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dubai millennium
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mercoledì 6 agosto 2025
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non consigliato
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Tanti ridevano ; io mi sono annoiato a tal punto da lasciare la sala
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allibrator
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domenica 3 agosto 2025
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film ruffiano e deludente
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Un film che volevo vedere anche perché ancora ricordo Perfetti Sconosciuti, un film che mi ha fatto ridere tantissimo ma anche pensare e sorpreso. Quindi grandi aspettative. Però deluse. Film molto pretenzioso con la solita coralità di attori ma stavolta senza sussulti. Molto stereotipato con un Edoardo Leo sempre uguale a se stesso e una Pilar Fogliati che a me non è mai piaciuta e nemmeno stavolta mi ha fatto cambiare idea. Film troppo mieloso ma anche piatto...eppure c'era la possibilità di inserire una variazione armonica un accordo imprevedibile, ma niente ... Tutto fila liscio e maledettamente prevedibile. Eppoi la cosa peggiore.
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Un film che volevo vedere anche perché ancora ricordo Perfetti Sconosciuti, un film che mi ha fatto ridere tantissimo ma anche pensare e sorpreso. Quindi grandi aspettative. Però deluse. Film molto pretenzioso con la solita coralità di attori ma stavolta senza sussulti. Molto stereotipato con un Edoardo Leo sempre uguale a se stesso e una Pilar Fogliati che a me non è mai piaciuta e nemmeno stavolta mi ha fatto cambiare idea. Film troppo mieloso ma anche piatto...eppure c'era la possibilità di inserire una variazione armonica un accordo imprevedibile, ma niente ... Tutto fila liscio e maledettamente prevedibile. Eppoi la cosa peggiore... una copiatura di Inside Out ed anche una brutta copia. Delusione totale. Peccato.
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alberto de rosa
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mercoledì 30 luglio 2025
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deludente (forse genovese si crede woody allen)
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Deludente e claustrofobico. La prova evidente che il cinema italiano è allo sfascio. Diversamente non si comprende come un film del genere possa ricevere tanti premi e recensioni positive. Non ho trovato nulla di originale. La cosa più assurda (direi comica) è che gli attori, pur bravi, sono costretti a dire le loro frasi senza sovrapporsi mai. Ma quando mai si è visto nella realtà!!! Il fatto ancor più imabrazzante è che il regista (evidentemente preso da un delirio di onnipotenza) ritiene di potere costringere gli spettatori a vedere un film per un'ora a mezza (e qualcosa in più) che si svolge in una casa (anzi in cucina per la gran parte) in cui i protagonositi sono mortificati e continuamente interrotti da commenti e frasi di altri protagonisti sui loro comportamenti.
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Deludente e claustrofobico. La prova evidente che il cinema italiano è allo sfascio. Diversamente non si comprende come un film del genere possa ricevere tanti premi e recensioni positive. Non ho trovato nulla di originale. La cosa più assurda (direi comica) è che gli attori, pur bravi, sono costretti a dire le loro frasi senza sovrapporsi mai. Ma quando mai si è visto nella realtà!!! Il fatto ancor più imabrazzante è che il regista (evidentemente preso da un delirio di onnipotenza) ritiene di potere costringere gli spettatori a vedere un film per un'ora a mezza (e qualcosa in più) che si svolge in una casa (anzi in cucina per la gran parte) in cui i protagonositi sono mortificati e continuamente interrotti da commenti e frasi di altri protagonisti sui loro comportamenti. Un film claustrofobico che tenta di scimmiottare (inutilmente) il genio di Woody Allen Io Vi consiglio di vedere IO E ANNIE (1976) per capire veramente le dinamiche dell'amore. Voto Uno.
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jonnylogan
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giovedì 24 luglio 2025
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le nostre emozioni
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Per tentare probabilmente di replicare il successo ormai quasi decennale di Perfetti Sconosciuti (id.; 2016) capace di varcare anche i confini di casa nostra per essere riadattato alle più diverse latitudini, Paolo Genovese mette mano a un cast per molti suoi elementi analogo - Marco Giallini ed Edoardo Leo – cercando di dare vita a una nuova commedia girata in interni nella quale nuovi dubbi, non di amicizia ma affettivi, dei due protagonisti, vengono in tal caso scandagliati dalle rispettive coscienze, attente a ciascuna mossa, supposizione, ipotesi e reazione altrui e propria.
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Per tentare probabilmente di replicare il successo ormai quasi decennale di Perfetti Sconosciuti (id.; 2016) capace di varcare anche i confini di casa nostra per essere riadattato alle più diverse latitudini, Paolo Genovese mette mano a un cast per molti suoi elementi analogo - Marco Giallini ed Edoardo Leo – cercando di dare vita a una nuova commedia girata in interni nella quale nuovi dubbi, non di amicizia ma affettivi, dei due protagonisti, vengono in tal caso scandagliati dalle rispettive coscienze, attente a ciascuna mossa, supposizione, ipotesi e reazione altrui e propria. Nella quale la fanno da padrone le lotte interne, fra i diversi aspetti caratteriali, facendo prendere il sopravvento, volta per volta, a l’uno o all’altra inclinazione. Caratteri suddivisi in quattro sfere emotive per ciascuno. Passando quindi dall’irruenza, alla sensualità. Dalla razionalità, alla dolcezza: tutte declinate grazie alle capacità, principalmente comiche di chi interpreta ciascun lato caratteriale. Si strizza nemmeno troppo velatamente l’occhio a Inside Out (id.; 2015) pellicola di animazione che scandagliava i sentimenti e le emozioni. Lo stesso regista ammette che l’idea del soggetto gli sia venuta non vedendo il film Disney ma molto prima, ma è vedendolo che ha avuto l’idea per farne una pellicola che cerchi di capire, in maniera ironica, come ci comportiamo di fronte all’altro. Come la differenza di genere (uomo/donna) sia sempre più labile di fronte a eventi, situazioni e soprattutto contrattempi, come la chiamata di una figlia a metà di una cena, con la commensale che s'interroga in merito a con chi stia conversando il proprio ospite.
Gli attori che rappresentano le varie “caratteristiche sentimentali” sono tutti calate nei rispettivi ruoli in maniera forse eccessiva, ma decisamente efficace. Da Claudio Santamaria nel ruolo di Eros, a Vittoria Puccini in quello di Giulietta (perché legata alla sfera affettivo - romantica). Dalla razionalità con le sembianze di Giallini fino a Claudia Pandolfi che identifica il lato caratteriale che vuole affermare l'identità femminile e femminista. Ma la pellicola si perde in troppi inevitabili ping pong fra quel che accade fra i due protagonisti e le rispettive coscienze con una lentezza eccessiva che fa spesso perdere il filo della sceneggiatura.
Film che comunque si può vedere non illudendosi di trovarsi di fronte a verità assolute e nemmeno davanti a un nuovo caso cinematografico del livello di Perfetti Sconosciuti. Ma pellicola che esattamente come quest'ultimo meriterebbe probabilmente una trasposizione teatrale che ne amplierebbe la vis comica a discapito di un lato cerebrale a volte troppo eccessivo.
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felicity
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lunedì 21 luglio 2025
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curato e assemblato bene
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Follemente somiglia a Perfetti sconosciuti. È un film ambientato in una casa e in una notte, con tantissimi attori (ognuno con un personaggio molto netto), un po’ di fantastico e una serie di scontri verbali. E forse proprio per questo, proprio perché è la dimensione narrativa migliore per Genovese, è un film buono. Follemente è infatti un film commerciale che, a differenza di altri equivalenti, ha un’apprezzabile rapacità, cioè una capacità reale di acchiappare gli spettatori, cavalcare il gusto medio, rassicurare e al tempo stesso intrattenere con qualcosa di originale che poi davvero originale non è.
Ed è una gioia perché, invece di arrivare al suo obiettivo puntando sulla parte peggiore del pubblico, lo fa con un po’ di stile e una certa grazia, puntando semmai su quella leggera.
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Follemente somiglia a Perfetti sconosciuti. È un film ambientato in una casa e in una notte, con tantissimi attori (ognuno con un personaggio molto netto), un po’ di fantastico e una serie di scontri verbali. E forse proprio per questo, proprio perché è la dimensione narrativa migliore per Genovese, è un film buono. Follemente è infatti un film commerciale che, a differenza di altri equivalenti, ha un’apprezzabile rapacità, cioè una capacità reale di acchiappare gli spettatori, cavalcare il gusto medio, rassicurare e al tempo stesso intrattenere con qualcosa di originale che poi davvero originale non è.
Ed è una gioia perché, invece di arrivare al suo obiettivo puntando sulla parte peggiore del pubblico, lo fa con un po’ di stile e una certa grazia, puntando semmai su quella leggera.
Non conta poco poi che, come sempre in Genovese, la parte tecnica sia estremamente curata, specialmente il look. In particolare la scenografia brutalista della casa della protagonista e poi quelle delle menti di lui e di lei sono perfette. Inoltre è molto curato dal punto di vista della recitazione. È infatti come vengono recitate le parti a fare la differenza, non tanto la scrittura.
Aiuta il fatto che ogni attore e ogni attrice abbia un personaggio estremamente netto e dal carattere chiaro e riconoscibile, ma soprattutto aiuta il fatto che alcuni siano scelti in linea con le parti che solitamente interpretano.
Questo non è un film che si distacca dal resto della produzione mainstream italiana, anzi ne è il perfetto esempio. Semmai è un film in cui tutti quei tratti che solitamente caratterizzano questo tipo di opere sono invece curati e assemblati bene.
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catenar
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sabato 21 giugno 2025
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divertente
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Molto divertente e ben recitato, si ride molto soprattutto nella parte centrale. Una commedia leggera molto gradevole
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fraruppola
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venerdì 20 giugno 2025
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si lascia vedere ma non rimane nulla
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A me non è piaciuto un granchè.
Non condivido con chi dice che è un "inside out" in salsa romana. Giudizio superficiale.
Sono le diverse personalità che coabitano in ognuno di noi che devono convivere (il romanticismo, il passionale, il razionale, il fattore anomalo).
Idea carina, cast top della commedia italiana, ma nel complesso noiosetto.
Noioso l'incontro e i dialoghi tra i protagonisti.
A tratti schizofrenico. Accade tutto quella sera: la figlia di lui, l'ex di lei con l'anello di fidanzamento, il derby, ma niente crea suspence o da linfa a un film noioso.
Lei che gli fa vedere 12 secondi di derby, l'ho trovata una scena ridicola nella sua inutilità.
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A me non è piaciuto un granchè.
Non condivido con chi dice che è un "inside out" in salsa romana. Giudizio superficiale.
Sono le diverse personalità che coabitano in ognuno di noi che devono convivere (il romanticismo, il passionale, il razionale, il fattore anomalo).
Idea carina, cast top della commedia italiana, ma nel complesso noiosetto.
Noioso l'incontro e i dialoghi tra i protagonisti.
A tratti schizofrenico. Accade tutto quella sera: la figlia di lui, l'ex di lei con l'anello di fidanzamento, il derby, ma niente crea suspence o da linfa a un film noioso.
Lei che gli fa vedere 12 secondi di derby, l'ho trovata una scena ridicola nella sua inutilità.
Molto didascalico e pieno di luoghi comuni.
E' brutto fare confronti ma non ha niente in comune col geniale e pieno di trovate "perfetti sconosciuti".
Si ride veramente solo al corale "somebodt to love" di gioia della riuscita intimità.
Mi è piaciuto che alla fine siano le diverse personalità a parlarsi tra di loro per capire che "dai, può funzionare, diamoci una possibilità".
Si lascia vedere, ma non lascia nessuna traccia.
Tutto questo entusiasmo e premi dimostrano, forse, la pochezza delle idee del cinema italiano attuale.
Se questo è il meglio, pensa al resto...
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[+] deludente (forse genovese si crede woody allen)
(di alberto de rosa)
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lizzy
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martedì 10 giugno 2025
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na mattonata.
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Ma si... il solito copione trito e ritrito di due persone in scena con la "vocina" dentro... un testo magari ottenuto dalla classica piece teatrale (non ne ho controllato la provenienza) adatto forse ad una platea con pisolanti senior, ma non certo alla portata mentale di noi tutti.
Non vedo trovate geniali in questo film, i due attori sembrano pure annoiati così come gli "sparring partners" nelle loro teste.
Chiacchiere preconfezionate, una situazione come miliardi di altre, solito amplesso liberatorio finale (ma da vestiti...come fanno tutte le coppie di quel genere...certo...sicuro), musiche discutibili e una monotonia che manco una bomba nucleare potrebbe spezzare.
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Ma si... il solito copione trito e ritrito di due persone in scena con la "vocina" dentro... un testo magari ottenuto dalla classica piece teatrale (non ne ho controllato la provenienza) adatto forse ad una platea con pisolanti senior, ma non certo alla portata mentale di noi tutti.
Non vedo trovate geniali in questo film, i due attori sembrano pure annoiati così come gli "sparring partners" nelle loro teste.
Chiacchiere preconfezionate, una situazione come miliardi di altre, solito amplesso liberatorio finale (ma da vestiti...come fanno tutte le coppie di quel genere...certo...sicuro), musiche discutibili e una monotonia che manco una bomba nucleare potrebbe spezzare.
Insomma: io mi ci sono addormentata. E più di una volta.
Quindi un pregio questo film lo ha: combatte l'insonnia!
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edmund
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giovedì 5 giugno 2025
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alla ricerca del capolavoro che non arriva mai
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Alla ricerca del capolavoro che non arriva mai. Genovese temo abbia raggiunto il picco artistico con “Perfetti sconosciuti”. Diciamo che si è bruciato presto. Io credo che non ci sia niente di male a citare smaccatamente un’altra opera di grande successo come inside out in questo caso. Ma poi devi essere bravo a fare opera di astrazione cioè ad inventarti qualcosa di originale pur consapevole di non essere propriamente originale. È difficile. È vero che non si inventa nulla, ma a tutto c’è il solito limite.
Genovese l’aveva già fatta grossa con "The place" una scopiazzatura invereconda di The Booth at the End.
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Alla ricerca del capolavoro che non arriva mai. Genovese temo abbia raggiunto il picco artistico con “Perfetti sconosciuti”. Diciamo che si è bruciato presto. Io credo che non ci sia niente di male a citare smaccatamente un’altra opera di grande successo come inside out in questo caso. Ma poi devi essere bravo a fare opera di astrazione cioè ad inventarti qualcosa di originale pur consapevole di non essere propriamente originale. È difficile. È vero che non si inventa nulla, ma a tutto c’è il solito limite.
Genovese l’aveva già fatta grossa con "The place" una scopiazzatura invereconda di The Booth at the End. Qui davvero senza pudore era riuscito persino a peggiorare l’idea originale. E poi “Una famiglia perfetta” che riecheggiava sfacciatamente “Natale in affitto” con Ben Affleck . Ecco pare che Genovese si ponga tendenzialmente come riciclatore di idee altrui. Niente di male, ma poi non ha la forza di aggiungere qualcosa di veramente nuovo col rischio di ridursi a imitare grossolanamente cose già viste. Prendete la scena di “FolleMente” in cui lui e lei si confrontano le rispettive cicatrici. L’avevamo già vista questa scena. Vi ricordate uno degli episodi (il 2 o il 3 non ricordo bene) di Arma Letale? La scena in cui Riggs e Lorna si confrontano le rispettive ferite e cicatrici che si sono procurati nel corso del loro lavoro di poliziotti? Cioè, non mi puoi continuare a proporre sta roba qua. Non fa onore per così dire, neanche a te. Affastellare una serie di scene di altri film non è sempre garanzia di successo se non ci metti qualcosa di davvero tuo. Se qualcuno avesse l’impellenza di farne un remake in qualche parte del pianeta (ne dubito ma non si sa mai), spero che almeno ne faccia qualcosa di meglio. Un consiglio spassionato. Il prossimo film intitolalo “Perfetti sconosciuti 2”. E vai sul sicuro.
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maramaldo
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giovedì 1 maggio 2025
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ride, si sapis, puella, ride
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Cara e forse gentile Sabrina, grato per avermi indotto a riparlare di questo film pur essendone stato dissuaso. Ti offro questo pensierino di Marziale, tradotto per l'occasione: ridi, se saggia mente, ragazza mia, ridi. Oggi, anche ad alto livello, si rivaluta l'umorismo, non più ripiego consolatorio, ma insegnamento superiore, funzione liberatoria e catartica. Sono "pregi" che si riscontrano nel bel lavoretto di Paolo Genovese e la sua band. L'andamento onirico avrebbe potuto indirizzare il tuo giudizio. Non si pecca che in sogno, diceva Nietsche e fior di mestieranti l'intendono a modo loro.. Fantasticherie, visionarietà, allucinazioni, stramberie di una mente in dormiveglia si utilizzano per sdoganare cattiverie dozzinali, malignità perfide, scorrettezze inaccettabili.
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Cara e forse gentile Sabrina, grato per avermi indotto a riparlare di questo film pur essendone stato dissuaso. Ti offro questo pensierino di Marziale, tradotto per l'occasione: ridi, se saggia mente, ragazza mia, ridi. Oggi, anche ad alto livello, si rivaluta l'umorismo, non più ripiego consolatorio, ma insegnamento superiore, funzione liberatoria e catartica. Sono "pregi" che si riscontrano nel bel lavoretto di Paolo Genovese e la sua band. L'andamento onirico avrebbe potuto indirizzare il tuo giudizio. Non si pecca che in sogno, diceva Nietsche e fior di mestieranti l'intendono a modo loro.. Fantasticherie, visionarietà, allucinazioni, stramberie di una mente in dormiveglia si utilizzano per sdoganare cattiverie dozzinali, malignità perfide, scorrettezze inaccettabili. Basti citare l'allegra metafora della cyclette. Il grande pubblico ci sghignazzò ma non badò che si trattava di loro, che per raggiungere un risultato soddisfacente occorre uno sforzo che non tutti sono in grado di portare a termine.
Quando vidi Lara (Pilar Fogliati) pensai subito a Coscialunga, una reminiscenza affettuosa di Edwige Fennech che ne uscì gloriosa mente. Poi mi accorsi che era un'introspezione malevola. Una donna che non tiene conto del suo fascino, che abdica dalla potenza della sua seduzione. Tira giù, compulsivamente e inutilmente, i lembi risicati di una minigonna inguinale, sotto vedici Freud e nient'altro. Figurarsi, innervosita perchè aspetta la visita di uno tanto più balordo di lei. Sarebbe questa la definizione più azzeccata di Piero ma Edoardo Leo merita riguardo, è tutti voi ( o noi, se ci tenete). Mette sempre di buon umore, la stessa faccia sia quando annuncia la catastrofe cosmica sia quando si perde nella meschineria dell'individuo corrente.
Vorrei alzare l'asticella, ti prego, Sabrì, non prenderla in doppiosenso. Cultura è, quanto meno un tentativo di farne in campo musicale, forse sarebbe meglio demandare la questione a Piovani, autorità in colonne sonore. Ho avuto l'impressione che in quella delicata simulazione dell'intercorso multimediale tra Piero e Lara fosse oziosetto e dispersivo il commento della Danza delle Ore di Ponchielli. Il Bolero di Ravel avrei preferito sentire, efficace nella reiterazione insistita, categorico nella percussione.
Mi dirai, Sab, che dovrei vergognarmi anch'io. Temo di essere d'accordo quando penso che avevo proposto come titolo: cuoricini cuoricini.
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