tommasob79
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domenica 9 marzo 2025
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se questo ? un capolavoro..
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Dopo un inizio promettente, la trama si rivela presto incoerente e zeppa di buchi narrativi piuttosto significativi. Il messaggio che vuole trasmettere (sia chiaro, assolutamente valido e condivisibile) è presentato in maniera talmente banale da risultare stucchevole. Il finale, che arriva ben oltre il tempo massimo tollerabile (perché allungare così il brodo??), sfocia nella comicità involontaria. Unico, bellissimo elemento che tiene a galla il film è la prestazione magistrale della Moore, eccezionale. Non capisco sinceramente come molti possano definire "capolavoro" un film come questo, che vale a malapena il tempo speso per vederlo.
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ivan il matto
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martedì 18 febbraio 2025
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viale del tramonto in salsa horror
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Viale del tramonto in salsa horror
Fermo restando che una sforbiciata di almeno 10 minuti, nel finale, avrebbe giovato al film, eliminando determinate asprezze splatter ai limiti del gratuito, “The Substance” della francese Coralie Fargeat, si candida a diventare un classico, fra horror, riflessioni sullo show system hollywoodiano e la ‘tradizionale’ paranoia del desiderio diffuso di un corpo (femminile) perfetto. Candidato a 5 premi oscar e vincitore a Cannes 2024 del premio per la migliore sceneggiatura, la pellicola si apre e si chiude sulla Walk of Fame di Hollywood, dove la stella, stampata sul pavimento, di Elisabeth Sparkle, si deteriora col passare del tempo e delle stagioni.
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Viale del tramonto in salsa horror
Fermo restando che una sforbiciata di almeno 10 minuti, nel finale, avrebbe giovato al film, eliminando determinate asprezze splatter ai limiti del gratuito, “The Substance” della francese Coralie Fargeat, si candida a diventare un classico, fra horror, riflessioni sullo show system hollywoodiano e la ‘tradizionale’ paranoia del desiderio diffuso di un corpo (femminile) perfetto. Candidato a 5 premi oscar e vincitore a Cannes 2024 del premio per la migliore sceneggiatura, la pellicola si apre e si chiude sulla Walk of Fame di Hollywood, dove la stella, stampata sul pavimento, di Elisabeth Sparkle, si deteriora col passare del tempo e delle stagioni. Trasparente la metafora riferita alla condizione della protagonista, ex pin-up dello show system, (la sorprendente sessantaduenne Demi Moore che corre per l’Oscar 2025), ora caduta in disgrazia per raggiunti limiti di età: niente più trasmissioni tv di successo, cartelloni pubblicitari, prime pagine su riviste patinate. Facile per la donna cedere alla tentazione della “Sostanza”, misterioso prodotto di laboratorio che crea dalla ‘matrice’ un altro sé, anzi, come dice la pubblicità, una versione migliore di sé: più giovane, più bella, più perfetta. Ed in effetti, al primo tentativo di Elisabeth, ecco spuntare Sue (Margaret Qualley), tutta curve e ammiccamenti, che conquista subito il viscido capo dell’emittente tv Harwey, dal cui sguardo luciferino, spesso deformato dal grandangolo, capiamo che è Dennis Quaid. L’equilibrio previsto dalle istruzioni della “Sostanza” prevede una settimana di alternanza, in pubblico, fra la matrice e il suo prodotto…ma le cose andranno proprio così? Girata in maniera impeccabile, l’opera fa l’occhiolino ai reel di Instagram o altri social, anche se la quarantottenne Coralie Fargeat, che non dimentica la raggelante lezione di David Cronenberg, mantiene un difficile equilibrio (tranne per il finale suddetto) fra horror e denuncia della perenne condizione femminile che lo sguardo maschile riduce a “bambola di carne”. L’insistenza delle sequenze sul corpo femminile (esibito, scrutato, esaltato nelle riprese tv e negli spot), non impedisce all’autrice (sue regia e sceneggiatura), dal curriculum ancora limitato, di rendere omaggio ai maestri come Kubrick, Lynch, De Palma. Alla fine, però, non c’è gloria per nessuno: gli uomini sembrano pericolosi idioti dediti ai soliti giochi meschini, la società pare piegarsi ai voleri dello show system, la stessa protagonista accetta che la “versione migliore si sé” sia quella più deteriore e stereotipata.
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nino pellino
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lunedì 17 febbraio 2025
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una feroce satira in chiave horror
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Elizabeth Sparkle è una famosa donna di successo nel mondo dello spettacolo ma, al compimento del suo cinquantesimo anno di età, ella è destinata ad essere messa da parte dal proprio manager dell'azienda presso cui lavora in quanto quest'ultimo è alla ricerca di donne più giovani e avvenenti per rendere sempre interessante il programma di fitness che tanta notorietà ha riscosso nel mondo del business. Elizabeth pertanto, anche a seguito di un incidente stradale, prende la decisione di aderire ad un protocollo sperimentale chiamato "The substance in base al quale verrà creato un suo clone più giovane che la sostituirà nel prosieguo della propria carriera e ciò dovrà avvenire rigorosamente a settimane alterne: quando il suo clone chiamato Sue sarà in attività, Elizabeth sarà costretta a rimanere in stato di ibernazione per 7 giorni e viceversa.
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Elizabeth Sparkle è una famosa donna di successo nel mondo dello spettacolo ma, al compimento del suo cinquantesimo anno di età, ella è destinata ad essere messa da parte dal proprio manager dell'azienda presso cui lavora in quanto quest'ultimo è alla ricerca di donne più giovani e avvenenti per rendere sempre interessante il programma di fitness che tanta notorietà ha riscosso nel mondo del business. Elizabeth pertanto, anche a seguito di un incidente stradale, prende la decisione di aderire ad un protocollo sperimentale chiamato "The substance in base al quale verrà creato un suo clone più giovane che la sostituirà nel prosieguo della propria carriera e ciò dovrà avvenire rigorosamente a settimane alterne: quando il suo clone chiamato Sue sarà in attività, Elizabeth sarà costretta a rimanere in stato di ibernazione per 7 giorni e viceversa. L'esperimento sembra riuscire per un certo periodo di tempo, ma successivamente qualcosa non andrà più per il verso giusto. La giovane Sue sarà presa dalla bramosia di esigere sempre più tempo a disposizione per realizzare le proprie giornate e ciò causerà un lento invecchiamento fisico di Elizabeth che comunque resterà pur sempre la matrice fisica principale di tale esperimento. Le due donne, che poi in realtà è una sola, entreranno pertanto in contrasto tra loro a causa di controverse situazioni psicologiche quali la vanità e il desiderio di prevalere l'una sull'altra. Il risultato finale sarà agghiacciante. Penso che questo film della regista Coralie Fargeat sia una feroce satira, ovviamente qui presentata in chiave horror, sull'effimero mondo dello spettacolo nel quale le donne vengono viste solamente come oggetto di piacere e di avvenenza fisica. Allo stesso tempo la pellicola tende a colpire in maniera pungente la stessa vanità femminile, la quale si proietta spesso alla ricerca di valori materialistici come il rincorrere la perenne giovinezza ed essere sempre belle e desiderate. Il risultato di questa pellicola pur non raggiungendo livelli ottimali, mi è sembrato comunque più che discreto. Originale la scena finale dedicata ad uno spettacolo di presentazione del programma fitness dell'azienda nel quale accorrono molte persone e soprattutto in che stato si presenta Elizabeth, proprio la donna che un tempo tutti amavano ed adoravano.
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angelo76
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venerdì 14 febbraio 2025
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godibile
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un film godibile, che affronta in modo originale un tema attuale, peccato per il finale che secondo me rovina tutto.
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stefano
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martedì 11 febbraio 2025
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the substance
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gabry
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domenica 2 febbraio 2025
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orribilmente stupendo
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Orribilmente stupendo. !!!
È molto feroce sul tema di come l ossessione della bellezza e del tempo che passa possa completamente annientare un essere umano che di umano alla fine non resta niente..peccato che molti non hanno visto in quelle scene disgustose l orribile realtà del disagio interno di un mondo che vuole la perfezione a tutti i costi.hanno visto solo la facciata ..è questo dimostra quanto questo film ha ragione...
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the substance26
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venerdì 24 gennaio 2025
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capolavoro francese come sempre
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NON VEDEVO UN HORROR COSI DA ANNI,è SARA' UN CASO è FRANCESE..CHI NON LìHA CAPITO è ABITUATO A DUMBO,ZALONE E DE SICA 4 PORCI INSOMMA
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blackredblues
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lunedì 20 gennaio 2025
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molto sub senza stanca.
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La prima (e per me più calzante) definizione di questo film è stata: "Mamma mia che boiata!". Fatto ciò mi sono reso conto di numerose e notevoli critiche entusiastiche e allora, dato che sono una persona umile, il secondo pensiero che mi ha attraversato il cervello è stato: "Caro Andrea, con buona probibilità non hai capito un cazzo!".
La mia unica speranza è che la verità possa stare nel mezzo (ma rimane lo spauracchio del pensiero sopra citato). Provo ad argomentare e ad esporre che cosa non ho amato (e che francamente non riesco bene a capire come possa piacere a molti di voi).
Trama (estremamente riassunta e semplificata tanto già la conoscete): una donna di successo non accetta che il proprio corpo invecchi (e con esso il proprio status) e per questo motivo decide di avvalersi di un liquido miracoloso che fa delle magie (bianche ma soprattutto nere) sul corpo e sulle sue cellule.
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La prima (e per me più calzante) definizione di questo film è stata: "Mamma mia che boiata!". Fatto ciò mi sono reso conto di numerose e notevoli critiche entusiastiche e allora, dato che sono una persona umile, il secondo pensiero che mi ha attraversato il cervello è stato: "Caro Andrea, con buona probibilità non hai capito un cazzo!".
La mia unica speranza è che la verità possa stare nel mezzo (ma rimane lo spauracchio del pensiero sopra citato). Provo ad argomentare e ad esporre che cosa non ho amato (e che francamente non riesco bene a capire come possa piacere a molti di voi).
Trama (estremamente riassunta e semplificata tanto già la conoscete): una donna di successo non accetta che il proprio corpo invecchi (e con esso il proprio status) e per questo motivo decide di avvalersi di un liquido miracoloso che fa delle magie (bianche ma soprattutto nere) sul corpo e sulle sue cellule. Le conseguenze saranno abbastanza disastrose.
Ecco partiamo dalla trama: nulla di nuovo sotto il sole. Difficile accettarsi e difficile affrontare i cambiamenti. Alcuni di noi (e sottilineo alcuni) impazziscono su questo punto portando la cosa ad estreme conseguenze ed accettando compromessi che inevitabilmente non faranno che peggiorare ed esaltare il mostro che già alberga in ognuno di noi. Ok, va bene. Che cosa mi è piaciuto del film: la fotografia. Sì questo sì ma...sì c'è un ma. La fotografia piace perchè è ruffiana. Abuso della propetiva centrale (che ormai sembra il must di molti film attuali). In prospettiva centrale la composizione diventa simmetrica e più semplice da gestire. Gli butti dentro un po' di minimalismo (pochi oggetti e buone geometrie), dai una spruzzata con una palette di colori ben abbinati, aumenti il contrasto quanto basta ed il quadretto di simil pop-art degno del migliore grafico pubblicitario attualmente sulla breccia è servito. Ecco, già questo mi fa incazzare. Ma andiamo avanti. La storia (ripeto che per me è piuttosto banale) ha un vizio che ho trovato quasi insostenibile: indugia su elementi che dopo poco stufano diventando ridondanti e ripetitivi. Culi, gambe, bocche, lingue, tette ancora, e ancora e ancora, prendono spazio si dilatano e dopo un po' annoiano. Questo non per un mio pregiudizio morale ma perchè non aggiungono nulla di nuovo alla narrazione se non intasandola e rendendola faticosa e monotona. Un po' come quando venivo interrogato a scuola ed avevo poco da dire allora cercavo di riempire gli spazi ripetendo sempre più o meno la stessa cosa sforzandomi in tutti i modi di mascherarla affinchè sembrasse qualcosa di non ancora sentito.
Poi: tante tante incongruenze e piccoli/grandi aspetti di sceneggiatura non risolti come personaggi che sembrano possedere di default un laurea honoris causa in infermieristica, personaggi che non si pongono alcune fondamentali domande banali del tipo: se sta qui mi è uscita dalla schiena come faccio ad essere ancora viva?. Molti di voi mi tacceranno di avere poca fantasia e di non essere in grado di fare quell'operazione che si chiama sospensione...sospensione di qualcosa, ora non ricordo ma a me ste robe quando inizano ad inanellarsi in sequenza mi smarronano dandomi la persistente impressione di raffazzonato e di presa per il culo.
In comprenso il film accompagna lo spettatore nel dipanarsi tenendolo per mano e con in testa un caschetto per eventuali cadute come se fosse un minus habens utilizzando uno stile narrativo fastidosissimamente didascalico e ridondante sottolineante il concreto (?!) timore che lo spettatore possa non comprendere (mentre possiamo tranquillamente affermare che partendo dal modello di intelligenza "criceto" a salire non dovrebbero esserci problemi in tal senso).
Tra l'altro gente come (ne cito uno a caso) David Cronenberg ha già parlato (in modo molto meno banalizzanto, ruffiano e didascalico) del corpo e di come la carne possa mutare trasformarsi ed anche disgustare (ma noi però si grida al miracolo per the Substance, tiè!). Non lo so, probabilmente sono ormai vecchio e non capisco questo linguaggio e modo di portare sul grande schermo la finzione o forse, come dicevo nel mio incipit, non ci ho capito semplicemente un cazzo e basta!
Vado a ri-vedermi Crimes of The Future perchè lì sì che si dice qualcosa di molto interessante e non banale sul corpo, sull'arte e su una possibile visione futura (e quindi presente) di ciò che siamo e siamo diventati.
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petri
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sabato 18 gennaio 2025
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tanta roba
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alee
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venerdì 17 gennaio 2025
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the substance
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