Taxi Monamour |
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Un film di Ciro De Caro.
Con Rosa Palasciano, Yeva Sai, Valerio Di Benedetto, Ivan Castiglione.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- Italia 2024.
- Adler Entertainment
uscita mercoledì 4 settembre 2024.
MYMONETRO
Taxi Monamour
valutazione media:
3,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un tantino acerbo
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| martedì 10 settembre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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La tematica delle proprie motivazioni e della propria progettualità, del senso della vita, e del rischio in loro assenza di essere precari in tutto, viene trattata da Ciro de Caro nel film Taxi monamour. Non solo questo argomento è drammaticamente attuale, ma colpisce in modo particolare i post-adolescenti che devono fare i conti con la dura realtà della organizzazione sociale attuale, dopo che l’incoscienza dello stato adolescenziale si è dissolta, e che i genitori, vecchi, non sono più quelli che erano. Come Anna (Rosa Palasciano) e Nadiya (Yeva Sai). Dice Simone Wei (1936) analizzando l’oppressione: “ ,,, Ma un terzo fattore entra ancora in gioco, per essere precisi la ristrutturazione dell’ambiente naturale, l'attrezzatura, l'armamento, i processi di lavoro e di combattimento; e questo fattore occupa un posto a parte dal fatto che, se agisce sulla forma dell'organizzazione sociale, ne subisce a sua volta la reazione. Per il resto questo fattore è il solo sul quale i membri di una società possono, forse, avere un qualche controllo …”. Ma gli affetti di Anna e Nadiya sono piuttosto acerbi e mancano di consapevolezza. La loro relazione amicale viaggia a singulti, sembra più dettata dalla solitudine che da una sua ricerca. In più la “malattia” di Anna, misteriosa, sembra un cancro da qualche parte, a vedere le manovre della dottoressa, cerebrale, non fa che complicare una situazione già di per sé sufficientemente complicata. Inoltre poco credibile perché Anna, a parte brevi momenti di crisi, cammina, si muove, fa le cose, come niente fosse. Particolarmente gustosa, invece, è la figura di Angelo (Valerio Di Benedetto) nel suo disperato tentativo, perdente, che gli venga riconosciuta dalla madre l’operazione di appendicite da piccolo, al posto del primogenito
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