ho sperato che la commedia si mettesse davvero sui binari del politicamente scorrettissimo e "in articulo mortis" facesse trionfare la logica del buon senso e del buon gusto, seppellendo definitivamente tutte le frenesie sulle disforie di genere e baggianate varie e su tutte le ridicole "ciacole" annesse e connesse sotto una sana risata liberatoria. Questo sì sarebbe stato davvero dirompente... Proprio la scena del "gruppo di aiuto" alla fine si rivela, del tutto involontariamente, come la prova definitiva - se mai ce ne fosse bisogno - dell'assurdità di tutta la complicatissima costruzione ideologico-sociologico-psicologica legata al "mondo" LGBTQXYZWK ecc.
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ho sperato che la commedia si mettesse davvero sui binari del politicamente scorrettissimo e "in articulo mortis" facesse trionfare la logica del buon senso e del buon gusto, seppellendo definitivamente tutte le frenesie sulle disforie di genere e baggianate varie e su tutte le ridicole "ciacole" annesse e connesse sotto una sana risata liberatoria. Questo sì sarebbe stato davvero dirompente... Proprio la scena del "gruppo di aiuto" alla fine si rivela, del tutto involontariamente, come la prova definitiva - se mai ce ne fosse bisogno - dell'assurdità di tutta la complicatissima costruzione ideologico-sociologico-psicologica legata al "mondo" LGBTQXYZWK ecc. ecc.. Nella scena indicata i diretti interessati si perdono dentro una rete di ineffabili "definizioni" e sigle sempre più contradditorie e arzigogolate in progressione esponenziale, fino alla definitiva perdita di contatto con la realtà, con un effetto esilarante e veramente originale. La combriccola di sciroccati pretenderebbe di obliterare con un solo colpo di spugna lessicale ciò che Madre Natura ha scolpito nella carne degli esseri umani; così, la persona normale non può più essere definita "normale", ma deve essere costretta ad ammettere la propria "colpa" accettando la delirante definizione di cis-gender (i coatti romani direbbero "chevvordì?"). L'unico sano di mente, almeno per metà film, è proprio Jean che, saggiamente, non potendo opporsi alla assurda "transizione" della moglie se ne serve per i suoi genuini scopi elettorali. Purtroppo però anche lui, uomo sobrio e di retti principi, alla fine è costretto a cedere: abdicando irrazionalmente a qualsiasi norma di buon senso e soprattutto ai suoi gusti sessuali, che si suppongono consolidati lungo un'intera vita, si fa piacere il fatto di andare a letto con la "donna barbuta", come se l'aspetto fisico e il genere sessuale primario non contassero più nulla di nulla e si potesse optare per qualsiasi combinazione possibile. Mah. Come al solito la Francia alza il suo ditino e pensa di poter insegnare a tutti il vivere del mondo. Ma purtroppo, per dirla con il saggio, "la risposta è sbagliata".
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