ca55p
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domenica 10 dicembre 2017
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godibile commedia anni 8o
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questo film è una commedia quasi classica,aggiornata agli anni 8o,quindi con situazioni più moderne rispetto alle commedie all'italiana dei
decenni d'oro 50/60:le coppie separate,le convivenze,un modo di vivere più disinibito.
però e' condotta con molto garbo,gode di una sceneggiatura e di dialoghi di buon livello con battute spesso brillanti.
Si avvale del solito istrionico Tognazzi,qui credo ad una delle sue ultime presenze cinematografiche,forse non è molto convincente la
partecipazione dei figli gianmarco(particina molto limitata)e soprattutto ricky sicuramente non all'altezza del padre come interprete.
Direi bene invece le donne in scena,il ritmo è sempre buono ed il tutto si lega bene fino all'epilogo che ha per il tognazzi uomo
il sapore di un vero addio alle scena ed anche alla vita ma vissuto con la leggerezza ed anche lo sberleffo alla sorte che hanno
spesso fatto parte del suo modo di essere.
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elgatoloco
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martedì 24 gennaio 2017
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film quasi televisivo
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Film para-televisivo(non fosse per le parolacce, che allora-1987-forse non sarebbero passate), non solo per la regia di Capitani, in genere regista di telefilm: lo è per i tempi, decisamente da TV, per il noiosissimo leitmotiv o meglio il motivetto musicale continuamente ripetuto che diventa leitmotiv, la scansione quasi in"sezioni"(ma siamo ancora, volendo, nell'ambito della tempistica). Non molto da dire, in realtà, salvo che si tratta di un fatto di famiglia: in scena il grande Ugo, i figli Ricky e Gianmarco, ma anche la sceneggiatura di Simona Izzo(moglie di Ricky)e la partecipazione, come attrice, di una sorella minore della stessa Izzo. Storia di famiglia/e, questa, con qualche soluzione intelligente e il colpo di scena del"sotto-finale"più che del finale(sarebbe inopportuno), con una certa difficoltà-un certo imbarazzo attoriale tra Ugo e i figli, decisamente palpabile(meglio, diremmo, il rapporto di Vittorio Gassman con Alessandro in"Camping"ma non solo, di Paola non so dire.
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Film para-televisivo(non fosse per le parolacce, che allora-1987-forse non sarebbero passate), non solo per la regia di Capitani, in genere regista di telefilm: lo è per i tempi, decisamente da TV, per il noiosissimo leitmotiv o meglio il motivetto musicale continuamente ripetuto che diventa leitmotiv, la scansione quasi in"sezioni"(ma siamo ancora, volendo, nell'ambito della tempistica). Non molto da dire, in realtà, salvo che si tratta di un fatto di famiglia: in scena il grande Ugo, i figli Ricky e Gianmarco, ma anche la sceneggiatura di Simona Izzo(moglie di Ricky)e la partecipazione, come attrice, di una sorella minore della stessa Izzo. Storia di famiglia/e, questa, con qualche soluzione intelligente e il colpo di scena del"sotto-finale"più che del finale(sarebbe inopportuno), con una certa difficoltà-un certo imbarazzo attoriale tra Ugo e i figli, decisamente palpabile(meglio, diremmo, il rapporto di Vittorio Gassman con Alessandro in"Camping"ma non solo, di Paola non so dire...), dovendo mettere in scena l'atavico tema dei contrasti familiari; entrambi donnaioli o meglio, invece, donnaiolo il padre, decisamente più"in crisi"il figlio, a disagio con le donne, anche se tendenzialmente attratto dalle stesse; ma decisamente diversi i caratteri-le tendenze sul piano della realizzazione professionale_molto dinamico il padre, già avvocato ma dirigente d'azienda, "fallito"come commediografo il figlio-qui un altro elemento del film, che pesca a piene mani nel"playing the play"(metateatro, metaspettacolo), nella riflessione sul farsi della realizzazione spettacolare, insomma, con vistose note ironiche, un po'buttate al vento, invero. Non convince, in un ruolo troppo"caricato", Alessandro Haber come"gay"(anzi"checca"), dove oggi una simile caratterizzazione farebbe decisamente insorgere(ritengo)i movimenti gay, che protesterebbero contro il film(o una sua trasmissione televisiva). La dinamica familiare e come la sceneggiatura la rappresenta sarebbe ampiamente perdonabile, se messa in mano a un altro regista e cambiando il"rumore di fondo", leggi il leitmotiv di cui si diceva all'inizio...IL Tognazzi stanco degli ultimi anni, peraltro, si esprimeva così, ma anche in quegli anni non era certamente al"top", sempre che di"top"si voglia parlare... El Gato
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martedì 24 gennaio 2017
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film quasi televisivo
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Film para-televisivo(non fosse per le parolacce, che allora-1987-forse non sarebbero passate), non solo per la regia di Capitani, in genere regista di telefilm: lo è per i tempi, decisamente da TV, per il noiosissimo leitmotiv o meglio il motivetto musicale continuamente ripetuto che diventa leitmotiv, la scansione quasi in"sezioni"(ma siamo ancora, volendo, nell'ambito della tempistica). Non molto da dire, in realtà, salvo che si tratta di un fatto di famiglia: in scena il grande Ugo, i figli Ricky e Gianmarco, ma anche la sceneggiatura di Simona Izzo(moglie di Ricky)e la partecipazione, come attrice, di una sorella minore della stessa Izzo. Storia di famiglia/e, questa, con qualche soluzione intelligente e il colpo di scena del"sotto-finale"più che del finale(sarebbe inopportuno), con una certa difficoltà-un certo imbarazzo attoriale tra Ugo e i figli, decisamente palpabile(meglio, diremmo, il rapporto di Vittorio Gassman con Alessandro in"Camping"ma non solo, di Paola non so dire.
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Film para-televisivo(non fosse per le parolacce, che allora-1987-forse non sarebbero passate), non solo per la regia di Capitani, in genere regista di telefilm: lo è per i tempi, decisamente da TV, per il noiosissimo leitmotiv o meglio il motivetto musicale continuamente ripetuto che diventa leitmotiv, la scansione quasi in"sezioni"(ma siamo ancora, volendo, nell'ambito della tempistica). Non molto da dire, in realtà, salvo che si tratta di un fatto di famiglia: in scena il grande Ugo, i figli Ricky e Gianmarco, ma anche la sceneggiatura di Simona Izzo(moglie di Ricky)e la partecipazione, come attrice, di una sorella minore della stessa Izzo. Storia di famiglia/e, questa, con qualche soluzione intelligente e il colpo di scena del"sotto-finale"più che del finale(sarebbe inopportuno), con una certa difficoltà-un certo imbarazzo attoriale tra Ugo e i figli, decisamente palpabile(meglio, diremmo, il rapporto di Vittorio Gassman con Alessandro in"Camping"ma non solo, di Paola non so dire...), dovendo mettere in scena l'atavico tema dei contrasti familiari; entrambi donnaioli o meglio, invece, donnaiolo il padre, decisamente più"in crisi"il figlio, a disagio con le donne, anche se tendenzialmente attratto dalle stesse; ma decisamente diversi i caratteri-le tendenze sul piano della realizzazione professionale_molto dinamico il padre, già avvocato ma dirigente d'azienda, "fallito"come commediografo il figlio-qui un altro elemento del film, che pesca a piene mani nel"playing the play"(metateatro, metaspettacolo), nella riflessione sul farsi della realizzazione spettacolare, insomma, con vistose note ironiche, un po'buttate al vento, invero. Non convince, in un ruolo troppo"caricato", Alessandro Haber come"gay"(anzi"checca"), dove oggi una simile caratterizzazione farebbe decisamente insorgere(ritengo)i movimenti gay, che protesterebbero contro il film(o una sua trasmissione televisiva). La dinamica familiare e come la sceneggiatura la rappresenta sarebbe ampiamente perdonabile, se messa in mano a un altro regista e cambiando il"rumore di fondo", leggi il leitmotiv di cui si diceva all'inizio...IL Tognazzi stanco degli ultimi anni, peraltro, si esprimeva così, ma anche in quegli anni non era certamente al"top", sempre che di"top"si voglia parlare... El Gato
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antonino ferraro
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mercoledì 5 dicembre 2007
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un film eccellente
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Un Film veramente bello, il cui significato va oltre la semplice commedia; a parer mio è un viaggio introspettivo dei due personaggi (Tognazzi padre e figlio), che ritrovano, rotrovandosi, quel sentimento che avevano perso o forse non avevano mai provato: l'amore padre-figlio. Pochi film, come questo, riescono a farti riflettere sull'importanza di una persona nella tua vita, lasciandoti, a fine proiezione, col riso amaro in bocca. Veramente da vedere.
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