Deadpool & Wolverine

Sabato sera con la sala abbastanza piena, la maggior parte ragazzini e genitori che accompagnavano i figli. Bella sfiga la mia che avevo a fianco un’ultrasessantenne che rumoreggiava a risate e (credo!) a sbavamenti per Hugh Jackman, a quanto pare…!

DEADPOOL & WOLVERINE di Shawn Levi (ridotto da tempo a un mestierante).
Wade Wilson, che da sei anni sembrerebbe non vestire più i panni da Deadpool, nel giorno del suo compleanno viene prelevato a forza dalla TVA, un’organizzazione fuori dal tempo e dallo spazio dedita a stabilire l’equilibrio nel multiverso. Il capo Paradox lo invita a far parte dell’MCU e lo tiene al corrente che la sua linea spazio temporale sta’ per essere estinta. Per salvarla Deadpool cercherà l’aiuto in Wolverine, ma le cose prenderanno una brutta piega e verranno catapultati in folli situazioni tra camei, rimpatriate e cattivi fuori di testa.

Posso dire che per la prima volta in un film Marvel, da quando hanno provato a trasporre su grande schermo negli anni ‘90, non ci ho capito quasi un organo di riproduzione maschile?! Ochèi la trama è praticamente ridotta all’osso fino a sbriciolarne quasi il midollo per quanto è a malapena basilare, ma la sceneggiatura è un delirio. Succedono cose su schermo che se non si è veterani della Marvel si rimane scollati o sballottati. Al contrario sempre sballottati, ma con domande e dubbi delle volte chiariti a bruciapelo ed altre proprio per niente. E’ tutto sparato a mille, l’azione, i dialoghi, i turpiloqui, le trashate, le volgarità e la musica a palla. Dulcis in fundo, il fanservice con grosse e vecchie rimpatriate dove più o meno la metà sono gli attori storici, l’altra dei cosplayer. C’è da dire quanto spessore hanno ai fini della storia?! Seee, domani…! Infine, ma non meno importante, la villain Cassandra Nova. Interessante nelle sue capacità, ma con pochissima caratterizzazione e con un obiettivo per niente chiaro che ne giustifichi le azioni.

Deadpool è il solito cazzone, ma ancor più logorroico che rompe il terzo testicolo oltre alla quarta parete, dato che spara un centinaio di battute dove si riderà di cuore la metà al massimo, poi dipende da quanto è acceso il cervello. Wolverine, impersonato da un buon Hugh Jackman, è forse il migliore della combriccola dove almeno tiene a freno Deadpool ed è partecipe di momenti un po’ più riflessivi, ma purtroppo non hanno più di tanto peso sulla trama. La meta cinematografia è alle stelle con riferimenti a film, pezzi musicali, personaggi di cultura pop e citazioni a gogo. Almeno un paio di scene d’azione riescono ad essere coinvolgenti oltre che girate discretamente, ma non sempre hanno un perché di esistere concreto. Perlomeno, andando avanti dalla seconda metà in poi, si sente che ci hanno messo del cuore, ma il cervello era da tutt’altra parte.

Insomma è uno Spiderman No Way Home 2.0, ma lievemente migliore dove almeno non si prende sul serio ed è più internato nella sua bolla universale senza incasinarne troppo altre.
Se proprio si vuol avere dell’intrattenimento (non sano ovvio) senza addormentarsi bisogna avere l’encefalogramma piatto e le aspettative talmente tanto basse che a confronto un barboncino nano sembrerà un cavallo.