattimento si allunga fino allo sfinimento dei due sciabolatori, fermati dal pubblico che attende al duello.
Due uomini ormai compromessi, inestricabilmente avvinti da un legame d’acciaio che ne ha mutato gli sguardi. E pur se il morigerato D’Hubert tenta in ogni modo di fuggire l’ennesimo vis à vis, l’incidentale incontro in una taverna di Lubecca (1806) lo costringerà a incrociare di nuovo lo sguardo del nemico. Stavolta la contesa è a cavallo. Stavolta D’Hubert diventa Féraud: lo scellerato sfidante finisce a terra, colpito alla fronte dall’impeto esplosivo di chi vuol chiudere la partita.
Ma il duello non potrà finire che dinanzi alla morte di uno dei due. Quel fantasma mortifero che ritorna sei anni più tardi nel bianco deserto della campagna di Russia, quando soltanto la minaccia dei cosacchi unirà gli intenti e le traiettorie delle pistole dei soldati Féraud e D’Hubert. La Storia s’intromette. E lo farà anche al loro ritorno in patria: la carriera di Armand D’Hubert marcia al servizio di re Luigi XVIII, quella di Gabriel Féraud si disfa in parallelo all’abisso del suo Imperatore.
D’Hubert diventa capitano e poi generale; Féraud finisce nella lista di coloro destinati alla ghigliottina. Ma anche il generale D’Hubert ha un suo codice d’onore, l’onore di chi riconosce la dignità altrui, perfino quella di un ostinato rivale come Féraud, per il quale chiede e ottiene la grazia presso il potente ministro della Polizia francese, Joseph Fouché (Albert Finney).
Il duello però galleggia ancora nel tempo e non v’è nulla che possa placare l’ardire di Féraud. Sino all’epilogo di Tours (1816), allo scontro finale fra i ruderi di un castello: pistole alla mano e due cartucce ciascuno. Féraud esaurisce le sue, D’Hubert ha ancora un colpo in canna, e decide: decide con onore di dichiarare defunto l’avversario e prendersi così la sua vita. Decide che l’ottusa impenitenza di chi sfida il mondo sia giunta all’ora della sua livida morte.
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august
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martedì 28 giugno 2011
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capolavoro indiscusso da vedere assolutamente
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Robert Fogelberg Rota Il cinema di Hollywood ha avuto due esordi grandissimi quello di John Huston nel “Il mistero del falcone maltese” e quello di Orson Wells in “Quarto Potere” e l’esordio per la Hollywood post moderna è presentato dal primo lavoro dell’inglese Ridley Scott. Fotografato in maniera impeccabile e austera da Frank Tidy con luci freddi ed invernali e montato benissimo da Pamela Power il film presenta come il quasi coevo “la marchesa von O” di Eric Rohmer una fedeltà impeccabile al testo di Sir Joseph Conrad che nelle mani di Ridely Scott e dello sceneggiatore Gerald Vaughan-Hughes diviene un modo per raccontare uan storia sulla morte di una certa etica militare.
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Robert Fogelberg Rota Il cinema di Hollywood ha avuto due esordi grandissimi quello di John Huston nel “Il mistero del falcone maltese” e quello di Orson Wells in “Quarto Potere” e l’esordio per la Hollywood post moderna è presentato dal primo lavoro dell’inglese Ridley Scott. Fotografato in maniera impeccabile e austera da Frank Tidy con luci freddi ed invernali e montato benissimo da Pamela Power il film presenta come il quasi coevo “la marchesa von O” di Eric Rohmer una fedeltà impeccabile al testo di Sir Joseph Conrad che nelle mani di Ridely Scott e dello sceneggiatore Gerald Vaughan-Hughes diviene un modo per raccontare uan storia sulla morte di una certa etica militare. Impareggiabili le scene di scherma dal primo duello allo spadino crudelissimo preparato da Tito Tomassini romano discendete da maestri d’arme ai duelli alla sciabola soprattutto uno in casa matta due attori diversissimi fanno i loro ruoli migliori. Splendido e degno di ogni lode Harvey Keitel nel ruolo del vulcanico e felinico Gabriel Feraud mentre molto più inglese e pacato Keith Carradine nel ruolo apparentemente più posato e umano , nel ruolo di Armand D’Hubeg che non è un eroe positivo ma un carrierista . In questa stupenda ricreazione dell’ambiente militare- non guasta per niente il fatto che sia solo presente uan breve scaramuccia con i cosacchi- troviamo anche Pete Postlethwaite nel ruolo molto bello di un attendente oltre che un bravissimo e molto inteso Albert Finney in quello del ministro Fouche. Per un film in ambiente militare sono tracciate benissimo anche le figure femminili molto piú di un semplice ornamento dalla dolce adéle (sicuramente il miglior ruolo di Christina Raines alla calcolatrice sorella di huberg interpreta benissimo da Meg Wynn Owen alla disillusionata ma non cinica prostituta Hialrie che ha la bellezza molto latina di Neville Jason. Per finire bellissimo anche il duello nel cortile quando Hubert ferisce Gabriel Feraud ed è graffiato da gay hamilton attrice oltre modo sottovalutata. Un film che è da vedere come cultura generale
Robert Fogelberg Rota
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august
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martedì 28 giugno 2011
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un film da vedere assolutamente capolavoro
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Il cinema di Hollywood ha avuto due esordi grandissimi quello di John Huston nel “Il mistero del falcone maltese” e quello di Orson Wells in “Quarto Potere” e l’esordio per la Hollywood post moderna è presentato dal primo lavoro dell’inglese Ridley Scott. Fotografato in maniera impeccabile e austera da Frank Tidy con luci freddi ed invernali e montato benissimo da Pamela Power il film presenta come il quasi coevo “la marchesa von O” di Eric Rohmer una fedeltà impeccabile al testo di Sir Joseph Conrad che nelle mani di Ridely Scott e dello sceneggiatore Gerald Vaughan-Hughes diviene un modo per raccontare uan storia sulla morte di una certa etica militare.
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Il cinema di Hollywood ha avuto due esordi grandissimi quello di John Huston nel “Il mistero del falcone maltese” e quello di Orson Wells in “Quarto Potere” e l’esordio per la Hollywood post moderna è presentato dal primo lavoro dell’inglese Ridley Scott. Fotografato in maniera impeccabile e austera da Frank Tidy con luci freddi ed invernali e montato benissimo da Pamela Power il film presenta come il quasi coevo “la marchesa von O” di Eric Rohmer una fedeltà impeccabile al testo di Sir Joseph Conrad che nelle mani di Ridely Scott e dello sceneggiatore Gerald Vaughan-Hughes diviene un modo per raccontare uan storia sulla morte di una certa etica militare. Impareggiabili le scene di scherma dal primo duello allo spadino crudelissimo preparato da Tito Tomassini romano discendete da maestri d’arme ai duelli alla sciabola soprattutto uno in casa matta due attori diversissimi fanno i loro ruoli migliori. Splendido e degno di ogni lode Harvey Keitel nel ruolo del vulcanico e felinico Gabriel Feraud mentre molto più inglese e pacato Keith Carradine nel ruolo apparentemente più posato e umano , nel ruolo di Armand D’Hubeg che non è un eroe positivo ma un carrierista . In questa stupenda ricreazione dell’ambiente militare- non guasta per niente il fatto che sia solo presente uan breve scaramuccia con i cosacchi- troviamo anche Pete Postlethwaite nel ruolo molto bello di un attendente oltre che un bravissimo e molto inteso Albert Finney in quello del ministro Fouche. Per un film in ambiente militare sono tracciate benissimo anche le figure femminili molto piú di un semplice ornamento dalla dolce adéle (sicuramente il miglior ruolo di Christina Raines alla calcolatrice sorella di huberg interpreta benissimo da Meg Wynn Owen alla disillusionata ma non cinica prostituta Hialrie che ha la bellezza molto latina di Neville Jason. Per finire bellissimo anche il duello nel cortile quando Hubert ferisce Gabriel Feraud ed è graffiato da gay hamilton attrice oltre modo sottovalutata. Un film che è da vedere come cultura generale
Robert Fogelberg Rota
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gianpaolo
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sabato 4 giugno 2005
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brillante esordio
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Sullo sfondo di un "affresco" funereo, e decadente del periodo napoleonico,...si snoda una vicenda intrisa di ossessione,.. alonata da un sottile strato di fatalismo.
Brillante esordio alla regìa di "Scott", che grazie soprattutto ad una spendida fotografia riesce a trasmettere tutta la crepuscolarità propria di quel periodo.
Il Film tratto da un racconto di "Conrad",..vede come protagonisti due ufficiali dell'esercito napoleonico tali "Fèraud", e "D'Hubert",..che per futili motivi iniziano una contesa che ,..causa l'ossessione del primo si protrarrà per diversi anni.
Inizialmente "D'Hubert" assume un atteggiamento "elusivo" nei confronti della disputa,...poi nel corso degli anni, quando comprende, che "Fèraud", con la sua ossessione sono un qualcosa di facente parte del proprio destino, non cerca più di sottrarsi a quello che reputa una sorta di "disegno" fatalista.
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Sullo sfondo di un "affresco" funereo, e decadente del periodo napoleonico,...si snoda una vicenda intrisa di ossessione,.. alonata da un sottile strato di fatalismo.
Brillante esordio alla regìa di "Scott", che grazie soprattutto ad una spendida fotografia riesce a trasmettere tutta la crepuscolarità propria di quel periodo.
Il Film tratto da un racconto di "Conrad",..vede come protagonisti due ufficiali dell'esercito napoleonico tali "Fèraud", e "D'Hubert",..che per futili motivi iniziano una contesa che ,..causa l'ossessione del primo si protrarrà per diversi anni.
Inizialmente "D'Hubert" assume un atteggiamento "elusivo" nei confronti della disputa,...poi nel corso degli anni, quando comprende, che "Fèraud", con la sua ossessione sono un qualcosa di facente parte del proprio destino, non cerca più di sottrarsi a quello che reputa una sorta di "disegno" fatalista.
Da segnalare l'uso dello "zoom",...decisamente "apparentato" con quello fatto in precedenza da "Kubrick" in "Barry-Lyndon".
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giofredo'
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martedì 17 novembre 2009
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pellicola ineccepibile
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Due ussari,quando oramai l'impero napoleonico,riversava lentamente in un continuo declino, per ordine di un suo superiore, dovettero fronteggiarsi a fil di spada per il proprio onore poiche' uno di essi si senti' oltreggaiato, perche' richiamato all'istante dallo stesso comandante in carica, dopo che questi aveva ferito, quasi a morte, il nipote del sindaco.
Il film si profila gradatuamente fino alla fine tra combattimenti e spargimenti di sangue tra i due, quando l'ignaro ussaro, solo per aver adempiuto al suo dovere su ordine di rientro al tempo, del suo acerrimo nemico, lo sconfisse definitavamente risparmaiandole la vita alla sfida con le pistole.
Il finale rimane emblematico, quando lo sconfitto,con le spalle rivolte e lo sguardo proteso verso l'orizzonte dai colori tenui e affusolati,rimanda la condizione metaforica e storica di un 'imperatore che oramai non c'e' piu';e di cui egli, ne sentiva parte.
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Due ussari,quando oramai l'impero napoleonico,riversava lentamente in un continuo declino, per ordine di un suo superiore, dovettero fronteggiarsi a fil di spada per il proprio onore poiche' uno di essi si senti' oltreggaiato, perche' richiamato all'istante dallo stesso comandante in carica, dopo che questi aveva ferito, quasi a morte, il nipote del sindaco.
Il film si profila gradatuamente fino alla fine tra combattimenti e spargimenti di sangue tra i due, quando l'ignaro ussaro, solo per aver adempiuto al suo dovere su ordine di rientro al tempo, del suo acerrimo nemico, lo sconfisse definitavamente risparmaiandole la vita alla sfida con le pistole.
Il finale rimane emblematico, quando lo sconfitto,con le spalle rivolte e lo sguardo proteso verso l'orizzonte dai colori tenui e affusolati,rimanda la condizione metaforica e storica di un 'imperatore che oramai non c'e' piu';e di cui egli, ne sentiva parte.
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