'Ten Thousand Bedrooms' in USA fu un grosso flop, molti critici e maligni pronosticavano la fine della carriera di Martin avendo recitato per la prima volta senza il compagno Jerry Lewis, con cui ruppe definitivamente un sodalizio fortunatissimo, ma dall'anno successivo con 'I giovani Leoni' Dean seppe rifarsi abbondandemente e altri film che seguirono e spettacoli televisivi lo confermarono come uno dei più grandi cantanti e attori che sia mai esistito (era l'idolo di Elvis Presley che lo definì il cantante più cool che sia mai esistito). Diciamo subito che questo film è molto stucchevole, ed è un peccato vedere Walter Sletzak che qui interpreta il padre delle quattro belle figliole (Sletzak è il grande caratterista noir indimendicabile aguzzino dal passo strascicato che perseguita John Garfield nel 'Il passo del carnefice) che si alterna tra suonatore di pianoforte e paternalistico tuttofare casalingo, mentre la maggiore delle figlie è la brava e bella Eva Bartok quella di 'Operazione Amsterdam' tanto per intenderci, cosi come è triste vedere il grande Paul Henreid ridotto qui a semplice macchietta come scarso scultore polacco, innamorato sfortunato di una delle ragazze che ama Dean Martin, (la più grande, la Bartok).
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'Ten Thousand Bedrooms' in USA fu un grosso flop, molti critici e maligni pronosticavano la fine della carriera di Martin avendo recitato per la prima volta senza il compagno Jerry Lewis, con cui ruppe definitivamente un sodalizio fortunatissimo, ma dall'anno successivo con 'I giovani Leoni' Dean seppe rifarsi abbondandemente e altri film che seguirono e spettacoli televisivi lo confermarono come uno dei più grandi cantanti e attori che sia mai esistito (era l'idolo di Elvis Presley che lo definì il cantante più cool che sia mai esistito). Diciamo subito che questo film è molto stucchevole, ed è un peccato vedere Walter Sletzak che qui interpreta il padre delle quattro belle figliole (Sletzak è il grande caratterista noir indimendicabile aguzzino dal passo strascicato che perseguita John Garfield nel 'Il passo del carnefice) che si alterna tra suonatore di pianoforte e paternalistico tuttofare casalingo, mentre la maggiore delle figlie è la brava e bella Eva Bartok quella di 'Operazione Amsterdam' tanto per intenderci, cosi come è triste vedere il grande Paul Henreid ridotto qui a semplice macchietta come scarso scultore polacco, innamorato sfortunato di una delle ragazze che ama Dean Martin, (la più grande, la Bartok). I protagonisti non hanno un minimo spessore ma agiscono solo perchè mossi da una sceneggiatura schematicissima perdipiù ingenua e prevedibile, (nella loro prevedibilità alcuni personaggi danno veramente un bonario voltastomaco) si salvano solo le scene con Deweyn Martin (ottimo co-protagonista ne 'La cosa da un altro mondo' e nessuna parentela con Dean) cui mostra un amore genuino per una delle quattro ragazze (la più giovane, la Alberghetti) e non perde tempo a fare una corte insistente e quasi-divertente e sincera dal punto di vista cinematografico, inoltre bella la sequenza quando il padre delle ragazze trovandosi davanti i cinque pretendenti delle figlie si mette a contare lentamente le dita della sua mano, assumendo sempre più un aspetto confuso; il resto, specialmente il finale, è (forse) da dimenticare.
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