howlingfantod
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mercoledì 25 febbraio 2015
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uno stilizzato dramma borghese
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Sullo sfondo della valle del Douro, significativamente vista da un finestrino del treno e dell’ amata Oporto come nell’andirvieni dei sentimenti, delle situazioni e delle trame nascoste del testo, il grande cineasta portoghese trae dal romanzo di Augustina Bessa Luis, un film con gran parte degli stilemi del dramma borghese, pur altamente stilizzato e dai contenuti a tratti sfuggenti (anche troppo). I personaggi si muovono quasi come pedine nei dialoghi asettici e clinici, nelle filosofie snocciolate in un film come ci si aspetta in De Oliveira essere antinarrativo, anticinematografico (anche troppo) , fondato più sulla parola che sulla rappresentazione cinematografica, un film molto letterario e più teatrale che cinematografico, scenografie degli interni di una accurata valenza pittorica nella loro raffinatezza e fissità.
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Sullo sfondo della valle del Douro, significativamente vista da un finestrino del treno e dell’ amata Oporto come nell’andirvieni dei sentimenti, delle situazioni e delle trame nascoste del testo, il grande cineasta portoghese trae dal romanzo di Augustina Bessa Luis, un film con gran parte degli stilemi del dramma borghese, pur altamente stilizzato e dai contenuti a tratti sfuggenti (anche troppo). I personaggi si muovono quasi come pedine nei dialoghi asettici e clinici, nelle filosofie snocciolate in un film come ci si aspetta in De Oliveira essere antinarrativo, anticinematografico (anche troppo) , fondato più sulla parola che sulla rappresentazione cinematografica, un film molto letterario e più teatrale che cinematografico, scenografie degli interni di una accurata valenza pittorica nella loro raffinatezza e fissità. Il Douro e Oporto ne sono le quinte teatrali, la trama si svolge sugli intrighi sentimentali e di potere di una ricca famiglia di proprietari terrieri con alcune concessioni al surreale (la scena finale dell’incendio della discoteca) ed il conturbante e prominente ruolo di quello che appare infine il deus ex machina dei personaggi: quella Camilla che chiude il film con un ambiguo sorriso che sembra dirci ancora che niente è come sembra.
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vlad
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martedì 22 gennaio 2008
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terribile!
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se disponete di due ore (intervallo escluso), impiegatele come volete, ma non vedendo questo film. Dialoghi allucinanti, la velocità di uno schiacciasassi, una trama pari a zero. Film senza senso, con una protagonista che forse vorrebbe somigliare alla reincarnazione di Giovanna d'Arco, ma sembra meno espressiva di uno spaventapasseri. Quel che dice, vorrebbe essere un lungo insieme di frasi memorabili, peccato che siano senza alcuna logica e sconnesse tra loro. terrificante.
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