enzo70
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domenica 19 gennaio 2014
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un buon film di denuncia ma pieno di luoghi comuni
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Un film intelligente, per quanto scontato in diversi passaggi. Una grande azienda del centro Italia va in crisi e chiude i battenti. L’impresa dà praticamente lavoro a tutto il Paese e, quindi, il malcontento è generale. I capannelli davanti ai cancelli della fabbrica si sovrappongono rispetto alle storie umane dei protagonisti, un Silvio Orlando sognatore, Michele Placido, padre in difficoltà, e Claudio Santamaria, che crede nella possibilità di andare avanti e mentre protesta apre un forno. I tre capipopolo vanno a Bruxelles e si scontrano con la burocrazia europea e volano addirittura negli States per portare le loro posizioni presso la sede centrale della multinazionale.
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Un film intelligente, per quanto scontato in diversi passaggi. Una grande azienda del centro Italia va in crisi e chiude i battenti. L’impresa dà praticamente lavoro a tutto il Paese e, quindi, il malcontento è generale. I capannelli davanti ai cancelli della fabbrica si sovrappongono rispetto alle storie umane dei protagonisti, un Silvio Orlando sognatore, Michele Placido, padre in difficoltà, e Claudio Santamaria, che crede nella possibilità di andare avanti e mentre protesta apre un forno. I tre capipopolo vanno a Bruxelles e si scontrano con la burocrazia europea e volano addirittura negli States per portare le loro posizioni presso la sede centrale della multinazionale. Il film finisce, chiaramente, male, caratteristica del cinema italiano di un certo tipo; va segnalata l’ottima prestazione della Cortellesi, praticamente all’esordio. Insomma il film si muove tra i luoghi comuni della sinistra italiana e qualche buono spunto, senza infamia e senza lode.
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mercoledì 15 gennaio 2014
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un film di attualità ma un pò scontato
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Un film intelligente, per quanto scontato in diversi passaggi. Una grande azienda del centro Italia va in crisi e chiude i battenti. L’impresa dà praticamente lavoro a tutto il Paese e, quindi, il malcontento è generale. I capannelli davanti ai cancelli della fabbrica si sovrappongono rispetto alle storie umane dei protagonisti, un Silvio Orlando sognatore, Michele Placido, padre in difficoltà, e Claudio Santamaria, che crede nella possibilità di andare avanti e mentre protesta apre un forno. I tre capipopolo vanno a Bruxelles e si scontrano con la burocrazia europea e volano addirittura negli States per portare le loro posizioni presso la sede centrale della multinazionale.
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Un film intelligente, per quanto scontato in diversi passaggi. Una grande azienda del centro Italia va in crisi e chiude i battenti. L’impresa dà praticamente lavoro a tutto il Paese e, quindi, il malcontento è generale. I capannelli davanti ai cancelli della fabbrica si sovrappongono rispetto alle storie umane dei protagonisti, un Silvio Orlando sognatore, Michele Placido, padre in difficoltà, e Claudio Santamaria, che crede nella possibilità di andare avanti e mentre protesta apre un forno. I tre capipopolo vanno a Bruxelles e si scontrano con la burocrazia europea e volano addirittura negli States per portare le loro posizioni presso la sede centrale della multinazionale. Il film finisce, chiaramente, male, caratteristica del cinema italiano di un certo tipo; va segnalata l’ottima prestazione della Cortellesi, praticamente all’esordio. Insomma il film si muove tra i luoghi comuni della sinistra italiana e qualche buono spunto, senza infamia e senza lode.
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mercoledì 8 gennaio 2014
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un film senza anima ma vedibile
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Un film intelligente, per quanto scontato in diversi passaggi. Una grande azienda del centro Italia va in crisi e chiude i battenti. L’impresa dà praticamente lavoro a tutto il Paese e, quindi, il malcontento è generale. I capannelli davanti ai cancelli della fabbrica si sovrappongono rispetto alle storie umane dei protagonisti, un Silvio Orlando sognatore, Michele Placido, padre in difficoltà, e Claudio Santamaria, che crede nella possibilità di andare avanti e mentre protesta apre un forno. I tre capipopolo vanno a Bruxelles e si scontrano con la burocrazia europea e volano addirittura negli States per portare le loro posizioni presso la sede centrale della multinazionale.
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Un film intelligente, per quanto scontato in diversi passaggi. Una grande azienda del centro Italia va in crisi e chiude i battenti. L’impresa dà praticamente lavoro a tutto il Paese e, quindi, il malcontento è generale. I capannelli davanti ai cancelli della fabbrica si sovrappongono rispetto alle storie umane dei protagonisti, un Silvio Orlando sognatore, Michele Placido, padre in difficoltà, e Claudio Santamaria, che crede nella possibilità di andare avanti e mentre protesta apre un forno. I tre capipopolo vanno a Bruxelles e si scontrano con la burocrazia europea e volano addirittura negli States per portare le loro posizioni presso la sede centrale della multinazionale. Il film finisce, chiaramente, male, caratteristica del cinema italiano di un certo tipo; va segnalata l’ottima prestazione della Cortellesi, praticamente all’esordio. Insomma il film si muove tra i luoghi comuni della sinistra italiana e qualche buono spunto, senza infamia e senza lode.
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chansgiardinier
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domenica 30 giugno 2013
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alla fine arriva l'orso
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La frase che dovrebbe sempre accompagnare tutti noi è quella contenuta nel brano Yane-Heja-Hee che Salvatore/Placido ogni tanto ci fa sentire attraverso quella specie di mangianastri che si porta sempre dietro: "tieni stretta la mia mano anche quando mi sarò allontanato". Non c'è bisogno di scomodare Rosi, Bellocchio o Petri: Milani è un ragazzo del '58. Nel '68 aveva dieci anni ed è cresciuto con una certa equidistanza da tutte le chiese possibili, dal credere, obbedire e combattere e quant'altro. E allora si può fare un film di denuncia che non sia solo denuncia, un film sulla natura magari ambientato nell'hinterland milanese. Si può far credere ad una giunta comunale di conoscere l'inglese citando a memoria un testo dei Clash.
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La frase che dovrebbe sempre accompagnare tutti noi è quella contenuta nel brano Yane-Heja-Hee che Salvatore/Placido ogni tanto ci fa sentire attraverso quella specie di mangianastri che si porta sempre dietro: "tieni stretta la mia mano anche quando mi sarò allontanato". Non c'è bisogno di scomodare Rosi, Bellocchio o Petri: Milani è un ragazzo del '58. Nel '68 aveva dieci anni ed è cresciuto con una certa equidistanza da tutte le chiese possibili, dal credere, obbedire e combattere e quant'altro. E allora si può fare un film di denuncia che non sia solo denuncia, un film sulla natura magari ambientato nell'hinterland milanese. Si può far credere ad una giunta comunale di conoscere l'inglese citando a memoria un testo dei Clash. O morire di cancro in maniera leggera dopo aver cercato per tutta la vita l'orso nel bosco abruzzese Il Posto dell'anima è tutto questo e altro ancora. Orlando nudo nella doccia che batte il piede al ritmo dei Clash è puro godimento. Per il resto, buona visione a tutti
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contestadores
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venerdì 22 aprile 2011
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emozionante
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Molto incisivo, concreto e ben diretto! Attori bravissimi... da vedere assolutamente.
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weach
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domenica 26 dicembre 2010
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sospeso fra operetta e voglia di profondità
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Lettura gradita
Placido ,Claudio Santamaria,Paola Cortellesi , Silvio Orlando mettono in scena una commedia dalle grandi potenzialità che però non decolla come potrebbe , rimanendo commedia , quasi leggera,per non aver saputo toccare temi sociali gravi con l'adeguata incisività e strumenti rappresentativi appropriati
“Voi che noi amiamo, voi che non ci sentite ..che ci credete così lontani...eppure siamo così vicini,noi siamo i messaggeri non il messaggio.Il messaggio è l'amore .Noi non siamo niente voi siete il nostro tutto.
Lasciateci vivere nei vostri occhi, guardate il nostro mondo attraverso noi, riconquistatelo attraverso noi, alla
ora saremo vicini a voi e voi vicini a lui"
Basta questa enunciazione, così intensamente struggente e mistica per desiderare di espandere un lavoro inconsapevolmente estetico per aprire il cuore e far sgorgare una vibrazione sincronica che potrebbe espandersi .
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Lettura gradita
Placido ,Claudio Santamaria,Paola Cortellesi , Silvio Orlando mettono in scena una commedia dalle grandi potenzialità che però non decolla come potrebbe , rimanendo commedia , quasi leggera,per non aver saputo toccare temi sociali gravi con l'adeguata incisività e strumenti rappresentativi appropriati
“Voi che noi amiamo, voi che non ci sentite ..che ci credete così lontani...eppure siamo così vicini,noi siamo i messaggeri non il messaggio.Il messaggio è l'amore .Noi non siamo niente voi siete il nostro tutto.
Lasciateci vivere nei vostri occhi, guardate il nostro mondo attraverso noi, riconquistatelo attraverso noi, alla
ora saremo vicini a voi e voi vicini a lui"
Basta questa enunciazione, così intensamente struggente e mistica per desiderare di espandere un lavoro inconsapevolmente estetico per aprire il cuore e far sgorgare una vibrazione sincronica che potrebbe espandersi .
Questo film vorrebbe essere un volo nella comunicazione fra materia ed energia spirituale che ci avvolge ,;vorrebbe essere un film con ,un sentire esistenziale , una sorta di un valzer estetico , ridondante, di articolata comunicazione, un valzer sospeso fra cielo e terra , imbevuto di ideali,filosofie dell'essere, ; vorrebbe essere una sorta di comunque incontro , dibattito alla ricerca delle motivazione dell'essere , delicato, appassionato, triste , musicale , drammatico,spaziale , profondo.
Ma così non è!!!
La vita si anima nel colore della vita umana in un connubio di contenuti estetico,lirici,poetici struggenti, esistenziali, filosofici ma bisogna coglierli altrimenti ci si confonde in una comunicazione lieve.
Chi è vivente in qualche modo è eroe inconsapevole ,attore di un gioco di cui è vittima e carnefice, dentro un gioco sicuramente infinitamente più grande di lui ed è bravo il regista che ha gli strumenti di sensibilità per rappresentarli
" Questo avrebbe potuto essere lo spirito del film che si è disperso in un disimpegno di espressione poco convincente .
Mentre la vita scorre, incerta fra insicurezza di un posto di lavoro che potrebbe essere negato e la ricerca di uno spazio dove trovare un equilibrio esistenziale la connotazione della commedia prende sempre più forma.
Un regista attento ai temi sociali come Riccardo Milani ed eccellenti attori come Michele Placido ,Claudio Santamaria,Paola Cortellesi si disperdono in una trama a volte tragicomica , in una commedia che non può avere lo spessore per entrare con incisività in temi “fondamentale “ con l’adeguato linguaggio
Non si rincorre tanto l'intensità, sembra dire Riccardo Milani, perché quello che si voleva rappresentare è l'anelito dell' anima che vuole respirare oltre ogni difficoltà immanente.
Va bene accettiamo la scelta ma questo film non ha sufficiente coraggioso,e non tocca né l'anima né i temi sociali che fanno parte comunque del soggetto rappresentato.
Qualcuno ha detto che tutto avrebbe potuto avere " peso " se si fosse fatta una scelta di regia meno da "operetta": condivido.
Non si rappresentano drammi solo con malinconia e rincorrendo un soggetto leggero.
Resta comunque film godibile, anche grazie al cast eccellente, il tutto nell'ambito di una commedia all'italiana che scivola leggera ........senza troppi perché veri.
weach illuminati
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weach
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martedì 30 novembre 2010
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il connubio è possibile vibriamo all'unisono
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"Voi che noi amiamo, voi che non ci sentite ..che ci credete così lontani...eppure siamo così vicini.noi siamo i messaggeri non il messaggio.
Il messaggio è l'amore .
Noi non siamo niente voi siete il nostro tutto.
Lasciateci vivere nei vosti occhi, guardate il nostro mondo attraverso noi, riconqustatelo attraverso noi, allara saremo vicini a voi e voi vicini a lui"
Basta questa enuncizione dell'angelo iniziale , così intensamente struggente e mistica per desisderare di assorbire questo capolavoro estetico ed aprire il cuore alla vibrazione sicornica che si espande .
Questo film è uno splendido volo immerso nella comunicazione fra materia ed energia spirituale che ci "avvolge".
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"Voi che noi amiamo, voi che non ci sentite ..che ci credete così lontani...eppure siamo così vicini.noi siamo i messaggeri non il messaggio.
Il messaggio è l'amore .
Noi non siamo niente voi siete il nostro tutto.
Lasciateci vivere nei vosti occhi, guardate il nostro mondo attraverso noi, riconqustatelo attraverso noi, allara saremo vicini a voi e voi vicini a lui"
Basta questa enuncizione dell'angelo iniziale , così intensamente struggente e mistica per desisderare di assorbire questo capolavoro estetico ed aprire il cuore alla vibrazione sicornica che si espande .
Questo film è uno splendido volo immerso nella comunicazione fra materia ed energia spirituale che ci "avvolge".
Il messaggero , prima osservatore silente, poi si anima nel colore della vita umana in un connubio di contenuti estetico,lirici,poetici struggenti, esistenziali, filosofici.
Chi è vivente in qulche modo è eroe inconsapevole ,attore di un gioco di cui è vittima e carnefice, dentro un gioco sicuramente infinitamente più grande di lui.
Wim Winders, regista , èì il film con tutto il suo pensiero, sentire complessità esistenziale , in un valzer estetico . originale, ridondante, di ariticolata comunicazione, un valzer sospeso fra cielo e terra , imbevuto di ideali,filosofie dell'essere, durante l'incontro fra gli angeli e la materia da cui scaturisce un sentimento di condivisone e di repusione , di attrazione e di disprezzo; è comunque incontro , dibattitto alla ricerca delle motivazione dell'essere , delicato, appasionato, triste , colto, musicale , drammatico,spaziale , profondo.
capolavoro
weach illuminati
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weach
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lunedì 1 novembre 2010
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"commediando"
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La vita scorre, incerta fra insicurezza di un posto di lavoro che potrebbe essere negato e la ricerca di uno spazio dove trovare un equilibrio esistenziale.
Un regista attento ai temi sociali come Riccardo Milani ed eccellenti attori come Michele Placido ,Claudio Santamaria,Paola Cortellessi , Silvio Orlando mettono in scena una commedia dalle grandi potenzialità che però non decolla come potrebbe , rimanendo commedia , quasi leggera, per non aver saputo toccare temi sociali gravi con l'adeguata incisività e strumenti rappresentativi appropriati".
Non si rincorre tanto l'intensità, sembra dire Riccardo Milani, perché quello che si voleva rappresentare è l'anelito dell' anima che vuole respirare oltre ogni difficoltà immanente.
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La vita scorre, incerta fra insicurezza di un posto di lavoro che potrebbe essere negato e la ricerca di uno spazio dove trovare un equilibrio esistenziale.
Un regista attento ai temi sociali come Riccardo Milani ed eccellenti attori come Michele Placido ,Claudio Santamaria,Paola Cortellessi , Silvio Orlando mettono in scena una commedia dalle grandi potenzialità che però non decolla come potrebbe , rimanendo commedia , quasi leggera, per non aver saputo toccare temi sociali gravi con l'adeguata incisività e strumenti rappresentativi appropriati".
Non si rincorre tanto l'intensità, sembra dire Riccardo Milani, perché quello che si voleva rappresentare è l'anelito dell' anima che vuole respirare oltre ogni difficoltà immanente.
Va bene accettiamo la scelta ma questo film è leggero, troppo, e non tocca né l'anima né i temi sociali che fanno parte comunque del soggetto rappresentato.
Qualcuno ha detto che tutto avrebbe potuto avere " peso " se si fosse fatta una scelta di regia meno da "operetta": condivido.
Non si rappresentano drammi solo con malinconia e rincorrendo un soggetto leggero.
Resta comunque film godibile, anche grazie al cast eccellente, il tutto nell'ambito di una commedia all'italiana che scivola leggera ........senza troppi perché veri.
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marbus
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venerdì 9 ottobre 2009
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la rinascita del cinema sociale
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Il film di Milani, "il posto dell'anima" sembra, quanto ad aderenza alla realtà, quasi un documentario. E questo è dovuto ad una trama che - purtroppo - rispecchia una situazione molto comune in Italia e a un'interpetazione degli attori (tutti bravissimi)che tutto sembra tranne che recitazione. E soprattutto segna un'incoraggiante tendenza della nuova ondata del cinema Italiano: quella di prestare di nuovo attenzione alle tematiche sociali , ai problemi che assillano il nostro paese. Mostrare dal vero le condizioni in cui versano gli operai e lo sconforto che segue alla notizia di un loro eventuale licenziamento , serve a smuovere le coscienze delle persone. Le vicende personali e sentimentali dei protagonisti hanno poi la funzione di porre in evidenza l'umanità e la fragilità dei personaggi in cui lo scoramento , derivato dalla loro condizione, finisce per influenzare e quasi compromettere la loro vita privata.
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Il film di Milani, "il posto dell'anima" sembra, quanto ad aderenza alla realtà, quasi un documentario. E questo è dovuto ad una trama che - purtroppo - rispecchia una situazione molto comune in Italia e a un'interpetazione degli attori (tutti bravissimi)che tutto sembra tranne che recitazione. E soprattutto segna un'incoraggiante tendenza della nuova ondata del cinema Italiano: quella di prestare di nuovo attenzione alle tematiche sociali , ai problemi che assillano il nostro paese. Mostrare dal vero le condizioni in cui versano gli operai e lo sconforto che segue alla notizia di un loro eventuale licenziamento , serve a smuovere le coscienze delle persone. Le vicende personali e sentimentali dei protagonisti hanno poi la funzione di porre in evidenza l'umanità e la fragilità dei personaggi in cui lo scoramento , derivato dalla loro condizione, finisce per influenzare e quasi compromettere la loro vita privata.
Per tutti quelli che, almeno una volta nella vita, hanno cercato un orso.
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carlitos
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venerdì 30 gennaio 2009
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noioso e banale
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Un film noioso,banale e scontato. Attori tutti sotto la media. Non riesce mai a decollare e,in luogo di emozionare, riesce benissimo nell'intento di far sbadigliare.Veramente un brutto film.
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(di joe)
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(di marbus)
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