Troppo ingenuo e naif l' immigrato Scamarcio
di Roberto Nepoti La Repubblica
Paladino da sempre di un cinema umanista e votato alle cause giuste, Costa-Gavras ha avuto una buona idea: raccontare le tribolazioni dell' immigrazione clandestina dal punto di vista di un immigrato. A priori, sembrava buona anche l' idea di dare alla storia un andamento picaresco: però il regista ha premuto troppo sul tasto della fiaba, e questa era un' idea meno buona. L' Elias di Scamarcio, che arriva in Europa credendola l' Eden e si ritrova protagonista di un calvario, è una figurina troppo astratta, un naif (anche se alle prese con una cultura diversa dalla sua, e perciò incomprensibile) troppo lunare perché riusciamo a credergli. Come in una comica slapstick, i poliziotti lo perseguitano, molti (le borghesi parigine, i turisti) si approfittano di lui, qualcuno lo aiuta, nessuno lo vuole. Il film non è brutto; ma lo vedi e te lo sei già dimenticato.
Da La Repubblica, 6 marzo 2009
di Roberto Nepoti, 6 marzo 2009