Al debutto in regia, Ludovica Rampoldi firma un film elegante e irrisolto, dove la precisione della sceneggiatrice si smarrisce nel salotto borghese dei sentimenti. In Grand Public
di Gianluca Arnone La Rivista del Cinematografo
C'è qualcosa di paradossale nell'esordio alla regia di Ludovica Rampoldi, e non solo perché arriva con la patente di una delle sceneggiatrici più brillanti della sua generazione - da Gomorra a Il traditore, passando per Esterno notte e Bad Guy. Il paradosso è che proprio la forza della scrittura, l'elemento che più ha definito la sua identità autoriale, qui sembra smarrirsi. Breve storia d'amore, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, è infatti un film di parole senza la musica delle parole, di situazioni senza la necessità delle situazioni. [...]
di Gianluca Arnone, articolo completo (4329 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 16 ottobre 2025
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