ste
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mercoledì 15 gennaio 2025
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the substance
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viola
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sabato 11 gennaio 2025
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boh
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Il film era stupendo dall' inizio alla seconda metá. Peccato per il finale splatter inutile, esagerato e totalmente senza senso. Senza gli ultimi 30 minuti sarebbe stato anche un 4 stelle, ma del tutto rovinato.
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(di the substance26)
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(di borgo62)
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felicity
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venerdì 10 gennaio 2025
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il corpo come teatro dei conflitti
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The Substance dice di più dal punto di vista visivo di quanto non faccia da quello narrativo. La sua stessa premessa è frutto di un'impostazione un po' datata e binaria sulla riflessione sull'oggettivazione dei corpi femminili, che appiattisce un po' il discorso e lo rende sicuramente meno interessante di quanto avrebbe potuto essere.
Tuttavia, più che un film sul corpo, The Substance è un film sullo sguardo: Coralie Fargeat, che dimostra grande controllo formale sull'immagine, si serve del linguaggio del grottesco per mettere in atto una progressiva disgregazione dello sguardo maschile, utilizzando la macchina da presa per sezionare corpi, distorcere lo spazio, mostrificare i volti.
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The Substance dice di più dal punto di vista visivo di quanto non faccia da quello narrativo. La sua stessa premessa è frutto di un'impostazione un po' datata e binaria sulla riflessione sull'oggettivazione dei corpi femminili, che appiattisce un po' il discorso e lo rende sicuramente meno interessante di quanto avrebbe potuto essere.
Tuttavia, più che un film sul corpo, The Substance è un film sullo sguardo: Coralie Fargeat, che dimostra grande controllo formale sull'immagine, si serve del linguaggio del grottesco per mettere in atto una progressiva disgregazione dello sguardo maschile, utilizzando la macchina da presa per sezionare corpi, distorcere lo spazio, mostrificare i volti.
Questa prospettiva non viene mai rovesciata, ma è esasperata fino a diventare parodia, attraverso l'eccesso estetico del b-movie. È proprio il percorso che Fargeat traccia con le immagini, nonostante qualche perplessità sul modo in cui sviluppa il proprio tema, a fare di The Substance un'opera forse non sovversiva come vorrebbe essere, ma sicuramente convincente.
Il risultato è un film realizzato con cura e capace di angosciare, disgustare e intrattenere proprio come fanno i body horror ben riusciti. La sorpresa è che riesca a farlo per un pubblico ampio andando "all in", senza edulcorare la componente orrorifica.
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xerox
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mercoledì 8 gennaio 2025
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tre stelle per....
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LA FOTOGRAFIA! Bellissime le macro-riprese all'inizio... Il film: niente di nuovo. Dorian Gray la storia, Kubrick la regia. Se avete paura degli aghi, passate a Pretty Woman. Il vero mostro del film è Dennis Quaid. E.... non abbiate paura di invecchiare. Come diceva mio nonno, chi campa vecchio si fa....
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stefano
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venerdì 3 gennaio 2025
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the substance
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luca percival
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giovedì 26 dicembre 2024
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l'insostenibile leggerezza dell'inesistenza
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Armonicamente esagerato, tanto equilibrato e supino alla sua fonte, quanto brutale e gore nella sua conclusione. Dovessimo prendere il primo e l'ultimo quarto di film, porli a confronto e osservarli, non saremmo in grado di immaginare autonomamente la parte centrale e lo svolgimento.. Come ci siamo arrivati a cos? tanta truculenza?. Ebbene, Coralie Fargeat ? tutt'altro che neofita nella messa in scena violenta e senza filtri - "Revenge" ? stato anch'esso un film chiacchierato e improntato su tematiche impegnative, dove la capace Matilda Lutz nei panni della final girl di turno, non si risparmia per ottenere la sua vendetta. Allo stesso modo in "The Substance" la coppia Moore e Qualley interpretano vendetta, aspirazione e utilizzano le maniere forti per ottenere ci? che desiderano.
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Armonicamente esagerato, tanto equilibrato e supino alla sua fonte, quanto brutale e gore nella sua conclusione. Dovessimo prendere il primo e l'ultimo quarto di film, porli a confronto e osservarli, non saremmo in grado di immaginare autonomamente la parte centrale e lo svolgimento.. Come ci siamo arrivati a cos? tanta truculenza?. Ebbene, Coralie Fargeat ? tutt'altro che neofita nella messa in scena violenta e senza filtri - "Revenge" ? stato anch'esso un film chiacchierato e improntato su tematiche impegnative, dove la capace Matilda Lutz nei panni della final girl di turno, non si risparmia per ottenere la sua vendetta. Allo stesso modo in "The Substance" la coppia Moore e Qualley interpretano vendetta, aspirazione e utilizzano le maniere forti per ottenere ci? che desiderano. C'? un filo conduttore interessante nelle opere della Fargeat alla quale senz'altro, va concesso molto pi? spazio. Tornando a noi e al film in questione: si rivela essere un meraviglioso dramma che sconfina nel body horror pi? grottesco, toccando varie punte di gore e evitando qualsiasi tipo di filtro. Nonostante ci?, nelle numerose scene scabrose all'interno del film, la pi? toccante e drammaticamente saliente, ? quella in cui Demi Moore torna costantemente allo specchio prima di un appuntamento con un uomo - insoddisfatta di s? stessa si disfa e ricompone il trucco innumerevoli volte e detestandosi infine, abiura in favore di una serata in casa nella totale depressione e solitudine. D'impatto, triste e madre di molte riflessioni. La sceneggiatura chiaramente si prende dei larghi notevoli, il che ci porta ad assistere a momenti totalmente surreali o poco credibili, ma qui e in pochi altri casi, non sono davvero le cose che contano. La "sostanza" in fin dei conti, altro non ? che l'amarsi, l'apprezzarsi per ci? che si ?, l'essere amati perch? appunto ci si ama in primis - niente palcoscenici o finti apprezzamenti, niente visi marmorei a sfida della perfezione, nossignore. La regista ? abile nell'improntare il messaggio con grande perizia e costruire un finale clamorosamente stonato e sopra le righe, come tutto sommato coerente con la narrazione e con la lenta discesa della/e protagonista/e, instancabilmente alla ricerca utopica dell'inesistenza.
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enrico1970
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lunedì 23 dicembre 2024
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parte benino, finisce malissimo
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Trama relativamente scontata; buona la parteza, ma poi verso la fine degenera un una sequenza di corbellerie inenarrabili. Non perdete tempo: andate a stirare.
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johnny1988
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domenica 15 dicembre 2024
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the substance ti fa bella
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Elisabeth Sparkle (D.Moore) è la celebre conduttrice di un programma aerobico, ha all'attivo un Oscar e sta per compiere cinquant'anni. Ed è proprio il giorno del suo compleanno che lo showrunner Harvey (contingenza?) la liquida, annunciando la necessità di ringiovanire il programma con un volto nuovo e fresco.
La donna, che vive sola e senza legami, decide di sottoporsi a un trattamento sperimentale, la Sostanza, appunto, per garantirsi una seconda giovinezza, attraverso l'iniezione di liquido cefalorachidiano.
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Elisabeth Sparkle (D.Moore) è la celebre conduttrice di un programma aerobico, ha all'attivo un Oscar e sta per compiere cinquant'anni. Ed è proprio il giorno del suo compleanno che lo showrunner Harvey (contingenza?) la liquida, annunciando la necessità di ringiovanire il programma con un volto nuovo e fresco.
La donna, che vive sola e senza legami, decide di sottoporsi a un trattamento sperimentale, la Sostanza, appunto, per garantirsi una seconda giovinezza, attraverso l'iniezione di liquido cefalorachidiano. L'alter ego che nascerà dalla sua schiena non sarà altro che la sostituta perfetta, Sue, (M.Qualley) per candidarsi alla conduzione del programma televisivo, ma sarà proprio questa nuova versione a far pentire Elisabeth. Come andrà a finire?
Coraline Fargeat ci aveva già sorpreso e dilettato con l'esordio di Revenge nel 2017. Quest'anno sconvolge la platea di Cannes e conquista la palma d'oro alla sceneggiatura con un testo che mette letteralmente a nudo il corpo e l'anima di una donna tormentata dall'età biologica e dal declino di un potere che pare la sola carta da giocare per salvaguardare la propria identità.
Proprio sul corpo si concentra l'autrice, perché come ne era sedotto Cronenberg, così anche la Fargeat identifica nella carne l'involucro perfetto della vacuità, un'assenza esistenziale che per un verso si rilegge nella storia della Filosofia occidentale e, nell'altro, si proietta con angoscia negli spazi estremamente aperti e vuoti di interni senza porte, ma pieni di specchi che deformano la realtà o la riflettono senza perdono, senza soluzione di crudeltà, in un gioco a scatole cinesi di rimandi labirintici, a cui è impossibile, come per la protagonista, mettere la parola fine.
Il film si avvale oltreché di un tessuto semantico denso di umorismo nero contro una società che finisce sempre e ineluttabilmente intrappolata nelle sue meschine maglie ora patriarcali ora narcisistiche, anche di un bagaglio referenziale di tutto lustro: sono innumerevoli le citazioni, da quelle più evidenti come le metamorfosi "burroghsiane" di Cronenberg (La Mosca, Il Pasto Nudo, Videodrome, Scanners, Inseparabili), di Lynch (Elephant Man, Twin Peaks: Fire Walk with Me), di S.Raimi, R.Zemeckis, S.Kubrick, P.Jackson, tutto il genere body horror, a quelle più sottili come Hitchcock (oltre a Psycho, chi ha riconosciuto Vertigo?), Sick of Myself, Biancaneve e Donatella Versace (quella imitata dalla Raffaele).
Il ritratto che ne esce è quello femminile - e molto poco solidale verso il genere, qualcuno potrebbe giudicare - e attualissimo di un Dorian Gray che deve sopravvivere al mr Hyde dentro e fuori di sé, in una lotta perpetua per la sopravvivenza, condannato a lasciarsi scarnificare come il Prometeo che rubò il fuoco agli dei.
Peccato solo che l'arrangiamento, così serrato e visionario - i dettagli non sono quasi mai una cifra di stile come in questo specifico caso - lasci la "pulizia" a un eccesso di gore compiaciuto che se per un lato non può che far divertire, dall'altro però non può fare a meno di scontrarsi con predecessori che hanno già fatto la Storia, Carrie lo Sguardo di Satana su tutti.
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kronos
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domenica 15 dicembre 2024
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didascalico e derivativo
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Pamphlet in chiave fantascientifica sull'ossessione per la bellezza e la conseguente incapacità d'accettare lo scorrere degli anni e il declino fisico, si perde in una sceneggiatura improbabile e didascalica in egual modo, con l'aggravante d'un finale gratuitamente splatter, più involontariamente ridicolo che scioccante.
I debiti verso il "body horror" alla Cronenberg sono eccessivi, al limite della scopiazzatura pedissequa, mentre s’apprezzano la buona confezione e le intense interpretazioni di Demi Moore e Margaret Qualley; da dimenticare invece i personaggi maschili, infelicemente dipinti in chiave esclusivamente grottesca e deformante.
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Pamphlet in chiave fantascientifica sull'ossessione per la bellezza e la conseguente incapacità d'accettare lo scorrere degli anni e il declino fisico, si perde in una sceneggiatura improbabile e didascalica in egual modo, con l'aggravante d'un finale gratuitamente splatter, più involontariamente ridicolo che scioccante.
I debiti verso il "body horror" alla Cronenberg sono eccessivi, al limite della scopiazzatura pedissequa, mentre s’apprezzano la buona confezione e le intense interpretazioni di Demi Moore e Margaret Qualley; da dimenticare invece i personaggi maschili, infelicemente dipinti in chiave esclusivamente grottesca e deformante.
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alceste perrone
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venerdì 13 dicembre 2024
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originale
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originalità e ritmo. temo importante. da vedere
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