rinaieskj
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giovedì 19 marzo 2009
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ecco perché è un film girato da un analfabeta
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Un film talmente mediocre e grossolano che l'idea stessa su cui si basa è sputtanata nell'abc della sua realizzazione. Vuoi fare un film dove una produttrice televisiva, pur di fare grandi ascolti, sfida il mondo per trasmettere un reality dove i partecipanti giocheranno alla roulette russa fino alle più estreme conseguenze? Bene, ma poi il programma televisivo non può essere basato su regole che anche un bambino di 10 anni sa che non funzionerebbero. Ci sono 6 partecipanti e sei colpi nella pistola, uno morirà spappolandosi il cervello, gli altri vinceranno 5 milioni di dollari a testa. Nel film ci sorbiamo mezz'ora di pistole alla tempia, attese, fiati sospesi, comunicazioni sugli ascolti che salgono, fino a che il quinto concorrente muore.
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Un film talmente mediocre e grossolano che l'idea stessa su cui si basa è sputtanata nell'abc della sua realizzazione. Vuoi fare un film dove una produttrice televisiva, pur di fare grandi ascolti, sfida il mondo per trasmettere un reality dove i partecipanti giocheranno alla roulette russa fino alle più estreme conseguenze? Bene, ma poi il programma televisivo non può essere basato su regole che anche un bambino di 10 anni sa che non funzionerebbero. Ci sono 6 partecipanti e sei colpi nella pistola, uno morirà spappolandosi il cervello, gli altri vinceranno 5 milioni di dollari a testa. Nel film ci sorbiamo mezz'ora di pistole alla tempia, attese, fiati sospesi, comunicazioni sugli ascolti che salgono, fino a che il quinto concorrente muore. Ora, siccome il caricatore non viene girato ogni volta che qualcuno preme il grilletto (come avviene nel film "Il cacciatore), se il proiettile non fosse stato nemmeno in canna al quinto concorrente, il sesto ed ultimo partecipante avrebbe saputo con sicurezza che sarebbe stato lui a morire senza vincere i milioni di dollari... e allora, secondo voi, si sarebbe sparato alla testa o avrebbe salutato tutti andando a mangiarsi una pizza, trasformando il programma più innovativo e feroce della storia della TV nella più grande delusione?
Non solo, gran parte del film è dedicato alla realizzazione dei filmati che, come in qualsiasi reality, presentano i concorrenti, la loro vita, le motivazioni che li portano a partecipare ad un simile progetto. Sono questi filmati, con la loro forza umana, a convincere i capi della tv e gli sponsor che il programma funzionerà. Bene, al momento della messa in onda del reality, non è che i filmati vengono trasmessi tutti insieme prima della roulette russa, così da appassionare gli spettatori ai protagonisti del gioco che potrebbero morire. Il programma inizia, viene trasmesso il filmato di un solo concorrente e poi questo si punta la pistola alla tempia e preme il grilletto, e così via. Se a morire fosse stato il primo concorrente il programma tv a caccia di ascolti sarebbe durato cinque minuti, e nessuno avrebbe visto i filmati degli altri concorrenti.
Insomma, abc... appunto. Come se qualcuno facesse un film su una partita di calcio dimenticandosi che serve il pallone. Poi non c'è da meravigliarsi se tutto il film è altrettanto mediocre, con la protagonista che blatera per 89 minuti di quanto sia bello, moderno, innovativo, giusto mandare in onda qualcuno che si spara alla testa e poi quando accade piange e vomita rendendosi conto di cosa ha fatto.
Ma mi faccia il piacere....
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farfalalla
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domenica 8 marzo 2009
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meditate gente, meditate
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Il film non è diseducativo, ma provocatorio. C'è una bella differenza... Estremizza il concetto di «reality show» e ci fa vedere dove può portare la spettacolarizzazione estrema quando è al servizio del profitto, degli ascolti a tutti i costi. Tutto ciò conduce alla più profonda amoralità, all'annichilimento dei giudizi e dei valori. È un monito, non una storiella truce fine a se stessa.
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la robi
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lunedì 16 marzo 2009
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film a metà
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(Finto)Documentario che racconta la storia di una determinata Eva Mendes alle prese con un programma che raggiunga il 40% di share. Orribilmente cinica, riuscirà a mettere in onda il suo programma (Live!appunto) in cui 6 concorrenti si sfidano alla roulette russa.
Personalmente credo che questo film si componga di 2 parti totalmente opposte tra loro. La parte del documentario è fatta bene ma non riesce a catturare lo spettatore che si chiede continuamente tra quanto sarebbe iniziato il vero e proprio reality show.
La seconda parte, quella del vero e proprio Live!, è un concentrato di tensione e adrenalina. Non è scontato ma il finale è assolutamente imprevedibile, rende lo spettatore con lo sguardo fisso allo schermo.
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(Finto)Documentario che racconta la storia di una determinata Eva Mendes alle prese con un programma che raggiunga il 40% di share. Orribilmente cinica, riuscirà a mettere in onda il suo programma (Live!appunto) in cui 6 concorrenti si sfidano alla roulette russa.
Personalmente credo che questo film si componga di 2 parti totalmente opposte tra loro. La parte del documentario è fatta bene ma non riesce a catturare lo spettatore che si chiede continuamente tra quanto sarebbe iniziato il vero e proprio reality show.
La seconda parte, quella del vero e proprio Live!, è un concentrato di tensione e adrenalina. Non è scontato ma il finale è assolutamente imprevedibile, rende lo spettatore con lo sguardo fisso allo schermo. Veramente fatto bene.
Molti di noi l'hanno visto poichè è un film.
Esisterebbe gente che lo guarderebbe realmente?
In cuor mio spero di no ma credo proprio che la risposta sia un altra!
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pietro berti
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domenica 22 marzo 2009
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live: ascolti record al primo colpo
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LIVE! – Ascolti record al primo colpo: Regia di Bill Guttentag, genere drammatico, durata 1h e 50 m, con Eva Mendes, e J. D. Morgan. E’ da tempo che i reality la fanno da padroni nelle classifiche di audience di ogni paese, dal grande fratello a survivors all’isola dei famosi per passare alla fattoria si è rilevato che l’interesse degli spettatori non solo non è diminuito, ma anzi, è vertiginosamente aumentato. Tutto per il pubblico. Qualunque cosa per il pubblico. Basta una telecamera, lasciarla accesa di fronte ad un fatto qualunque e si può star certi che qualche spettatore si sentirà magneticamente attratto a guardarlo. Che coloro che vengono filmati si picchino, siano provocati, siano messi in pericolo, siano affamati, pratichino sesso in diretta, il pubblico, attonito, rimane con lo sguardo incollato al televisore.
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LIVE! – Ascolti record al primo colpo: Regia di Bill Guttentag, genere drammatico, durata 1h e 50 m, con Eva Mendes, e J. D. Morgan. E’ da tempo che i reality la fanno da padroni nelle classifiche di audience di ogni paese, dal grande fratello a survivors all’isola dei famosi per passare alla fattoria si è rilevato che l’interesse degli spettatori non solo non è diminuito, ma anzi, è vertiginosamente aumentato. Tutto per il pubblico. Qualunque cosa per il pubblico. Basta una telecamera, lasciarla accesa di fronte ad un fatto qualunque e si può star certi che qualche spettatore si sentirà magneticamente attratto a guardarlo. Che coloro che vengono filmati si picchino, siano provocati, siano messi in pericolo, siano affamati, pratichino sesso in diretta, il pubblico, attonito, rimane con lo sguardo incollato al televisore. Live mette come posta in gioco del reality la morte in diretta. Il film narra di un nuovo estremo reality show, dove i concorrenti partecipano ad una roulette russa con armi cariche con proiettili veri. Il sopravvissuto al termine della competizione otterrà un premio di 5 milioni di dollari. Katy propone lo show alle alte sfere del network appoggiata dal documentarista Rex , forte del fatto che “gli uomini sono sempre stati affascinati dalla morte e, cosa più importante, dal fatto di assistere alla morte, dal pubblico che accorreva al Colosseo per assistere ai combattimenti all’ultimo sangue tra i gladiatori alle folle di Parigi che venivano ad assistere alle esecuzioni tramite ghigliottina ”. Rilievo importante del film è che a questo reality non partecipano persone al limite della disperazione. C’è il giovanotto che partecipa per guadagnare soldi facili e celebrità, la bella in cerca di un trampolino di lancio per una carriera in TV, il bravo ragazzo che vuole una vita migliore per sé e la sua famiglia, l’intellettuale che come tale dovrebbe utilizzare la stampa per criticare i reality ma finisce per sfruttarlo come tutti gli altri, e quello che ha una storia tragica alle spalle. Fino a dove si può spingere l’interesse morboso degli spettatori nei confronti di un reality? E soprattutto, di un reality in cui uno solo vince e per gli altri si muore per davvero? L’idea del film nasce dall’esperienza diretta del regista che ha avuto modo di ascoltare le proposte più assurde dei network televisivi, come quella di distruggere in diretta un Boeing 747. Questo è un film che a suo modo è estremamente educativo e ritengo che la sua visione sia molto importante per comprendere e valutare i meccanismi attraverso cui ognuno di noi sceglie i programmi televisivi, cosa guardare e per quale motivo. Un film che analizza i meccanismi psicologici dello spettatore e i meccanismi della sua captazione. Pietro Berti
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sinkro
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martedì 26 maggio 2009
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più che buono
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Veramente buon lavoro. E' vero che presenta notevoli buchi nella trama (se fosse il primo concorrente a spararsi in testa? e se al quinto la pallottola non fosse ancora sparata? e leggi sull'incitamento al reato? e se la donna avesse sparato al presentaotre? etc.) ed è un peccato per i personaggi bidimensionali cui manca una caratterizzazione psicologica (magari con degli attori di maggiore caratura).Coinvolge a volte, un po' sì e un po' no.
Però pone degli interrogativi importanti, attuali e odierni. Nei primi minuti si ode l'eco del grandissimo "Il Quinto Potere" di Lumet. Insomma farà discutere e si può apprezzare una critica ai media (nessuno si chiede sia morale o meno). anche se non riesce a coinvolgere fino il fondo lo spettatore.
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Veramente buon lavoro. E' vero che presenta notevoli buchi nella trama (se fosse il primo concorrente a spararsi in testa? e se al quinto la pallottola non fosse ancora sparata? e leggi sull'incitamento al reato? e se la donna avesse sparato al presentaotre? etc.) ed è un peccato per i personaggi bidimensionali cui manca una caratterizzazione psicologica (magari con degli attori di maggiore caratura).Coinvolge a volte, un po' sì e un po' no.
Però pone degli interrogativi importanti, attuali e odierni. Nei primi minuti si ode l'eco del grandissimo "Il Quinto Potere" di Lumet. Insomma farà discutere e si può apprezzare una critica ai media (nessuno si chiede sia morale o meno). anche se non riesce a coinvolgere fino il fondo lo spettatore. Uno spunto validissimo realizzato purtroppo non al pieno delle possibilità.
Bello il finale sopratutto l'ultima frase della (più bella che brava) Mendes che (parafrasando) dice "questo è il futuro".
PS: Sarebbe un 3,5 ma non potendo mettiamo 4 per alzare la media
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pointbreak
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domenica 3 giugno 2012
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qualcosa s'inceppa e non è la pistola
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Gli intenti erano nobili, ma il risultato lascia un po’ a desiderare. Live! nasce per criticare la mercificazione delle emozioni nella tv contemporanea e, in particolare, l’inesorabile deriva dei reality show, basati sempre più sulla ricerca dell’audience ad ogni costo, il trash che si sporca di sangue, si fa tragedia. Tutto, nel nome del “Dio” share, che ossessiona la mente degli autori televisivi.
E il film prende corpo proprio da un’autrice, Katy Courbet (interpretata da Eva Mendes) che deve trovare uno show innovativo in grado di alzare gli indici di ascolto della sua rete. Arriva l’illuminazione: fare un reality che si spinge dove nessuno ha mai osato, mostrando la morte in diretta col celebre gioco della “roulette russa” (si veda 13 Tzameti, di Géla Babluani).
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Gli intenti erano nobili, ma il risultato lascia un po’ a desiderare. Live! nasce per criticare la mercificazione delle emozioni nella tv contemporanea e, in particolare, l’inesorabile deriva dei reality show, basati sempre più sulla ricerca dell’audience ad ogni costo, il trash che si sporca di sangue, si fa tragedia. Tutto, nel nome del “Dio” share, che ossessiona la mente degli autori televisivi.
E il film prende corpo proprio da un’autrice, Katy Courbet (interpretata da Eva Mendes) che deve trovare uno show innovativo in grado di alzare gli indici di ascolto della sua rete. Arriva l’illuminazione: fare un reality che si spinge dove nessuno ha mai osato, mostrando la morte in diretta col celebre gioco della “roulette russa” (si veda 13 Tzameti, di Géla Babluani). C’è chi ovviamente si oppone alla folle idea, ma la Mendes, perfettamente a suo agio nei panni della donna senza scrupoli, sostiene: «Pensateci – dice - dal Colosseo, dove si accorreva per assistere ai combattimenti tra i gladiatori, alle folle di Parigi che venivano a vedere la ghigliottina, gli uomini sono sempre stati affascinati dalla morte e, cosa più importante, dal fatto di assistervi». E ancora: «l’informazione dei Tg pullula di immagini di morte, violenza, forse più dei reality».
Così, viene superato ogni ostacolo legale per portare nelle case degli americani il gioco della roulette russa: 6 concorrenti, una pistola a tamburo con una pallottola e 5 milioni di dollari in palio per chi sopravvive. Il soggetto, dunque, risulta attualissimo. Non è la prima pellicola a mettere a nudo l’amoralità dei reality: basti pensare a The Truman Show.
La struttura è solida. Peccato che l’iniziale denuncia finisca presto la propria forza riflessiva. Mancano vere svolte narrative, anche perché Guttentag usa lo stile del “mockumentary”, il finto documentario. Il plot è un film nel film: un uomo sta realizzando una pellicola su come si realizza uno show televisivo. Le costanti sono: camera a mano, zoomate visibili, panoramiche a schiaffo e voice-off (intervistatore fuori campo). Una scelta discutibile, che rende tutto un po’ monocorde. La prima parte è deludente, eccessivamente lunga e banale, volutamente focalizzata sul dietro le quinte (la selezione dei concorrenti). Il finale, sbrigativo e approssimativo, è gravemente insufficiente. La denuncia non sta in piedi. Non regge il gioco, non regge il falso documentario.
Qualcosa s’inceppa e non è la pistola. Lo share del programma sale vertiginosamente, ma il format si tradisce da sé. Se ad uccidersi fosse stato il primo concorrente, dov’è la suspense? Ovviamente con la roulette russa c'è sempre un minimo di tensione, impossibile negarlo. Tuttavia, lo schematismo delle inquadrature è troppo ripetitivo. Per 5 volte si ripete lo stesso identico iter: il presentatore che introduce, l’rvm sul background del concorrente, la pistola che arriva con la valletta, il piano di ascolto sui parenti, la pistola alla tempia, lo sparo, la cabina di regia dove arrivano i dati sullo share, il regista che ordina il jingle. Se a morire fosse stato il primo concorrente il programma a caccia di ascolti sarebbe durato 5 cinque minuti, e nessuno avrebbe visto i filmati degli altri concorrenti.
Nel complesso, si avverte una sensazione di disagio quando la macchina da presa non molla, neppure nel privato, il suo occhio indiscreto. Si può comunque apprezzare l’intento originario di documentare la perversione, l’amoralità e la brama di potere della tv contemporanea.
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alessio
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lunedì 9 marzo 2009
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la morte in diretta tv
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Trama molto semplice e molto diretta.
Il film è una sorta di documentario che vuole raccontare la nascita del programma del secolo, Live!, in cui un concorrente muore al gioco della roulette russa.
Molto lento e noioso nella prima parte, sicuramente un effetto dovuto per far salira l'aspettativa nella seconda parte del film, ovvero la visione del finto programma stesso. Ansia, angoscia e adrenalina sono alla base della seconda meravigliosa parte del film, dove assistiamo anche -ahime- al suicidio di uno dei concorrenti come previsto. Emblema del film, il totale disinteresse da parte di tutti gli spettatori, con colpi di scena finali veramente inaspettati.
Ottimo il cast di attori, la bella e talentuosa Katie Cassidy, Eva Mendes, Eric Lively (fratello maggiore di Blake Lively di Gossip Girl) e Jeffrey Dean Morgan.
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Trama molto semplice e molto diretta.
Il film è una sorta di documentario che vuole raccontare la nascita del programma del secolo, Live!, in cui un concorrente muore al gioco della roulette russa.
Molto lento e noioso nella prima parte, sicuramente un effetto dovuto per far salira l'aspettativa nella seconda parte del film, ovvero la visione del finto programma stesso. Ansia, angoscia e adrenalina sono alla base della seconda meravigliosa parte del film, dove assistiamo anche -ahime- al suicidio di uno dei concorrenti come previsto. Emblema del film, il totale disinteresse da parte di tutti gli spettatori, con colpi di scena finali veramente inaspettati.
Ottimo il cast di attori, la bella e talentuosa Katie Cassidy, Eva Mendes, Eric Lively (fratello maggiore di Blake Lively di Gossip Girl) e Jeffrey Dean Morgan.
L'unica cosa che rimane da dire è: meglio continuare a seguire il "Grande fratello" o "L'isola dei famosi", dove non abbiamo nessuna suspance ma almeno il morto non ci scappa.
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[+] meglio spegnere il televisore allora!
(di walter)
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francesca
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lunedì 9 marzo 2009
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voglio pure io alzare la media & contro la critica
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l'ennesima dimostrazione che il sistema fa acqua. specialmente quello televisivo, grande Eva Mendes anche se il resto del cast lascia a desiderare. Buonissimo film, grande prova del regista, ottima anche la scenografia (cosa che nessuno avevo detto). Come ha suggerito qualcuno voglio alzare la media e soprattutto criticare la critica per il giudizio assolutamente inadatto che ha conferito ha questo film. Merita assolutamente d'esser visto, assieme a The Wrestler, Gran Torino, Watchmen e Due Partite.
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(di nadine)
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robmamba
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domenica 22 marzo 2009
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reality shock
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Esperienza dei nostri giorni questo film....anzi...questo piccolo grande film. L'ossessione futura , vista con notevole lungimiranza dal regista del vero che proviene dalla televisione.Live! porta in scena un futuro non così prossimo delle televisione.Regia iperrealista, una macchina a mano(ormai di moda) stile backstage in perfetto stile Usa.La Mendez ricorda molto la Ventura,anche se è un pò più bona e più scrupolosa verso il finale del film,così come il suo fidato operatore regista che alla fine si tramuta peggio di lei,chissà se non sia stato proprio lui alla fine a organizzare il tutto per far esplodere ancora di più il programma. I giocatori sono tutti stereotipati,come lo sono quelli del ''Grande Fratello'',rispettano tutti i canoni soliti e scontati che si vorrebbero vedere in tv.
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Esperienza dei nostri giorni questo film....anzi...questo piccolo grande film. L'ossessione futura , vista con notevole lungimiranza dal regista del vero che proviene dalla televisione.Live! porta in scena un futuro non così prossimo delle televisione.Regia iperrealista, una macchina a mano(ormai di moda) stile backstage in perfetto stile Usa.La Mendez ricorda molto la Ventura,anche se è un pò più bona e più scrupolosa verso il finale del film,così come il suo fidato operatore regista che alla fine si tramuta peggio di lei,chissà se non sia stato proprio lui alla fine a organizzare il tutto per far esplodere ancora di più il programma. I giocatori sono tutti stereotipati,come lo sono quelli del ''Grande Fratello'',rispettano tutti i canoni soliti e scontati che si vorrebbero vedere in tv.Questo brillante esordio ho la vaga sensazione che verrà capito fra qualche anno.
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isabella dellas
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lunedì 30 marzo 2009
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cosa sei disposto a fare per 5 milioni di dollari?
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Panoramica della società di oggi, denunciata attraverso un programma televisivo.
Questo programma è un reality show. Fama & ricchezza in un gioco di testa o croce dove in ballo è la propria vita.
Cosa sono disposte a fare le persone di oggi, ragazzi e adulti che siano, per cinque milioni di dollari?
Non basta più cercare il successo nella propria vita quotidiana: studi, sport, lavoro e costruendosi una famiglia, bisogna avere di più, quel superfluo che è diventato necessario, avere successo ad ogni costo, popolarità e una fortuna in mano in pochi minuti senza alcuna meritocrazia, tutto e subito.
Da quando è iniziato questo circolo vizioso? Chi sta manovrando le nostre scelte e bisogni? E chi sta sbagliando? Chi decide le regole del gioco o noi che le accettiamo e iniziamo a giocare.
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Panoramica della società di oggi, denunciata attraverso un programma televisivo.
Questo programma è un reality show. Fama & ricchezza in un gioco di testa o croce dove in ballo è la propria vita.
Cosa sono disposte a fare le persone di oggi, ragazzi e adulti che siano, per cinque milioni di dollari?
Non basta più cercare il successo nella propria vita quotidiana: studi, sport, lavoro e costruendosi una famiglia, bisogna avere di più, quel superfluo che è diventato necessario, avere successo ad ogni costo, popolarità e una fortuna in mano in pochi minuti senza alcuna meritocrazia, tutto e subito.
Da quando è iniziato questo circolo vizioso? Chi sta manovrando le nostre scelte e bisogni? E chi sta sbagliando? Chi decide le regole del gioco o noi che le accettiamo e iniziamo a giocare.
La scena più scioccante di tutto il film si racchiude in pochi minuti verso la fine, dove il penultimo concorrente, un ragazzo con tutta una vita davanti, si punta la pistola contro la tempia, ma purtroppo è la mano sfortunata, e a quel punto, in pochissimi istanti gli altri concorrenti esultano insieme al conduttore dello show, il pubblico si alza in piede ed applaude, lo staff del programma festeggia febbricitante lo share raggiunto, mentre sullo sfondo, in appena uno scorcio di ripresa, si vede che piange solo la ragazza del concorrente morto, che viene portato via senza esser ripreso dalle telecamere. Ha semplicemente perso.
Soltanto l’ideatrice del programma si rende conto di ciò che ha fatto, uno share per una vita spezzata, e inizia così la sua disperazione, fino a quando, finito il programma, viene uccisa durante le interviste. Perché? E da chi?
Stavolta viene lasciato a noi pubblico reale capirne il motivo: per la legge del taglione, perché era il genitore del ragazzo morto, perché era uno squilibrato che voleva, anche lui, il suo minuto di fama?
Oppure era per fermare un probabile e futuro eccidio, se il programma avesse avuto successo. (Fatto che si verifica inevitabilmente, un’anno dopo, e dove stavolta i riflettori sono puntati sulla nuova conduttrice dello show, la ragazza che un anno prima si era puntata la pistola alla tempia, e che nel frattempo è diventata l’attrice più famosa d’America).
Ragioniamo su questo film e facciamo un resoconto di dove ‘ci’ stanno portando e non senza ragione: perché se uno decidesse di fare un programma del genere, vuol dire che esistono ed esisteranno sempre persone che accetteranno di giocare, a qualsiasi regola,
Siamo forse così lontani della realtà di oggi?
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