melania
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venerdì 13 dicembre 2024
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da vedere
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Idea geniale che affronta con un punto di vista originake il tema della ricerca della belezza. Mai banale. Bellisima colonna sonora.
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valentina
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venerdì 13 dicembre 2024
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soldi spesi male
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Il film inizialmente è molto interessante ma a un certo punto non si capisce più niente. Di tutto il film la soloa cosa che salvo è il trailer.
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lunedì 9 dicembre 2024
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forse tanta roba per niente
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Elizabeth Sparkle, ex star del cinema da tempo obliata dallo showbiz, ricicla la propria avvenenza in una seconda pelle in lycra promulgando i vantaggi di un’aerobica coreutica televisiva decisamente soigné.
Sebbene graziata da una genetica ottriata, Harvey, il trimalcionico presidente del network, nonostante l’appagante tenitura dello show emenda brutalmente dal palinsesto la professionista colpevolizzandola di aver appena inopportunamente spento cinquanta candeline. Ed è con tale empietà che irrompe l´exploiting della figura di potere, figura cui l’ethos fonda sulla celebrazione e sulla mercificazione delle giovani curve basaltiche e desiderabili vox populi.
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Elizabeth Sparkle, ex star del cinema da tempo obliata dallo showbiz, ricicla la propria avvenenza in una seconda pelle in lycra promulgando i vantaggi di un’aerobica coreutica televisiva decisamente soigné.
Sebbene graziata da una genetica ottriata, Harvey, il trimalcionico presidente del network, nonostante l’appagante tenitura dello show emenda brutalmente dal palinsesto la professionista colpevolizzandola di aver appena inopportunamente spento cinquanta candeline. Ed è con tale empietà che irrompe l´exploiting della figura di potere, figura cui l’ethos fonda sulla celebrazione e sulla mercificazione delle giovani curve basaltiche e desiderabili vox populi.Siamo dinanzi a un classico topos ageista, attraverso cui il modesto viatico culturale del virilismo convenzionale, decreta l’avvento della condizione inseducibile o comunemente detta inchiavabile. Una parabola vitale discendente la cui branca muliebre al limine della propria spendibilità estetica e sessuale deve farne contezza accettandone la torva immanenza.
Il fato designa alla radiosa Sparkle il taumaturgico incontro con The Substance. Un impiastro rivoluzionario anti-aging non certamente galenico, posologicamente consistente in iterate endovenose di un farmaco assicuratore di ringiovanimento. La prima inoculazione darà partenogeneticamente luogo all’irriferibile parto spinale di Sue, il doppelgänger di Elizabeth, venticinquenne dal volto florido e venusto sostenuto da una complessione egregiamente tonica che si rivelerà un’ottima sostituta alla conduzione del programma di fitness del quale la cassata Sparkle ne fu dapprima titolare.
Il film zuma pervicacemente sulla cruda teatralità degli step granguilogneschi attraverso i quali si materializza questo sorta di “duplicato” che permetterà alla coscienza di Elizabeth, a settimane alterne, di farsi sinolo della fresca e levigata corporeità del suo venereo simulacro. Simulacro avido di successo e riconoscimento e che, come la sua matrice, rimarrà altrettanto dormiente per una settimana a favore dello spettante agire settimanale dell’ex attrice cinquantenne.Liofilizzando gli innumerevoli e complessi processi performanti, la patogenesi del protratto sinaptare innescherà una mutualità persecutoria impastata di gelosie, odii e competizioni, inoltrando l´unitarietà delle due entità al reboante epilogo splatterone cronenberghiano.
Coralie Farget, sembrerebbe aver creato un sudario di celluloide da deporre sui corpi di quella frangia femminina inarrendevole, strenuamente impegnata contro le inutili battaglie con uno specchio che a tempo debito annulla impietosamente il compiacere l’immagine in esso riflessa.
Visto sotto un’angolatura ermeneutica forse provocatoria, The substance si potrebbe interpretare come un manifesto indiziariamente antifemminista dato la risibile perculazione che emerge dal film e che va ad investire una torma dell’altra metà del cielo patologicamente infatuata della sola immagine di sé. Fatto che, involontariamente, gratifica l’atavico livore dell’universo incel, oltremodo molestando sottotraccia il wokeness imperante con tutte le sue orrifiche propaggini mistificatorie.
Nonostante la regista abbia assemblato un cast particolarmente ispirato, per taluni spettatori sarà plausibile opinare che, se a questo tragico & grottesco lungometraggio - dazebao del narcisismo covert delle martiri del “forever young”- venissero rimossi l´insistenza degli oscarizzanti virtuosismi prostetici, l´ammaliante ipersaturazione dei cromatismi, il graffiante erotismo rifratto nella polita nudità dei corpi, gli environment losangelini supercool, ebbene verremo rapiti da un “punctum” già profondamente metabolizzato dalla normata estetica maschile supremamente ineducata e manierista. Trattasi di una fetta antropologica percettologicamente defettibile, la quale, in modo surrettizio, vieta alla Donna la raggiungibilità dell’ontoso, inestetico stato senile, affrancandola a una nutrizione di pietanze chimiche, esercizi callistenici massacranti, bisturi egemonizzanti al mero fine di allinearsi ai paradigmi canonizzati indicati dal grossolano genere maschile.
L’immaginifico pastiche citazionistico cosparso nel curioso body horror della cineasta francese, è tutto sommato un assieme che esalta e nel contempo denuncia a tuttotondo l’oggettificazione sessualizzata della donna divenuta un prodotto sociologico totalmente ossificatosi nel tessuto sociale.
Lo spettatore, infine, sniderà facilmente la timida irrisione all’ineludibile nemico chiamato invecchiamento, scaturigine di un quadro clinico fortemente turbativo permeante i soggetti adiacenti al temutissimo crepuscolo, ovverosia il capolinea del godimento della prestanza e della bellezza gratuita.
E il diktat rimane immutato: congelare il piú a lungo possibile beltà e giovinezza, anche a rischio di perdere la vita per mano di un filler malestro.
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lu pichi
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domenica 8 dicembre 2024
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poteva essere fatto meglio, si perde.
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Film che apprezzo per l'idea, mi piace la storia del siero miracoloso che permette alla persona che se lo inietta di tirar fuori una versione più giovane e accattivante di sé con cui dovrà dividersi e vivere 7 giorni per una, e mi piace il messaggio che la bellezza non è tutto, sembra una frase banale ma è molto importante non si può fuggire alla tirannia del tempo molte donne il giorno d'oggi fanno operazioni di chirurgia plastica poi si pentono nel peggiore dei casi muoiono, questo è un'argomento più che attuale ed è importante e giusto affrontarlo.. Arriviamo al film, il finale mi sembra molto splatter quasi ironico con lei che spruzza sangue sul pubblico arrivando fino all'ultima fila, se poi ci mettiamo pure Deni Moore che diventa il mostro de "la cosa" (1982) di John Carpenter ho detto tutto, per certi versi mi ricorda anche il Toxic Avenders (1984) della Troma Entertainment, nel finale probabilmente erano a corto di soldi gli effetti speciali ricordano quelli degli anni 80' "fatti male.
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Film che apprezzo per l'idea, mi piace la storia del siero miracoloso che permette alla persona che se lo inietta di tirar fuori una versione più giovane e accattivante di sé con cui dovrà dividersi e vivere 7 giorni per una, e mi piace il messaggio che la bellezza non è tutto, sembra una frase banale ma è molto importante non si può fuggire alla tirannia del tempo molte donne il giorno d'oggi fanno operazioni di chirurgia plastica poi si pentono nel peggiore dei casi muoiono, questo è un'argomento più che attuale ed è importante e giusto affrontarlo.. Arriviamo al film, il finale mi sembra molto splatter quasi ironico con lei che spruzza sangue sul pubblico arrivando fino all'ultima fila, se poi ci mettiamo pure Deni Moore che diventa il mostro de "la cosa" (1982) di John Carpenter ho detto tutto, per certi versi mi ricorda anche il Toxic Avenders (1984) della Troma Entertainment, nel finale probabilmente erano a corto di soldi gli effetti speciali ricordano quelli degli anni 80' "fatti male." In generale la storia può anche piacere a me il film per metà piace ma non mi piace dove va a parare negli ultimi 30 minuti, secondo me poteva essere concluso meglio. A Cannes il film ha ricevuto dagli 11 ai 13 minuti di applausi anche se non ha vinto. È proprio vero che certa gente autorevole che frequenza anche ambienti culturali importanti, se arriva al punto di essere piena di sé, non si rende manco più conto di cosa bello o brutto di ciò che merita o non merita oramai è la supponenza che parla, "questo film non vale un applauso da 10 minuti che si fa quando ad esempio un maestro con la sua orchestra fa dei pezzi e un esibizione pazzesca" sono convinto che l'ultimo minuto con lei che cade e muore sopra la sua stella lì ha portati in visibilio. Bah! Contenti loro, io penso questo.
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alessia
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venerdì 6 dicembre 2024
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buono l''inizio ma dopo un orrore dietro l''altro
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Poteva essere strutturato molto meglio perché il messaggio dello schifo che c'è nel mondo dello spettacolo è stato per lo meno chiaro ma tutto il resto è solo un susseguirsi di splatter senza senso, era solo un continuare dire a me stessa 'non posso crederere che hanno fatto un film del genere, assurdo, vomitevole
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(di borgo62)
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eugenio
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giovedì 5 dicembre 2024
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il mito horror dell’eterna giovinezza
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Due donne, Elizabeth e Sue, due volti della stessa realtà, nate da un patto col diavolo. “The substance” esplora null'altro che il desiderio umano di riavvolgere il tempo e vivere ciò che sembra essere sfuggito di mano, come certi interventi di botulino finiti male oggigiorno ci insegnano.
Il film è grottesco, splatter, volutamente violento, tronfio e barocca; indaga la società odierna, che esalta la giovinezza e spesso giudica severamente l'invecchiamento come malattia.
I due volti della stessa donna, non potranno che collassare in una lotta intestina mortale per prevalere l’una, la giovane, sull'altra, l'anziana progenitrice.
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Due donne, Elizabeth e Sue, due volti della stessa realtà, nate da un patto col diavolo. “The substance” esplora null'altro che il desiderio umano di riavvolgere il tempo e vivere ciò che sembra essere sfuggito di mano, come certi interventi di botulino finiti male oggigiorno ci insegnano.
Il film è grottesco, splatter, volutamente violento, tronfio e barocca; indaga la società odierna, che esalta la giovinezza e spesso giudica severamente l'invecchiamento come malattia.
I due volti della stessa donna, non potranno che collassare in una lotta intestina mortale per prevalere l’una, la giovane, sull'altra, l'anziana progenitrice. Demi Moore interpreta con grande intensità e presa di conoscenza, un personaggio diviso tra accettazione e rifiuto di sé e Margaret Qualley le rende testa con sagacia. Furioso contro la mascolinità tossica, la pellicola horror si perde in un finale introiettato e in una lunghezza eccessiva, superiore alle due ore, capace comunque di mantenere una buona dose di tensione con immagini disturbanti.
Ma "La morte ti fa bella" resta miraggio. Furbo compito GEN Z.
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jonnylogan
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mercoledì 4 dicembre 2024
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non aprite quella fiala
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Il tempo che passa è inesorabile anche se hai le sembianze di Demi Moore, alias Liz Sparkle, diva agée, almeno per i canoni Hollywoodiani, e che quindi va sostituita immantinente.
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Il tempo che passa è inesorabile anche se hai le sembianze di Demi Moore, alias Liz Sparkle, diva agée, almeno per i canoni Hollywoodiani, e che quindi va sostituita immantinente. Il mondo dello spettacolo attraverso le mani e le inquadrature della regista francese Coralie Fargeat riceve critiche non troppo velate. È solo da capire se destinate a chi decide di rischiare la propria salute pur di rimanere giovane e spendibile professionalmente, o indirizzate a chi la porta a una scelta teoricamente obbligata. In questo senso è Dennis Quaid, la figura capace di fare il verso, attraverso una parodia molto sopra le righe e ben riuscita, di chi si trova a capo incontrastato dei canali televisivi e del mondo dello spettacolo.
Come detto a impersonare la protagonista l’ex signora Willis, perfetta nell’incarnare la diva che non si rassegna allo sfiorire della propria bellezza e scelta non a caso proprio per via dei suoi trascorsi di donna e interprete di successo, ma al tempo stesso anche ampiamente over. A interpretare il suo “duplicato” la modella e attrice trentenne Margaret Qualley, figlia di Andie MacDowell, e già protagonista di numerose pellicole, oltre che ormai pronta per imporsi sul grande schermo, e con la quale la Moore duetta al punto di trasformare la vita della diva stagionata e del suo alter ego non nel Viale del Tramonto (Sunset Boulevard; 1950) di Norma Desmond, fatto di discorsi malinconici a ricordare il proprio passato scintillante, ma in un incubo degno di David Cronenberg perché quella che inizialmente dovrebbe essere una sinergia fra le parti, prende altresì una deriva decisamente fuori controllo.
Il cinema della regista francese colpisce perché giocato su momenti di pausa intrecciati con il pathos che da questi vengono esaltati. Basta infatti un semplice sguardo della Moore, o del suo “doppio”, per precipitare lo spettatore nei loro stessi gorghi di disperazione. E sarebbe troppo semplicistico ridurre la pellicola a una deriva horror per quanto le mutazioni fisiche, anche improvvise, e il sangue che scorre e cade a fiumi riescano a disturbare chi osserva.
Il secondo lungometraggio della Fargeat prosegue quindi quell'esplorazione fuori da schemi e canoni della nostra epoca. Se con Revenge (id.; 2017) la regista aveva rivisitato un genere, il Rape and Revenge Movie, declinandolo dal punto di vista femminile. Ora ci offre la presa di coscienza del singolo, declinandocela sempre al femminile, e con le sembianze di favola truculenta.
Presentato in anteprima al 77° Festival di Cannes e successivamente distribuito sia on-line, sulla piattaforma MUBI, sia sul grande schermo. Piacerà, e molto, a chi sa apprezzare i film sopra le righe e con una chiara deriva splatter.
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fabri
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mercoledì 4 dicembre 2024
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più che un horror sembra un porno
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Film sopravvalutissimo... La trama all'inizio ci sta anche, ma come già in tanti hanno scritto si perde lungo andare.
Per non parlare delle decide e decine di scene esasperatissime (e NON NECESSARIE) di nudo, se devo vedermi 3/4 di tette e culo ritoccato, onestamente prefisso guardarmi altro... Altro che femminista!! Una delusione in tutti i sensi
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steffa
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mercoledì 4 dicembre 2024
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scene ad effetto senza un perchè
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filmaccio sponsorizzato da Amazon infarcito di messaggi subliminali commerciali, con ambientazioni ed inquadrature alla pseudo Kubrick ma prive di contenuti
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lucio martignago
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lunedì 18 novembre 2024
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delusione totale
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L'idea era buona, ma il film faceva schifo, con una regia che cerca di stupire soffermandosi su particolari disgustosi in modo inutile.
Peccato la storia poteva essere interessante se fosse stata trattata ad es. con uno stile gothico, invece si è puntato sul trash più stupido che ci sia.
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