Un inno alla vita, ben confezionato dentro gli schemi del survival movie. Il nuovo thriller di Netflix usa espedienti narrativi che rimandano a “Buried” e “Vita di Pi”, con una suspense cruda e drammatica. La regia punta sull’empatia con la protagonista e, nonostante qualche eccesso, ti tiene ben incollato allo schermo in questa lotta “biblica” per la sopravvivenza.
Ha il pregio di far dimenticare l’ambientazione distopica dei 20 minuti iniziali, per farti poi riflettere inconsciamente sulla attualità, cioè sul destino che affrontano ogni giorno migliaia di migranti. Consigliato.