fedeleto
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martedì 7 agosto 2012
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celestine nel regno dell'ambiguita'..
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Dopo il capolavoro dell'angelo sterminatore,Luis Bunuel( Nazarin,Viridiana,La selva dei dannati) dirige una pellicola tratta dal romanzo di Octave Mirbeau.La sceneggiatura invece rimaneggiata da Bunuel e Jean Claude Carriere crea quel senso di ambiguita' e parziale distacco dal romanzo.La storia inizia con Celestine sul treno che si dirige a casa di nobili per svolgere l'attivita' di cameriera nella campagna francese.Appena arriva si trova sospesa tra un anziano padrone di casa feticista,un uomo che la tenta in tutte le maniere e un omicidio di una bambina,incastrera' un uomo che crede colpevole,ma lo e' davvero?alla fine una manifestazione antisemita chiudera' il film,del resto come viene detto nel film in una celebre battuta i preti cacceranno gli ebrei.
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Dopo il capolavoro dell'angelo sterminatore,Luis Bunuel( Nazarin,Viridiana,La selva dei dannati) dirige una pellicola tratta dal romanzo di Octave Mirbeau.La sceneggiatura invece rimaneggiata da Bunuel e Jean Claude Carriere crea quel senso di ambiguita' e parziale distacco dal romanzo.La storia inizia con Celestine sul treno che si dirige a casa di nobili per svolgere l'attivita' di cameriera nella campagna francese.Appena arriva si trova sospesa tra un anziano padrone di casa feticista,un uomo che la tenta in tutte le maniere e un omicidio di una bambina,incastrera' un uomo che crede colpevole,ma lo e' davvero?alla fine una manifestazione antisemita chiudera' il film,del resto come viene detto nel film in una celebre battuta i preti cacceranno gli ebrei.Uno dei film probabilmente piu' complessi di Bunuel ,sia per quel senso di ambiguita' che non e' inferiore di certo all'angelo sterminatore,infatti fin dall'inizio lo stesso personaggio di Celestine sembra una sorta di Susanna(adolescenza torbida) venuta per turbare l'animo degli abitanti della casa,ma il suo essere tentatrice e' in bilico tra il volerlo essere e l'esserlo,quel suo sorriso malizioso che dichiara di voler ambientarsi prima di fare certe cose,quel suo sapere e sentire tutto quello che dicono gli altri.Celstine e' una donna che svolge il suo lavoro di cameriera eppure comanda i sentimenti delle persone ,e i nobili come sempre vagano in pulsioni e desideri che non concretizzano la loro esistenza.Rimangono dubbi ,ad esempio chi sia l'assassino della bambina,ma forse non serve affatto saperlo,forse l'ambiguita' del contesto sviluppa piu' oscurita' necessaria a donare ansia allo spettatore che si domanda fino alla fine chi sia senza saperlo.In diario di una cameriera c'e' il senso di non sapere di non essere ,ma come sempre Bunuel arriva in cima con le sue tecniche di ripresa e con il suo velato erotismo (il feticismo e' rappresentato i maniera sublime).Rimane uno dei migliori Bunuel senza dubbio.Brava anche Jeanne Moureu.Uno dei ritratti della piccola provincia borghese francese.
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luca scialò
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venerdì 4 marzo 2011
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i segreti di una famiglia medio-borghese
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Celestine è una cameriera parigina che viene assunta da una famiglia medio-borghese di campagna. Qui farà i conti con un anziano capo di famiglia e i suoi vizietti strambi, suo genero donnaiolo, sua figlia fredda e distaccata. Poi ci sono i maggiordomi, lecchini e pettegoli, come il vicino di casa, sempre pronto ad attaccar brighe. Celestine comunque sta al loro gioco, li asseconda, finché uno di loro non commette un atroce errore e lei glielo farà pagare...
Oltre ad attaccare come sua abitudine la borghesia, in questo film Bunuel lancia frecciatine anche alla servitù; col proprio comportamento, a volte peggiore dei padroni che serve. Deliziosa la figura di Celestine, incarnata da un'intrigante Jeanne Moreau.
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Celestine è una cameriera parigina che viene assunta da una famiglia medio-borghese di campagna. Qui farà i conti con un anziano capo di famiglia e i suoi vizietti strambi, suo genero donnaiolo, sua figlia fredda e distaccata. Poi ci sono i maggiordomi, lecchini e pettegoli, come il vicino di casa, sempre pronto ad attaccar brighe. Celestine comunque sta al loro gioco, li asseconda, finché uno di loro non commette un atroce errore e lei glielo farà pagare...
Oltre ad attaccare come sua abitudine la borghesia, in questo film Bunuel lancia frecciatine anche alla servitù; col proprio comportamento, a volte peggiore dei padroni che serve. Deliziosa la figura di Celestine, incarnata da un'intrigante Jeanne Moreau.
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laulilla
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martedì 9 novembre 2010
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célestine
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Le Journal d'une femme de chambre è il titolo originale del film, ma è anche il titolo del romanzo scritto, nel 1900, dal francese Octave Mirbeau, che attraverso le memorie di Célestine, descrive la corruzione e i misfatti della borghesia parigina alla fine dell' 800. Jean Renoir nel 1946 adattò liberamente il romanzo di Mirbeau, con una pellicola "made in Hollywood"; del 1964 è, invece, il film di Luis Buñuel. Egli sostituì allo sfondo del romanzo e del film di Renoir, Parigi, la campagna francese, dove appunto si trasferisce la cameriera, per mettersi al servizio di una importante e rispettata famiglia di proprietari; ma modificò anche lo sfondo temporale della vicenda, dalla Belle Epoque alla Francia fra le due guerre, in cui nascono i primi sinistri fermenti del fascismo e dell'antisemitismo.
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Le Journal d'une femme de chambre è il titolo originale del film, ma è anche il titolo del romanzo scritto, nel 1900, dal francese Octave Mirbeau, che attraverso le memorie di Célestine, descrive la corruzione e i misfatti della borghesia parigina alla fine dell' 800. Jean Renoir nel 1946 adattò liberamente il romanzo di Mirbeau, con una pellicola "made in Hollywood"; del 1964 è, invece, il film di Luis Buñuel. Egli sostituì allo sfondo del romanzo e del film di Renoir, Parigi, la campagna francese, dove appunto si trasferisce la cameriera, per mettersi al servizio di una importante e rispettata famiglia di proprietari; ma modificò anche lo sfondo temporale della vicenda, dalla Belle Epoque alla Francia fra le due guerre, in cui nascono i primi sinistri fermenti del fascismo e dell'antisemitismo. Célestine è accolta nella casa padronale da una rigida signora che con un severo discorso la mette al corrente dei suoi doveri e delle abitudini del luogo, ma non tarda a capire che dovrà tenere gli occhi bene aperti per salvarsi dall'esuberanza sessuale del padrone, dal feticismo del nonno, dagli assalti del giardiniere, ripugnante pedofilo, di sentiment fascistoidi e antisemiti, che ha messo gli occhi su una bambina del paese. Il notabilato del villaggio non è molto meglio: c'è un prete avido di denaro; c'è un vecchio capitano dell'Armée che è un po' rimbambito, che cova un forte odio nei confronti degli ebrei e che coltiva il sogno di uno stato forte; ci sono dei poliziotti distratti che non indagano quando e dove è necessario. Nessuno si salva, in questo film, neppure Célestine, perché, sia pure con una lucidità e un'intellignza superiori a quelle dell'umanità abietta che la circonda, non intende mettere in discussione la gerarchia sociale, ma, anzi, la accetta come un fatto ineludibile, cercando di trarne vantaggio attraverso un matrimonio che dovrebbe darle onorabilità e rispettabilità. Sono presenti, dunque, tuttti i temi cari a Buñuel, che condivide con Mirbeau l'idea che i servi, per la lunga consuetudine con i modi e le abitudini dei signori, aspirino a diventare come loro e che perciò non saranno mai portatori di progetti o idee rivoluzionarie. La conclusione del film, la manifestazione dei nazionalisti a Cherbourg, in mezzo alla folla plaudente e osannante, lascia nello spettatore, che conosce lo svolgersi successivo dei fatti, molto sgomento e inquietudine. L'impassibilità e la cattiveria con cui Buñuel racconta indica la sua presa di distanza morale, che talvolta si esprime anche con l'introduzione dei simboli animali (il sorcio, il lupo, il cinghiale) o di altra natura (la scatola) che troviamo anche negli altri suoi film. Una bella, brava e giovane Janne Moreau è una Célestine, davvero indimenticabile.
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paride86
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giovedì 19 novembre 2009
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pessimista
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Da Parigi Celestina arriva come cameriera in una casa di campagna. Qui troverà una seria di personaggi che Bunuel si diverte a spogliare completamente, fino a farli rimanere ignobilmente e mediocremente nudi. Nessuno si salva, né padroni né servi. E neanche Celestina, donna ambigua e astuta che riesce a cavalcare gli eventi e a rimanere a galla. Forse è proprio questo il difetto principale di "Diario di una cameriera": non c'è un termine di confronto, un vero protagonista positivo. Si sconfina, così, nel pessimismo più assoluto.
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arcangelo
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mercoledì 9 gennaio 2008
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un sordido inferno maschile
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Anche rivisto dopo tanti anni l'opera di Bunuel mantiene la sua carica sarcastica e un perfetto meccanismo drammatico, pur non essendo uno dei capolavori assoluti del regista.
Non c'è da aggiungere molto alla bella recensione di Kezich, ma da notare assolutamente il glaciale frazionamento tra universo maschile e femminile: i maschi, sordidi e arrapati reazionari, nella loro incapacità relazionale appaiono veramente una massa di ridicoli fuchi, solo apparentemente appagati dalla possibilità del comando. Le femmine nella loro condizione subordinata appaiono sicuramente più umane e meno caricaturali, con l'eccezione della padrona, non a caso menomata nella propria sessualità. Forse il film più femminista del grande Luis.
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Anche rivisto dopo tanti anni l'opera di Bunuel mantiene la sua carica sarcastica e un perfetto meccanismo drammatico, pur non essendo uno dei capolavori assoluti del regista.
Non c'è da aggiungere molto alla bella recensione di Kezich, ma da notare assolutamente il glaciale frazionamento tra universo maschile e femminile: i maschi, sordidi e arrapati reazionari, nella loro incapacità relazionale appaiono veramente una massa di ridicoli fuchi, solo apparentemente appagati dalla possibilità del comando. Le femmine nella loro condizione subordinata appaiono sicuramente più umane e meno caricaturali, con l'eccezione della padrona, non a caso menomata nella propria sessualità. Forse il film più femminista del grande Luis...
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breberto
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sabato 25 agosto 2007
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non il migliore bunuel
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Non è il migliore Bunuel ma anche con un Bunuel minore siamo sempre in presenza di un film personale e originale. Anche in questo film si porta dietro alcuni dei suoi temi preferiti, come la polemica antiborghese e antifascista ed è impagabile nel descrivere il marcio che si cela sotto la rispettabilità borghese. Naturalmente è presa di mira anche la religione: vedi il godibile colloquio fra la padrona frigida e il prete che la consiglia di soggiacere agli amplessi del focoso marito (due volte la settimana!) pur di non trarne godimento. E' ammirevole la coerenza tematica di questo grande regista.
Molto bella come il solito la recensione di Kezich, ma per favore, non si potrebbero evitare gli innumerevoli errori di battitura che talvolta svisano completamente il testo? Rispettiamo Kezich e MYMOVIES rispetti se stesso.
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