silvano bersani
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lunedì 6 maggio 2024
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delitto senza castigo o castigo senza delitto
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Devo francamente ammettere che vado al cinema leggermente prevenuto. Del sodalizio Lucchetti/Starnone ricordo “La scuola” del 1995 ed ho il timore di ritrovarmi davanti alla ennesima neo_commedia italiana, giusto buona per i sindacalisti dei sindacati della scuola, poiché in effetti le ambientazioni proposte sono un po’ di nicchia, per soli addetti alle manovre.
Mi convince ad andare al cinema il fatto che nel cast compare Elio Germano, che, l’ho già detto altre volte, è per me il più convincente attore italiano contemporaneo.
Mi sono ricreduto. “Confidenza” è un bel film.
La materia narrativa affonda le mani in grandi momenti della letteratura internazionale.
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Devo francamente ammettere che vado al cinema leggermente prevenuto. Del sodalizio Lucchetti/Starnone ricordo “La scuola” del 1995 ed ho il timore di ritrovarmi davanti alla ennesima neo_commedia italiana, giusto buona per i sindacalisti dei sindacati della scuola, poiché in effetti le ambientazioni proposte sono un po’ di nicchia, per soli addetti alle manovre.
Mi convince ad andare al cinema il fatto che nel cast compare Elio Germano, che, l’ho già detto altre volte, è per me il più convincente attore italiano contemporaneo.
Mi sono ricreduto. “Confidenza” è un bel film.
La materia narrativa affonda le mani in grandi momenti della letteratura internazionale. C’è dentro “Delitto e castigo”, ci sono gli esistenzialisti francesi, ci sono Sartre e Pirandello.
E, non guasta affatto, c’è una vena surreale, che getta una luce benevola anche sui precedenti del duo autoriale.
Sbagliavo: non è affatto una commedia. Ma non è neppure un thriller. E’ un film drammatico. Solidamente e giustamente drammatico, che induce in modo originale a ripercorrere la riflessione sull’io pubblico di ciascuno di noi e sulla fallacità del vero io.
Riflessione anche leggermente scorretta e decisamente no_woke la notazione sugli aspetti che inducono alla accettazione sociale del protagonista, la sua esibita falsa modestia, la vacuità dei sui messaggi da docente, la integerrimità di facciata che non gli impedisce di piegare ed impiegare persone e situazioni a proprio esclusivo vantaggio. Quanti maestrini dalla penna rossa si possono riconoscere in questo profilo?
Ecco, poi, e non guasta affatto, una superba prova attoriale di Germano, ma non ci aspettavamo di meno, e di una sorprendente quasi esordiente Federica Rosellini, che ci ha veramente sorpreso per il taglio asimmetrico, fortemente bipolare della interpretazione data al personaggio, già fortissimo di suo, della protagonista femminile. E’ tanto valore aggiunto e il film si nutre di questa interpretazione.
Bello anche il commento musicale, molto funzionale a scandire la complessità dei registri narrativi.
Se proprio devo trovare un difetto in questo film è nella sintassi visiva del taglio registico, a volte leggermente ovvia e scontata.
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rosmersholm
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lunedì 6 maggio 2024
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allusivo
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La polizia non è lì per te, professore, perchè non hai nessun terribile segreto se non le tue fantasie omicide (verso Teresa) e suicidiarie. In fondo sei un uomo senza principi, ce lo ripeti due volte almeno, ed anche l'affetto dei tuoi allievi è frutto della tua inconsistenza come educatore. Tradisci e vieni tradito con la massima indifferenza perchè sei anche vigliacco...
Il punto è che anche la sceneggiatura è inconsistente: tutto un illudere ed alludere a qualcosa che non c'è. E le vie di fuga onirico/grottesche, celano a malapena il vuoto. Alla fine la scatola è vuota (e lo slittino non c'è.
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La polizia non è lì per te, professore, perchè non hai nessun terribile segreto se non le tue fantasie omicide (verso Teresa) e suicidiarie. In fondo sei un uomo senza principi, ce lo ripeti due volte almeno, ed anche l'affetto dei tuoi allievi è frutto della tua inconsistenza come educatore. Tradisci e vieni tradito con la massima indifferenza perchè sei anche vigliacco...
Il punto è che anche la sceneggiatura è inconsistente: tutto un illudere ed alludere a qualcosa che non c'è. E le vie di fuga onirico/grottesche, celano a malapena il vuoto. Alla fine la scatola è vuota (e lo slittino non c'è...). Peccato perchè l'impianto cinematografico è di prim'ordine a partire dalle interpretazioni, col solo neo degli invecchiamenti della Rosellini e della Puccini, davvero inguardabili.
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(di nestor kramig caffy)
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eraldo
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lunedì 6 maggio 2024
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certamente il finale
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Inutile forse riprendere la storia, così ben riassunta dalle precedenti recensioni: mi limito a dire qualche impressione. Essere "maestri" in quanto insegnanti non è un ruolo facile da ricoprire, ma spesso si viene chiamati a questo da ragazzi e giovani che spesso mancano almeno in parte di figure etiche di riferimento alto anche nel contesto familiare. Quindi il professore Pietro Vella assolve bene il suo ruolo con questa sua apparentemente nuova e rivoluzionaria "pedagogia dell'affetto". Il fatto poi che la sua vita affettiva sia abbastanza un disastro di superficialità, più fondata sulla sessualità che sull'affetto realmente vissuto: pazienza! Sembra essere un connotato sociale ben diffuso.
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Inutile forse riprendere la storia, così ben riassunta dalle precedenti recensioni: mi limito a dire qualche impressione. Essere "maestri" in quanto insegnanti non è un ruolo facile da ricoprire, ma spesso si viene chiamati a questo da ragazzi e giovani che spesso mancano almeno in parte di figure etiche di riferimento alto anche nel contesto familiare. Quindi il professore Pietro Vella assolve bene il suo ruolo con questa sua apparentemente nuova e rivoluzionaria "pedagogia dell'affetto". Il fatto poi che la sua vita affettiva sia abbastanza un disastro di superficialità, più fondata sulla sessualità che sull'affetto realmente vissuto: pazienza! Sembra essere un connotato sociale ben diffuso.
Fino a qui il film regge seppur nella sua triste scontatezza, forse bisognerebbe leggere il libro per trovare altre profondità.
Ho apprezzato però molto l'intensità del finale, con la sua forte capacità evocativa di rappresentazione dell'angoscia di venire scoperto per quello che è nel profondo superficiale di se stesso del protagonista, la forza delle grida di dolore, le arance che scendono dalle scale quasi ad inseguirlo superandolo, la fuga chiudendosi nello scatolone di cartone come un tornare nel rifugio dell'utero, la disperazione suicida del salto nel vuoto: quel salto dal vuoto affettivo al coraggio di entrare fino in fondo in una relazione amorosa con tutto l'impegno che richiede. Nessun segreto forse è più inenarrabile di questo.
Forse inutile risottolineare la bravura degli attori che riescono a caratterizzarsi in una tematica della storia così grande e fagocitante.
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(di eraldo)
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pasqualina libone
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giovedì 2 maggio 2024
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c''est la vie
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Pietro è un uomo italiano, insegnante della periferia romana, film ambientato anni '80 (ma potrebbe benissimo essere attuale). Vella insegna e lo fà fuori dagli schemi ministeriali, per lui insegnare significa lasciare (imprimere) un segno, parla agli alunni di amore e sentimenti, di educazione affettiva, vuole insomma superare il modello dell'insegnante cattivo che riesce ad ottenere il massimo dai suoi studenti con metodi rigidi. Pietro è una persona ingenua degli altri ma soprattutto di se stesso, cerca di travalicare sempre il ruolo, infatti, un giorno incontra Teresa una giovane allieva per strada si ferma con la macchina e vorrebbe dargli un passaggio, anche se lei rifiuta, ma allo stesso tempo Teresa interpreta ogni sorriso, gesto del professore come una tentazione, che va a sommarsi al suo desiderio (anche se di fatti immatura).
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Pietro è un uomo italiano, insegnante della periferia romana, film ambientato anni '80 (ma potrebbe benissimo essere attuale). Vella insegna e lo fà fuori dagli schemi ministeriali, per lui insegnare significa lasciare (imprimere) un segno, parla agli alunni di amore e sentimenti, di educazione affettiva, vuole insomma superare il modello dell'insegnante cattivo che riesce ad ottenere il massimo dai suoi studenti con metodi rigidi. Pietro è una persona ingenua degli altri ma soprattutto di se stesso, cerca di travalicare sempre il ruolo, infatti, un giorno incontra Teresa una giovane allieva per strada si ferma con la macchina e vorrebbe dargli un passaggio, anche se lei rifiuta, ma allo stesso tempo Teresa interpreta ogni sorriso, gesto del professore come una tentazione, che va a sommarsi al suo desiderio (anche se di fatti immatura). Questo se lo diranno solo successivamente quando il prof va a cercare Teresa ormai alla fine della scuola mentre sta lavorando in un locale contravvenendo alle promesse di proseguire gli studi di matematica. Pietro cerca di convincerla ad iscriversi all'Università ed iniziare a studiare e proprio in questa occasione i due si innamorano (almeno così sembra) e vivono un periodo molto intenso e lei riesce a laurearsi. La sera della laurea vanno cena in un locale dove il professore incontra dei suoi colleghi ma non presenta Teresa come la sua fidanzata ma come la sua ex allieva, lei ci rimane male e gli fa una scenata raccontando pubblicamente quello che sta avvenendo tra di loro. Da questo momento lei cambia non è più la stessa allora quasi per gioco propone al suo amante di confidarsi un segreto reciprocamente quello che uno non direbbe mai a nessuno. Infatti lo fanno, il segreto li legherà per sempre non solo perchè è intimo ma anche perchè rappresenta motivo di ricatto reciproco che ognuno dei due potrebbe rendere pubblico e rovinare l'altro. Ma mentre la ragazza non ha niente da perdere, il professore oltre al lavoro, sarà marito e padre di una bambina e questo segreto confessato rappresenterebbe la sua rovina. Vella vive tutta la vita nella paura, anzi nell'angoscia che un giorno la verità possa venire a galla, tanto da tentare più volte il suicido e di avere delle allucinazioni, infatti vede Teresa ovunque, si sentirà a disagio nonostante i successi lavorativi, e una famiglia. Ormai in pensione dopo tanto lavoro, arriva il momento dei meriti, sua figlia ormai mamma di bambini, desidera far avere un riconoscimento a suo padre dal Presidente della Repubblica, e nonostante la disapprovazione di alcuni del Ministero (ricompare la donna della cena e quindi pare sapesse delle cose che la facevano dubitare sul merito, infatti, lei era a conoscenza della relazione con la studentessa), nonostante ciò sua figlia decide di scrivere proprio a Teresa Quadraro ormai con una carriera invidiabile a Boston. Quando Teresa legge la lettera rimane perplessa, e gli risponde subito, dicendo ricorda benissimo il prof. Vella e gli scrive anche che continuava ad essere l'unico uomo che aveva amato, ma poi lo cancella. Il giorno della premiazione avviene, e Vella tardi ad arrivare, mentre tutti sono nel salone ad accogliere i premiati, compresa sua figlia e sua moglie, ma lui è perplesso, non sa cosa fare, preso dall'ansia immagina che uccide Teresa, e che lei successivamente racconta davanti a tutti la verità, e sua figlia inizia ad urlare. In realtà lui non salirà le scale, si volta nel giardino e va via per mentre limoni (simbolo della verità) rotolano per le scale e lui si va a chiudere ormai a film finito in una scatola, quasi che voglia scomparire. E' un film interessante, vuole superare la logica del vincente perdente dei film tipici americani, lascia molto all'immaginazione, giocano con la sottrazione, il non detto, affinchè lo spettatore possa restare nel dubbio e non darsi delle risposte fino alla fine. Bravissimi gli attori e la regia, musiche ecc. L'unica cosa che non mi è piaciuta, ma è una critica ai film italiani: Contestualizzare un pò troppo, l'iper realtà, la mancanza di sogno che si evince in quasi tutti i film italiani.
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fabiuz62
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mercoledì 1 maggio 2024
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evviva il cinema d''autore italiano..!!!
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Tutti abbiamo segreti con cui conviviamo. Confidarli è un rischio che fa emergere le inquietudini di una vita. Il protagonista ne è l'incarnazione e il film ti rende tutto. Ottimi regia, interpreti e colonna sonora.
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olmo
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mercoledì 1 maggio 2024
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film privo di senso
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Un film di una idiozia unica
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jonnylogan
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lunedì 29 aprile 2024
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l''amore è un legame costruito sulla sopraffazione
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Luchetti e Starnone, dal quale il regista trae per la terza volta linfa per le proprie opere, confezionano sulle solide e capaci spalle di Elio Germano, la figura di un uomo che probabilmente vuole apparire migliore di quel che in realtà è. Aggiungendo alle sue insicurezze travestite da carisma tre figure femminili che rappresentano l'egocentrismo del quale si compiace il protagonista. L'ex collega, Vittoria Puccini, abile nel portare in scena la figura di una donna in grado di donare al protagonista quella stabilità della quale ha bisogno. L'agente letteraria, interpretata da Isabella Ferrari, che rappresenta il diversivo alla vita coniugale.
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Luchetti e Starnone, dal quale il regista trae per la terza volta linfa per le proprie opere, confezionano sulle solide e capaci spalle di Elio Germano, la figura di un uomo che probabilmente vuole apparire migliore di quel che in realtà è. Aggiungendo alle sue insicurezze travestite da carisma tre figure femminili che rappresentano l'egocentrismo del quale si compiace il protagonista. L'ex collega, Vittoria Puccini, abile nel portare in scena la figura di una donna in grado di donare al protagonista quella stabilità della quale ha bisogno. L'agente letteraria, interpretata da Isabella Ferrari, che rappresenta il diversivo alla vita coniugale. E per finire l'ex studentessa, Federica Rosellini, incapace di farsi apprezzare all'interno di una trama che la pone perennemente come minaccia e mai minimamente empatica anche nei momenti di intimità. Inizialmente avvicinata per ragioni scolastiche e poi diventata una storia importante, ma che nel momento nel quale quasi per gioco viene a conoscenza di un segreto inconfessabile, preferisce allontanarsi dall'unico uomo che abbia mai veramente amato.
La pellicola di Luchetti, fra gli autori italiani fra i più abili nel portare in scena le insicurezze dei tempi moderni, riesce a esaltare principalmente le doti recitative di Germano, per la terza volta impegnato nelle pellicole di un regista del quale è a tutti gli effetti diventato l'estensione filmica. Purtroppo al di là delle capacità recitative dell’autore di origini Molisane la narrazione stenta a decollare, perdendosi nei meandri onirici della mente del protagonista, non riuscendo a sciogliere non tanto il dubbio di quale sia il segreto di Pietro, ma soprattutto per quale ragione a fasi pressoché cicliche l'ex allieva si diverta a provocarne dubbi e insicurezze.
Da vedere se apprezzate i thriller psicologici venati di malinconia. Da evitare nel caso che abbiate in mente il Luchetti de La Scuola (id.; 1995), Mio Fratello è Figlio Unico (Id.; 2007) o La Nostra vita (id.; 2010).
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anna rosa
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domenica 28 aprile 2024
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confidenze pericolose
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Eccellente tutto: regia, recitazione, trucco, ambientazioni. La storia è certo disturbante perché racconta un amore malato tra una donna fortemente manipolatrice e un uomo che via via scopriamo sempre più fragile e anche un po' vile, come però si rivelano tutti i personaggi, quanto meno quelli adulti, perché invece i giovani sembrano ancora integri. Per quanto riguarda la contestualizzazione della storia nell'ambiente scolastico e universitario, non riesco a trovare particolari significati legati ad esso, a meno di non voler dire molto banalmente che un ottimo professore può essere un uomo piccolo né più né meno di tutti gli altri.
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chansgiardinier
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domenica 28 aprile 2024
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a volte bisogna tirare da fuori
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La triade Starnone/Luchetti/Piccolo ce lo aveva già preannuciato in "Lacci": a noi piace il tiki taka. Quattromila passaggi inutili che ti fanno arrivare vicino al portiere avversario senza combinare nulla. Anche in Lacci, un cast d'eccezione non era riuscito a portare la nave in un porto sicuro, sballottati da maltempo e lunghe rotte sbagliate. Starnone e Luchetti ci avevano divertito e coinvolto in Scuola perchè l'umorismo e l'ironia erano al servizio di tematiche serie trattate con leggerezza. La stessa leggerezza che pervade i lavori di Piccolo scrittore con i suoi "tre momenti trascurabili". Evidentemente, questa volta i tre hanno deciso che era venuto il momento di un bel noir cupo e cervellotico che infatti ha partorito un film buio, con dialoghi quasi impercettibili che hanno convinto la maschera del cinema a chiedere in direzione di alzare il volume dell'audio.
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La triade Starnone/Luchetti/Piccolo ce lo aveva già preannuciato in "Lacci": a noi piace il tiki taka. Quattromila passaggi inutili che ti fanno arrivare vicino al portiere avversario senza combinare nulla. Anche in Lacci, un cast d'eccezione non era riuscito a portare la nave in un porto sicuro, sballottati da maltempo e lunghe rotte sbagliate. Starnone e Luchetti ci avevano divertito e coinvolto in Scuola perchè l'umorismo e l'ironia erano al servizio di tematiche serie trattate con leggerezza. La stessa leggerezza che pervade i lavori di Piccolo scrittore con i suoi "tre momenti trascurabili". Evidentemente, questa volta i tre hanno deciso che era venuto il momento di un bel noir cupo e cervellotico che infatti ha partorito un film buio, con dialoghi quasi impercettibili che hanno convinto la maschera del cinema a chiedere in direzione di alzare il volume dell'audio. Il pur bravissimo Germano non è riuscito a commuoverci, nè a farsi amare/odiare, nè a coinvolgerci nel suo malessere: al terzo tentativo di suicidio corredato da Urlo di Munch ho cercato al cinema il telecomando per cambiare canale. Anche la satanica Rosellini, la dolcissima Puccini e l'intrigante Ferrari danno l'impressione di un'occasione mancata. Al terzo episodio immaginario che si rivela solo un frutto bacato della mente del Prof. Vella, è sparito persino l'interesse di sapere qual era il terribile segreto passato che lo attanaglia e che aveva stoltamente rivelato all'inquietante ex alunna. La partita finisce zero a zero e a noi resta il rimpianto di aver buttato diciassette euro nella macchinetta sbagliata.
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mauridal
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sabato 27 aprile 2024
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la confidenza
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Quando un personaggio come Pietro un prof di italiano ,viene prima descritto come un ottimo insegnante che lascia un segno positivo nei suoi allievi, ha una vita semplice, da giovane sensibile alla vita e all'amore in generale, e poi lo troviamo in una doppia esistenza piena di segreti ,con un equilibrio mentale precario, solo perché ha dato confidenza ad una sua allieva che si innamora di lui, allora qualcosa nella storia del film, non quadra. Il regista ha scritto il film con due sceneggiatori di esperienza, Starnone e Piccolo, che hanno collaborato più volte in vari film, forse questa volta ,ciascuno a suo modo, hanno voluto mettere troppa psiche a cuocere, rendendo il racconto involuto e contorto, ripetitivo sui rapporti tra Pietro il protagonista, e le sue varie donne che incontra e con cui ha rapporti difficili.
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Quando un personaggio come Pietro un prof di italiano ,viene prima descritto come un ottimo insegnante che lascia un segno positivo nei suoi allievi, ha una vita semplice, da giovane sensibile alla vita e all'amore in generale, e poi lo troviamo in una doppia esistenza piena di segreti ,con un equilibrio mentale precario, solo perché ha dato confidenza ad una sua allieva che si innamora di lui, allora qualcosa nella storia del film, non quadra. Il regista ha scritto il film con due sceneggiatori di esperienza, Starnone e Piccolo, che hanno collaborato più volte in vari film, forse questa volta ,ciascuno a suo modo, hanno voluto mettere troppa psiche a cuocere, rendendo il racconto involuto e contorto, ripetitivo sui rapporti tra Pietro il protagonista, e le sue varie donne che incontra e con cui ha rapporti difficili. Il racconto si sviluppa lungo l'arco di una vita intera ,Pietro da giovane professore a vecchio squilibrato, il tutto con una ossessiva presenza/assenza di una donna, Teresa, prima giovane allieva e infine matura compagna di Pietro ma che possiede una indicibile confidenza di lui un quasi segreto che poi a tempo debito, lei minaccia di usare contro di lui. Intanto Pietro , dopo una terminata storia d'amore con Teresa, che parte per diventare una scienziata in America, continua a lavorare e incontra altra donna Nadia con cui si sposa . Potrebbe essere la trama di una qualsiasi commediola , invece diventa , una storia a tratti psicologica , a volte un thriller, ancora, poi è una descrizione di personaggi, come Teresa malati di amore ossessivo, oppure Pietro che pur in apparenza seguendo una vita normale con famiglia lavoro e figlia , non si distacca da una sua angoscia interiore che lo porta sempre a l punto di partenza cioè l'amore per Teresa sua giovane e prediletta allieva., di cui non riesce a liberarsi. Dunque un film psyco dramma , dove si sovrappongono vite di personaggi che da esistenze semplici infine si intrecciano in un contesto di vite complicate da personalità psicotche. Un film forse scritto da più mani con intenti diversi, Dove Il protagonista, Pietro , ottimamente interpretato da Elio Germano, ne esce male assieme al personaggio di Teresa, la bravissima Federica Rosellini, l'unico personaggio positivo sembra Nadia L'attrice Vittoria Puccini la moglie di Pietro, banalmente una moglie madre carina e positiva. Viene da chiedersi forse è troppo poco per la complessità dei temi proposti. Una particolare partecipazione da vedere è la sensuale affascinante Isabella Ferrari in un piccolo ruolo , ma ci sta. Dunque un film che conferma la solida collaborazione Lucchetti- Elio Germano, direi meno tranquilla la scrittura Piccolo-Starnone- Lucchetti, dove un film solo non basta ,dunque...un sequel? (mauridal).
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[+] " dovrebbe giocare il doppio..."
(di luciano)
[ - ] " dovrebbe giocare il doppio..."
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