dandy
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martedì 31 maggio 2022
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nessuna innocenza in questi anni ''50...
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Debutto del regista-sceneggiatore.Una fiaba gotica definita da lui stesso il "Velluto Blu" per ragazzi,che ha effettivamente qualcosa di David Lynch,compreso un pizzico delle atmosfere stralunate della coeva Twin Peaks.L'ambientazione nella campagna sperduta è suggestiva,e funziona la descrizione tutt'altro che idilliaca del piccolo protagonista(pestifero e a tratti odioso,che si merita le punzioni della madre)come della sua famiglia e dei rapporti umani in generale,sempre all'insegna dell'ambiguità e del sopruso.E ci sono delle connotazioni inquietanti nella visione dell'orrore dal punto di vista infantile(Seth scopre il colpevole ma non lo rivela nessuno causando la tragedia finale).
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Debutto del regista-sceneggiatore.Una fiaba gotica definita da lui stesso il "Velluto Blu" per ragazzi,che ha effettivamente qualcosa di David Lynch,compreso un pizzico delle atmosfere stralunate della coeva Twin Peaks.L'ambientazione nella campagna sperduta è suggestiva,e funziona la descrizione tutt'altro che idilliaca del piccolo protagonista(pestifero e a tratti odioso,che si merita le punzioni della madre)come della sua famiglia e dei rapporti umani in generale,sempre all'insegna dell'ambiguità e del sopruso.E ci sono delle connotazioni inquietanti nella visione dell'orrore dal punto di vista infantile(Seth scopre il colpevole ma non lo rivela nessuno causando la tragedia finale). Non sempre riuscite invece certe caratterizzazioni grottesche,a cominciare dalla madre di Seth,e alcune scelte stilistiche oggi risultano di maniera.Un pò troppo enfatiche le musiche.Sia apprezzato che detestato all'uscita,col tempo si è guadagnato una piccola fama di culto,peccato che il regista in seguito dirigerà solo altri due film di cui solo uno degno di nota...Probabile fonte di ispirazione per "Tideland".
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carloalberto
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lunedì 14 giugno 2021
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il male è ovunque
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Il mare giallo oro mosso dal vento dei campi di grano attraversati dalla corsa sfrenata dei bambini che si rincorrono nelle scorribande felici o scappano spaventati dai mostri fantasticati dell’infanzia, per poi finire nelle grinfie di quelli reali, è la sequenza in plein air, dipinta-filmata dal pittore-regista Philip Ridley, che più resta impressa alla fine di questo film, che tenta l’introspezione impossibile, il viaggio senza ritorno e senza uscita nel mondo immaginario di un ragazzino, lasciando cinicamente che l’orrore degli adulti continui a circolare liberamente sotto le sembianze di giovani assassini che sollevano polvere bianca lungo le strade sterrate della sterminata campagna americana con una bella macchina nera simbolo del male.
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Il mare giallo oro mosso dal vento dei campi di grano attraversati dalla corsa sfrenata dei bambini che si rincorrono nelle scorribande felici o scappano spaventati dai mostri fantasticati dell’infanzia, per poi finire nelle grinfie di quelli reali, è la sequenza in plein air, dipinta-filmata dal pittore-regista Philip Ridley, che più resta impressa alla fine di questo film, che tenta l’introspezione impossibile, il viaggio senza ritorno e senza uscita nel mondo immaginario di un ragazzino, lasciando cinicamente che l’orrore degli adulti continui a circolare liberamente sotto le sembianze di giovani assassini che sollevano polvere bianca lungo le strade sterrate della sterminata campagna americana con una bella macchina nera simbolo del male. Un giovane Viggo Mortensen interpreta il fratello maggiore del piccolo protagonista e ne rappresenta specularmente la fase successiva, l’età adulta, nella quale si prende coscienza che le atrocità fanno parte del mondo reale come le guerre con i suoi morti innocenti, e sono opera degli uomini e non dei vampiri dei romanzi che il padre leggeva avidamente per sfuggire ad una realtà opprimente. La bandiera rinnegata quale simbolo di morte ed il ritorno dalla guerra alla tranquillità bucolica degli sconfinati campi di grano non salverà l’ex soldato dal dolore e dalla tragedia, perché il male è ovunque e non ci sono oasi di pace ma soltanto pochi angusti spazi temporali di felicità, rappresentati dall’incontro con la bella vedova e presunta vampira, rubati al tempo e che il tempo presto si riprende.
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m.d.c
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giovedì 22 maggio 2014
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uno di quei film da prendere o lasciare
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Infanzia e purezza non si accordano, sembra dimostrarlo una volta di più questo inclassificabile film datato 1990 (per alcuni oggetto di culto, da altri detestato senza appello) che mette in mostra una ricognizione di angosce e deliri infantili, amplificandoli in modo quasi inostenibile in un microcosmo rurale dove niente è quello che sembra, e le superstizioni sconfinano nelle paure più ancestrali. E' il piccolo portagonista, un bambino dall'indole irrequieta o ,se si preferisce spaventosamente influenzabile(come ogni ragazzino), a fare da catalizzatore per le nevrosi degli adulti: una madre puritana fino all'ossessione, un padre corruttore, un fratello maggiore reduce da misteriosi esperimenti nucleari e una vicina solitaria, di nero vestita che nelle fantasie del protagonista assume le forme di un vampiro.
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Infanzia e purezza non si accordano, sembra dimostrarlo una volta di più questo inclassificabile film datato 1990 (per alcuni oggetto di culto, da altri detestato senza appello) che mette in mostra una ricognizione di angosce e deliri infantili, amplificandoli in modo quasi inostenibile in un microcosmo rurale dove niente è quello che sembra, e le superstizioni sconfinano nelle paure più ancestrali. E' il piccolo portagonista, un bambino dall'indole irrequieta o ,se si preferisce spaventosamente influenzabile(come ogni ragazzino), a fare da catalizzatore per le nevrosi degli adulti: una madre puritana fino all'ossessione, un padre corruttore, un fratello maggiore reduce da misteriosi esperimenti nucleari e una vicina solitaria, di nero vestita che nelle fantasie del protagonista assume le forme di un vampiro. Queste visioni abbacinanti a occhi aperti (non ci sono scene notturne, tutto avviene alla luce del sole che si riflette su interminabili distese di grano) vanno di pari passo con gli infanticidi commessi dai misteriosi occupanti di una berlina nera che solo il giovane protagonista individua, servendosene quasi come dei sicari per spezzare il legame sorto tra l'eterea vicina e suo fratello. L'europeo Ridley ambienta la sua fantasia visionaria in un America rurale e fuori dal tempo indulgendo nelle sue ossessioni che superano quasi per slancio barocco le divagazioni mostruose di altri film estremi come Velluto blu, Shining o Barton Fink. L'effetto è quello di un resoconto allucinato sulla presenza del male nel mondo che obbliga lo spettore a smarrire le sue sicurezze e a scivolare sul piano inclinato della complicità o del rifiuto, ma non dell'indifferenza.
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mescal
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sabato 25 aprile 2009
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disordine mentale
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Questo film a dispetto degli innumerevoli elogi che ho letto su internet a mio parere non merita la visione di nessuno. Proprio per questo mi sono registrato su questo sito per scoraggiare chiunque (leggendo commenti favorevoli) decida di imbattersi in questa pellicola. Un film totalmente scordinato il cui unico obiettivo è creare più disordine mentale possibile nel giro di soltanto 1 ora e trenta. Davvero penoso sensa senso, senza morale e sopratutto senza un finale è il classico esempio di cagata pazzesca venerata da tutti.
Cancellatelo dalla storia del cinema...
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bob.66
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domenica 30 novembre 2008
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riflessi sulla pelle
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???Ma il recensore il film l'ha visto?????
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ernesto
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giovedì 2 agosto 2007
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cuba
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Consiglierei a chi ha scritto la recensione di andare a vendere gelati a Cuba, attività proporzionata alla propria cultura visiva.
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