giulio brillarelli
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martedì 10 febbraio 2009
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poche rondini non fan primavera
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La pantera più famosa e più rosa del mondo, scaturita dalla matita di Friz Freleng, e le suadenti, felpate note del sassofono, composte da Henry Mancini nel 1963, ammiccano e solleticano ancora una volta la vista e l’udito del pubblico nei titoli di testa de “La pantera rosa 2”, sequel del remake di tre anni fa; una continuità gradevole rispetto alle pellicole originali. - - - Tale continuità, però, non si riscontra in altri aspetti del film, soprattutto nel personaggio principale. Il Clouseau di Steve Martin mantiene certo alcune caratteristiche dell’originale di Peter Sellers: entrambi sono romantici e sognatori, ad esempio. Ma la goffezza di Steve Martin, sebbene superficialmente simile, nelle sue scaturigini è lontana anni luce da quella di Sellers negli anni ‘60.
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La pantera più famosa e più rosa del mondo, scaturita dalla matita di Friz Freleng, e le suadenti, felpate note del sassofono, composte da Henry Mancini nel 1963, ammiccano e solleticano ancora una volta la vista e l’udito del pubblico nei titoli di testa de “La pantera rosa 2”, sequel del remake di tre anni fa; una continuità gradevole rispetto alle pellicole originali. - - - Tale continuità, però, non si riscontra in altri aspetti del film, soprattutto nel personaggio principale. Il Clouseau di Steve Martin mantiene certo alcune caratteristiche dell’originale di Peter Sellers: entrambi sono romantici e sognatori, ad esempio. Ma la goffezza di Steve Martin, sebbene superficialmente simile, nelle sue scaturigini è lontana anni luce da quella di Sellers negli anni ‘60. Basti considerare i frequenti gesti di stizza e insofferenza che aveva il vecchio ispettore, quando cercava furiosamente di slacciarsi una vestaglia o di domare la cornetta ribelle di un telefono; in quello di Steve Martin tali scatti non si registrano, semplicemente perché il personaggio è ignaro dei propri limiti. Il vecchio Clouseau era un grande personaggio in quanto consapevole di sé, conscio di ingaggiare una lotta quotidiana contro suppellettili, forza di gravità e altre ostili leggi del mondo fisico. - - - Inoltre, mentre la maggior parte delle gag del vecchio Clouseau avevano come protagonista e vittima il loro stesso artefice, il personaggio di Steve Martin è più che altro un occhio del ciclone, seminando caos e distruzione intorno a sé senza rimanerne coinvolto. Anche per questo il Clouseau di Peter Sellers suscitava più simpatia ed empatia nel pubblico, perché era il primo ad essere risucchiato dal vortice dei propri pasticci. Era uno di noi. - - - Se poi la comicità di Sellers era quasi esclusivamente slapstick, quella di Martin gioca anche sul piano linguistico. La parodia dell’accento francese è certamente sopra le righe (nell’universo dell’ispettore Clouseau, curiosamente, parlano tutti sempre in inglese, anche quando gli interlocutori sono entrambi francesi), ma in questo caso la novità dà origine ad alcune gag apprezzabili, come quella della pronuncia della parola “hamburger”, deformata ad libitum, già presente nel primo episodio e qui ripresa a mo’ di password. (A ognuno il suo, del resto: il personaggio di Andy Garcia è un ispettore dal marcato accento italiano e dal nome interminabile.) - - - Non si capisce invece dove vada a parare la parentesi parodistica dei film di James Bond, più marcata nel primo episodio, con uno 007 in carne e ossa che faceva la sua comparsata a metà film, più defilata in questo sequel, con alcuni gadget ipertecnologici che l’ispettore ha acquistato su ebay. Una contaminazione superflua, un’interferenza innecessaria nel mondo a sé dell’ispettore in rosa. - - - Non dispiace infine la caustica spontaneità del Clouseau di Martin, che con nonchalance snocciola una serie di stereotipi razzisti e sessisti di fronte a una intransigente Mrs. Berenger (Lily Tomlin), incaricata di redimere i poliziotti dalla scorrettezza politica: la scena della bionda china in corridoio è una delle poche da salvare di questa “Pantera rosa 2”. Con altri tipi di bersagli che non le donne bionde o gli orientali, sarebbe persino venuta fuori della buona satira.
Ma poche rondini non fan primavera: se il pubblico sentiva il bisogno di un ritorno dell’ispettore Clouseau, il remake del 2006 e questo sequel non sono certo la risposta che meritavamo.
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(di lauradreams)
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supersantos
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domenica 3 settembre 2017
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l'inutile dream team
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Nettamente inferiore al capitolo precedente.
Nel primo avevo tutto sommato sorriso con Martin,Reno e la Beyoncé,qui c'è molto meno brio e si rientra ampiamente nel concetto del già visto e dello scontato.
Alzi la mano,ad esempio,chi non aveva capito che il nostro Closeau avrebbe incendiato due volte lo stesso locale.
Probabilmente la presenza degli altri investigatori (tutti attori di ottimo livello ma sprecati) ha "ingolfato" la forza scenica dell'investigatore transalpino.
Senza la dovuta verve e con una sceneggiatura alquanto pasticciata,misterioso assassino compreso,non possiamo certo gridare al prodotto di successo.
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Nettamente inferiore al capitolo precedente.
Nel primo avevo tutto sommato sorriso con Martin,Reno e la Beyoncé,qui c'è molto meno brio e si rientra ampiamente nel concetto del già visto e dello scontato.
Alzi la mano,ad esempio,chi non aveva capito che il nostro Closeau avrebbe incendiato due volte lo stesso locale.
Probabilmente la presenza degli altri investigatori (tutti attori di ottimo livello ma sprecati) ha "ingolfato" la forza scenica dell'investigatore transalpino.
Senza la dovuta verve e con una sceneggiatura alquanto pasticciata,misterioso assassino compreso,non possiamo certo gridare al prodotto di successo.
Comprensibili i rimpianti degli estimatori di Sellers.
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ricky83
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lunedì 9 marzo 2009
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grazie steve!
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Il primo film della saga di Steve Martin mi era piaciuto di più ma ho trovato anche questo carino e divertente! secondo me è sbagliato paragonare Steve Martin a Peter Sellers primo perchè hanno due tipi di comicità differenti: Martin gioca di più con gli strafalcioni linguistici e con la mimica facciale mentre Sellers aveva una comicità più fisica.Secondo: bisogna riconoscere il merito a Steve Martin di essersi cucito il personaggio su misura e averlo in un certo modo reinventato senza scopiazzare l'originale facendolo rimpiangere (vedi Benigni)!dopo aver visto il primo "Pantera rosa" di Martin sono corso subito in videoteca a comprare il cofanetto con i 5 interpretati da Sellers.Da appassionato di cinema ringrazio Steve Martin x avermi fatto conoscere quel genio di Sellers così ho potuto
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Il primo film della saga di Steve Martin mi era piaciuto di più ma ho trovato anche questo carino e divertente! secondo me è sbagliato paragonare Steve Martin a Peter Sellers primo perchè hanno due tipi di comicità differenti: Martin gioca di più con gli strafalcioni linguistici e con la mimica facciale mentre Sellers aveva una comicità più fisica.Secondo: bisogna riconoscere il merito a Steve Martin di essersi cucito il personaggio su misura e averlo in un certo modo reinventato senza scopiazzare l'originale facendolo rimpiangere (vedi Benigni)!dopo aver visto il primo "Pantera rosa" di Martin sono corso subito in videoteca a comprare il cofanetto con i 5 interpretati da Sellers.Da appassionato di cinema ringrazio Steve Martin x avermi fatto conoscere quel genio di Sellers così ho potuto colmare anche questa inperdonabile lacuna!
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