falcotto56
|
lunedì 9 marzo 2009
|
l'onestà intellettuale dello spettatore.
|
|
|
|
L'nestà intellettuale dello spettatore medio va sempre e comunque rispettata. Nessuno pretendere di andare a vedere un film capolavoro, solo od anche perchè girato da un grande nome. Ma ci si apetta, uscendo, che qualche sequenza, alcuni stralci di dialogo, qualche frase, talune inquadrature riescano a toccare se non molte, almeno una delle corde dell'emotività. Quella emotività semplice e lineare che ci si attende, per l'appunto dalla magia della sala scura. Dopo la bella inquadratura sul mare Egeo, tutto i film non regala neppure un dialogo che non sia tempestivamente anticipato dallo spettatore mediamente accorto. Le azioni si diluiscono in una prevedibilità talmente scontata da risultare persino irritante.
[+]
L'nestà intellettuale dello spettatore medio va sempre e comunque rispettata. Nessuno pretendere di andare a vedere un film capolavoro, solo od anche perchè girato da un grande nome. Ma ci si apetta, uscendo, che qualche sequenza, alcuni stralci di dialogo, qualche frase, talune inquadrature riescano a toccare se non molte, almeno una delle corde dell'emotività. Quella emotività semplice e lineare che ci si attende, per l'appunto dalla magia della sala scura. Dopo la bella inquadratura sul mare Egeo, tutto i film non regala neppure un dialogo che non sia tempestivamente anticipato dallo spettatore mediamente accorto. Le azioni si diluiscono in una prevedibilità talmente scontata da risultare persino irritante. Il dramma dell'immigrazione clandestina viene fiaccato, differito, sminuito, quasi ridotto a burla. I due cadaveri esanimi sulla spiagia sono l'unico credibile atto d'amore e di solidarietà nei confronti di tali inermi e disperati uomini. La trama, paradossale sino alla palese provocazione, non crea sussulti emotivi neppure quando il registra arrossa di lacrime gli occhi di Scamarcio. Questi, poi, cerca di volare in un'aria rarefatta nella quale, come diceva il filosfo antico, solo l'uccello stolto immagine di volare meglio. Non chiedersi cosa la pellicola ci ha "donato" ma cosa ci ha "tolto", al di là dei pochi spiccioli del biglietto. Le due ore di tempo andato dissolto nulla sono confronto al tentativo, a dire il vero maldestro, di sottrarci la capacità critica, seppur strategicamente indotta da qualche oculato passaggio promozionale su taluni emittenti televisive, peraltro di gran pregio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a falcotto56 »
[ - ] lascia un commento a falcotto56 »
|
|
d'accordo? |
|
tu vo' fa l'americano
|
lunedì 9 marzo 2009
|
imbarazzante e assolutamente non credibile
|
|
|
|
Non ci siamo. Il dramma dell'immigrazione clandestina viene tradotto in un video-catalogo di vacanze in un villaggio di lusso in Grecia (prima parte) e in un improbabile road-movie fra angeli e diavoletti (seconda parte).
Scamarcio non è pessimo, anche grazie al fatto che è costretto a parlare poco, e tutto sommato è una delle poche cose che si salvano nel film.
Ma davvero il film offre poco e dà il peggio di sé in tutte le macchiette di etero/gay che sembra abbiano in testa solo di farsi il malcapitato Scamarcio con l'apice (fatemi fare questo spoiler, please...) che viene raggiunto dalla benestante parigina che lo porta a casa solo per regalargli la giacca dell'amato defunto che, a suo dire, gli farà trovare finalmente un lavoro.
[+]
Non ci siamo. Il dramma dell'immigrazione clandestina viene tradotto in un video-catalogo di vacanze in un villaggio di lusso in Grecia (prima parte) e in un improbabile road-movie fra angeli e diavoletti (seconda parte).
Scamarcio non è pessimo, anche grazie al fatto che è costretto a parlare poco, e tutto sommato è una delle poche cose che si salvano nel film.
Ma davvero il film offre poco e dà il peggio di sé in tutte le macchiette di etero/gay che sembra abbiano in testa solo di farsi il malcapitato Scamarcio con l'apice (fatemi fare questo spoiler, please...) che viene raggiunto dalla benestante parigina che lo porta a casa solo per regalargli la giacca dell'amato defunto che, a suo dire, gli farà trovare finalmente un lavoro. Quando l'abito fa il monaco...
Costa-Gavras questa volta ci hai proprio deluso...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tu vo' fa l'americano »
[ - ] lascia un commento a tu vo' fa l'americano »
|
|
d'accordo? |
|
anna maria
|
venerdì 13 marzo 2009
|
comunque: menomale che c'è costa gavras!
|
|
|
|
Da sempre seguo i film di Costa Gavras ed anche se questo è diverso dagli altri, tuttavia, non mi sembra che tratti il tema da "buonista".. anzi... Tutto quello che c'è di ipocrita ... dalla donna vogliosa del villaggio turistico che vede "il bel ragazzo" come fuori dalla "realtà", una sua vacanza.. alla donna borghese di Parigi... che gli mette la giacchetta, ma non gli chiede se ha fame.. Tutto quello che c'è di individualista... dall'autista che gli frega i soldi... al prestigiatore che in spider gli regala una penna.. Tuto quello che c'è della repressione delle forze dell'ordine, tutto quello che c'è sull'uso e abuso del corpo. Tutto questo per una volta trattato come se fosse uno spot pubblicitario, in sintonia con l'informazione a spot che oggi ci offre il mercato.
[+]
Da sempre seguo i film di Costa Gavras ed anche se questo è diverso dagli altri, tuttavia, non mi sembra che tratti il tema da "buonista".. anzi... Tutto quello che c'è di ipocrita ... dalla donna vogliosa del villaggio turistico che vede "il bel ragazzo" come fuori dalla "realtà", una sua vacanza.. alla donna borghese di Parigi... che gli mette la giacchetta, ma non gli chiede se ha fame.. Tutto quello che c'è di individualista... dall'autista che gli frega i soldi... al prestigiatore che in spider gli regala una penna.. Tuto quello che c'è della repressione delle forze dell'ordine, tutto quello che c'è sull'uso e abuso del corpo. Tutto questo per una volta trattato come se fosse uno spot pubblicitario, in sintonia con l'informazione a spot che oggi ci offre il mercato. Nel caso di Gavras spot che nasconde tanta "merda". Quello che lascia C. Gavras è pur vero, è una speranza. Menomale
[-]
|
|
[+] lascia un commento a anna maria »
[ - ] lascia un commento a anna maria »
|
|
d'accordo? |
|
sara
|
mercoledì 11 marzo 2009
|
l'italiano forzato di un italianissimo scamarcio
|
|
|
|
E' la locandina del film Verso l'Eden, affissa al di fuori di un cinema di provincia, che mi rapisce e mi spinge a dirigermi verso la sala in cui tra una manciata di minuti il medesimo film verrà proiettato. Mi è capitato di vederne il trailer in tv ma senza troppa attenzione, quindi la mia pre-conoscenza in merito è pressocchè nulla. In effetti non so neanche il perché di questa scelta; il 99% la accredito alla sagoma a colori di un bellissimo Riccardo Scamarcio che mi trasmette un qualcosa di esotico. Titoli di testa su un romantico tramonto che preannunciano, in qualche modo, la vena magica ed esoterica che pervade il film pur trattando una delle tematiche più serie e reali riscontrate nella società del 2000.
[+]
E' la locandina del film Verso l'Eden, affissa al di fuori di un cinema di provincia, che mi rapisce e mi spinge a dirigermi verso la sala in cui tra una manciata di minuti il medesimo film verrà proiettato. Mi è capitato di vederne il trailer in tv ma senza troppa attenzione, quindi la mia pre-conoscenza in merito è pressocchè nulla. In effetti non so neanche il perché di questa scelta; il 99% la accredito alla sagoma a colori di un bellissimo Riccardo Scamarcio che mi trasmette un qualcosa di esotico. Titoli di testa su un romantico tramonto che preannunciano, in qualche modo, la vena magica ed esoterica che pervade il film pur trattando una delle tematiche più serie e reali riscontrate nella società del 2000. Protagonista della storia è Elias, clandestino greco che fugge via dalla tanto amata Madre Patria per dirigersi verso un altrove che possa regalargli, non senza fatica, un qualcosa di nuovo e decisamente positivo. In realtà, fin dalle primissime scene, la problematica del dove invade la mia sensibilità di umile spettatrice. Non conoscendo nè il greco nè i suoi abitanti mi è difficile affidare al protagonista una nazionalità ben definita, ma probabilmente è un problema prettamente personale, legato a una mia negligenza. A primo acchitto scambio Elias per un albanese e mi accorgo di non essere l'unica in sala, forse perché quel barcone di clandestini ci riconduce alla realtà che da più di qualche anno, da italiani, condividiamo. Ma al di là di questo, è soltanto verso la fine che possiamo affermare con convinzione dove Elias si trovi. Ad esempio, il villaggio turistico Eden che tanto ci rimanda al titolo del film geograficamente dove si trova? In Italia? Ancora in Grecia? Quel mix di lingue differenti ci manda un pò fuori strada! Elias, per tutto il corso del film, incontrerà italiani, tedeschi, francesi, inglesi... ma esattamente quali terreni sta calpestando? Non c'è nulla nel paesaggio che possa farcelo comprendere e si va avanti per supposizioni. C'è la neve allora deve essere la Svizzera o l'Austria (scena in cui una coppia di camionisti si prende cura del vagabondo sventurato!); c'è il mare, molto probabilmente è l'Italia (sequenze del villaggio turistico). Di un luogo soltanto siamo sicuri ed è nell'ultima scena, quella che pone la parola fine a tutta la storia che contrariamente non è per niente finita. E' Parigi e la Tour Eiffel magicamente illuminata da una inutile bacchetta magica ce ne dà la sicurezza.
Tematica importante, seria ed attuale quella affrontata da Costa Gravas, resa soffice e delicata dall'animo infinitamente buono del protagonista. Avercene come Elias! Sognatore martire in una società a lui estranea che non lo accetta, lo insegue, lo condanna, vuole mettere fine ai suoi sogni di cittadino onesto e volenteroso. C'è qualcuno che, di tanto in tanto, vuole offrirgli il suo aiuto, le donne specialmente, ma mai senza ricevere qualcosa in cambio della loro disponibilità anche e soprattutto economica.
Il finale aperto fa si che ognuno di noi possa immaginarsi il destino di questo attraente ed insolito "straniero". Elias raggiunge Parigi, raggiunge il suo Eden e magicamente riesce ad immobilizzare un'intera pattuglia di poliziotti esclusivamente grazie alla sua volontà e alla sua bontà d'animo. E' una creatura straniera al mondo intero e non è magia donata la sua, è la giusta ricompensa per un travaglio vissuto con sofferenza ma anche con tanta serenità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sara »
[ - ] lascia un commento a sara »
|
|
d'accordo? |
|
|