montefalcone antonio
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domenica 23 marzo 2025
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il classico disney in live-action e aggiornato
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Era arduo, se non impossibile, ricreare e ritrasmettere l’incanto, il fascino e la magia tipici del primo lungometraggio d’animazione della Disney, un successo e un capolavoro di tecnica e di impatto emozionale intatti ancora oggi. Per questo motivo il remake live-action di “Biancaneve” del 1937, partiva già svantaggiato.
Ma anche al di là di ciò e di inutili paragoni, questa nuova versione non convince pienamente.
Il live-action firmato da Marc Webb è nel complesso gradevole e anche lodevole nelle intenzioni tematiche, ma pecca di un’estetica e di una narrazione che cercano invano di equilibrare il realismo con la fiaba, la fedeltà all’originale del ’37 con l’aggiornamento ai tempi attuali, senza però riuscire a rendersi efficace in entrambi gli aspetti; diventando così un’opera priva di una vera identità, concettuale ed estetica.
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Era arduo, se non impossibile, ricreare e ritrasmettere l’incanto, il fascino e la magia tipici del primo lungometraggio d’animazione della Disney, un successo e un capolavoro di tecnica e di impatto emozionale intatti ancora oggi. Per questo motivo il remake live-action di “Biancaneve” del 1937, partiva già svantaggiato.
Ma anche al di là di ciò e di inutili paragoni, questa nuova versione non convince pienamente.
Il live-action firmato da Marc Webb è nel complesso gradevole e anche lodevole nelle intenzioni tematiche, ma pecca di un’estetica e di una narrazione che cercano invano di equilibrare il realismo con la fiaba, la fedeltà all’originale del ’37 con l’aggiornamento ai tempi attuali, senza però riuscire a rendersi efficace in entrambi gli aspetti; diventando così un’opera priva di una vera identità, concettuale ed estetica. La nuova versione porta avanti un discorso socio-politico aggiornato al presente, ben distanti da quelli del 1937; inoltre, la celebre vicenda viene anche arricchita di nuove sotto-trame.
Se alcune idee di reinvenzione sono interessanti (da Biancaneve che non è più una principessa in fuga dalle vessazioni della matrigna ma un'aspirante leader come suo padre, che non cerca l’amore ma vuole riportare la giustizia nel Regno; alla figura del Principe Azzurro sostituita da un giovane a capo di un piccolo gruppo di briganti contro la tirannia della Regina Cattiva), è la loro riuscita che appare controversa, dalla messinscena (a tratti goffa e visivamente piatta) alla narrazione inutilmente allungata e incapace di aggiungere profondità o valore alla vicenda originale. Il vero limite della pellicola è soprattutto nella sceneggiatura (alcuni sviluppi sono poco chiari, con dinamiche affrettate e sequenze interrotte; i dialoghi stucchevoli e superficiali; i messaggi socio-politici mai compiuti fino in fondo; le caratterizzazioni dei personaggi poco valorizzate e prive di sfumature, etc.) nel complesso purtroppo piatta, vuota e banale.
Ben inteso, quest’opera non è spregevole come molti la stanno facendo passare, però veramente fatica ad affascinare e coinvolgere, soprattutto a livello emozionale.
Il messaggio del film di recuperare una carica di empatia, compassione, bontà e gentilezza (intese come bellezza interiore, la vera autentica bellezza da perseguire e tutelare) in quanto intensa forza in grado di cambiare cose e persone, viene ben incarnato nel personaggio di Biancaneve, andando quindi al di là del colore della pelle della domenicana attrice protagonista Rachel Zegler. A tal proposito, appaiono accettabili le performance di costei e di Gal Gadot, malgrado i limiti nel ritratto dei loro personaggi. Le scenografie sfarzose (dagli interni del castello, al Regno e alla dimora dei sette nani, tutti ben ricostruiti) e la fotografia elegante dai toni caldi, immergono lo spettatore in un mondo di colori, sogni e speranze. Molto accurati anche i costumi e l’impegno produttivo in generale. Le sequenze musicali, invece, sembrano statiche e prive di energia; e i sette nani (trasformati in esseri magici) generati interamente in CGI, sono purtroppo vittima di un effetto visivo straniante, tra l’inquietante e il grottesco.
In conclusione, la nuova versione di “Biancaneve“ sembra più un’occasione mancata, un’opera che doveva essere ancora migliorata in molti suoi aspetti; ma che comunque può essere ugualmente accettata anche nei suoi limiti, imperfezioni e lati più deboli...forse perchè racconta una fiaba il cui fascino non morirà mai...
Voto (in decimi): 5 / 6.
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tozkino
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domenica 30 marzo 2025
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il privilegio di chiamarsi biancaneve
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Sono passi circa otto anni dall’annuncio, fatto dalla Casa di produzione, dell’arrivo in sala di una nuova rivisitazione della favola più affascinante e divertente, del mondo fiabesco dei fratelli Grimm, finalmente arriva sugli schermi una bellissima Biancaneve, con l’algida e cattivissima (ma anche affascinante) Regina nera, gli immancabili simpaticissimi Sette Nani e uno strano ma ammaliante Principe, così poco azzurro ma molto umano e coraggioso. Mi sono precipitato alla prima in città: ho trovato (e ne sono felice) una sala già piena di bambini accompagnati da mamme e papà e immancabili cuginetti vocianti. La storia conosciutissima non annoia mai, anzi diverte e come sempre rinnova sentimenti profondi, sapori avventurosi, qualche strisciata paurosa (che provengono dallo specchio e dal suo mostruoso signore), immancabili e copiose lacrime, condito con una fotografia ammaliante e splendente, e musiche allegre e simpatiche ma anche con i balletti (specie il primo lunghissimo frame) coinvolgenti e frizzanti.
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Sono passi circa otto anni dall’annuncio, fatto dalla Casa di produzione, dell’arrivo in sala di una nuova rivisitazione della favola più affascinante e divertente, del mondo fiabesco dei fratelli Grimm, finalmente arriva sugli schermi una bellissima Biancaneve, con l’algida e cattivissima (ma anche affascinante) Regina nera, gli immancabili simpaticissimi Sette Nani e uno strano ma ammaliante Principe, così poco azzurro ma molto umano e coraggioso. Mi sono precipitato alla prima in città: ho trovato (e ne sono felice) una sala già piena di bambini accompagnati da mamme e papà e immancabili cuginetti vocianti. La storia conosciutissima non annoia mai, anzi diverte e come sempre rinnova sentimenti profondi, sapori avventurosi, qualche strisciata paurosa (che provengono dallo specchio e dal suo mostruoso signore), immancabili e copiose lacrime, condito con una fotografia ammaliante e splendente, e musiche allegre e simpatiche ma anche con i balletti (specie il primo lunghissimo frame) coinvolgenti e frizzanti. La storia parte in modo classico:
In un regno lontano lontano, dopo la morte dei suoi genitori, la giovane e bellissima principessa Biancaneve trova l’aiuto di sette nani – Dotto, Brontolo, Gongolo, Pisolo, Mammolo, Eolo e Cucciolo – che lavorano in una miniera di diamanti, vicino alla loro casa, e che abitano nel cuore di una fertilissima foresta insieme agli animali… e di un ladro di nome Jonathan per liberare la città e il palazzo e sconfiggere le terribili macchinazioni della sua malefica matrigna, colpevole dei tentativi di governare in maniera infida su tutto il popolo, bramando di essere la più bella del reame.Eppure la versione 2025 della fiaba di Biancaneve, rifacimento in carne e ossa del capolavoro del 1937, non è semplicemente una rivisitazione, è molto di più: è una rielaborazione fantasiosa e spassosa del racconto, con l’inserimento di elementi simpatici e qualche novità narrativa di assoluto rilievo; sottolineature e aspetti interessanti sono sparsi lungo il racconto (che dura oltre due ore), sia sotto il profilo sociale che per quel che concerne la politica produttiva, sia sulle aperture inclusive e sul superamento degli stereotipi di genere che emergono qua e là come autentici cammei (almeno secondo il mio modesto parere critico). È interessante notare, partendo da questo primo giudizio di merito, come le pesanti critiche che sono piovute da qualche parte contro il film quand’era ancora in fase di produzione per il solo fatto che il personaggio di Biancaneve sarebbe stato interpretato dalla colombiana Rachel Zagler, si sono rivelate (almeno, secondo me) davvero inutile e inconsistenti: l’attrice è stata a dir poco meravigliosa!
Mi pare interessante e liberante, durante la visione del film di Marc Webb, la presenza di un’attrice che pur non avendo la pelle bianca come la neve, né per il semplice fatto che i nani siano stati realizzati ricorrendo alla computer grafica – scelta che ha prodotto non poco malumore tra gli attori affetti da nanismo, già solitamente poco centrali nelle opzioni di casting; di fatto il clima generale del racconto è sublime.
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pigal
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venerdì 28 marzo 2025
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purezza vs esteriorit?. non fatevi travolgere dalle polemiche
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Questo film ha ricevuto molte critiche, spesso per motivi che esulano dal contenuto stesso, legate alle dichiarazioni delle protagoniste e dei creatori. Tuttavia, ? un adattamento molto fedele al classico animato, mantenendo intatti gli elementi essenziali della fiaba. Le performance delle attrici sono sorprendenti e davvero coinvolgenti. La pellicola esplora con delicatezza il tema della bellezza interiore contro quella esteriore, proprio come nella favola originale.
Purtroppo, le polemiche scatenate dalle opinioni espresse dalla protagonista riguardo a temi come Trump e la Palestina libera hanno dato spazio a critiche di natura razzista e maschilista. Tuttavia, il film ? completamente privo di riferimenti al politicamente corretto o al movimento "woke", come spesso viene erroneamente riportato da chi non l'ha nemmeno visto.
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Questo film ha ricevuto molte critiche, spesso per motivi che esulano dal contenuto stesso, legate alle dichiarazioni delle protagoniste e dei creatori. Tuttavia, ? un adattamento molto fedele al classico animato, mantenendo intatti gli elementi essenziali della fiaba. Le performance delle attrici sono sorprendenti e davvero coinvolgenti. La pellicola esplora con delicatezza il tema della bellezza interiore contro quella esteriore, proprio come nella favola originale.
Purtroppo, le polemiche scatenate dalle opinioni espresse dalla protagonista riguardo a temi come Trump e la Palestina libera hanno dato spazio a critiche di natura razzista e maschilista. Tuttavia, il film ? completamente privo di riferimenti al politicamente corretto o al movimento "woke", come spesso viene erroneamente riportato da chi non l'ha nemmeno visto.
Ci? che mi ha davvero colpito ? la magia dei paesaggi naturali, che arricchiscono l'intera esperienza visiva. La scena con i nani ? affascinante, mentre l'assenza di un principe convenzionale, sostituito da un personaggio che ? comunque un leader e interagisce con la protagonista fin dall'inizio, rende il film molto pi? scorrevole e coerente.
In sintesi, consiglio vivamente di andare a vedere il film: tutte le polemiche sono del tutto infondate. Si tratta di un film pi? che decente e, se consideriamo che il pubblico principale sono i bambini, ? davvero un'esperienza spettacolare.
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felicity
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martedì 8 aprile 2025
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un remake fuori fuoco e fallimentare
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Nato già maledetto per via delle numerose polemiche di stampo politico e sociale, questo remake in live-action di Biancaneve va comunque valutato per quello che è, a prescindere dal dibattito sul politicamente corretto: è purtroppo una rivisitazione fallimentare sotto molti punti di vista.
Artisticamente squilibrato e straniante, narrativamente insipido e pretestuoso, soprattutto nel tentativo di modernizzare la figura di Biancaneve e di trasmettere un banale messaggio politico.
Da salvare sicuramente le performance di Rachel Zegler e Gal Gadot e un paio di brani originali orecchiabili.
Il resto è un’operazione non accettabile, perché è tutto ciò che un rifacimento moderno non dovrebbe essere: un prodotto pavido che cerca di mettere pezze ovunque e non ha nessuna personalità
Tutto è verbosissimo e ripetitivo, un disastro continuo che anche quando riesce ad avere un po’ di spazio per raccontare la sua storia lo fa male.
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Nato già maledetto per via delle numerose polemiche di stampo politico e sociale, questo remake in live-action di Biancaneve va comunque valutato per quello che è, a prescindere dal dibattito sul politicamente corretto: è purtroppo una rivisitazione fallimentare sotto molti punti di vista.
Artisticamente squilibrato e straniante, narrativamente insipido e pretestuoso, soprattutto nel tentativo di modernizzare la figura di Biancaneve e di trasmettere un banale messaggio politico.
Da salvare sicuramente le performance di Rachel Zegler e Gal Gadot e un paio di brani originali orecchiabili.
Il resto è un’operazione non accettabile, perché è tutto ciò che un rifacimento moderno non dovrebbe essere: un prodotto pavido che cerca di mettere pezze ovunque e non ha nessuna personalità
Tutto è verbosissimo e ripetitivo, un disastro continuo che anche quando riesce ad avere un po’ di spazio per raccontare la sua storia lo fa male. Semplicemente. Con nuove canzoni senza gran personalità, un look terribile, indeciso tra la finzione in CGI e il richiamo agli abiti originali, e infine con uno stile di recitazione discontinuo.
Rachel Zegler è la migliore: sembra aver trovato un modo efficace per essere Biancaneve, con quel giusto equilibrio tra ingenuità e determinazione.
Il resto è sotto gli standard hollywoodiani. Il bandito che sostituisce il principe, Andrew Burnap, è irrilevante, mentre Gal Gadot, che avrebbe dovuto reggere il film come fanno di solito i villain Disney, non ha la caratura né le capacità interpretative per rendere la regina cattiva affascinante e terribile. Si limita a fare facce truci e urlare.
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