marchino
|
domenica 17 settembre 2023
|
giudizio controcorrente
|
|
|
|
Il film, a giudicare dal titolo, vorrebbe essere una trasposizione cinematografica del capolavoro letterario di Erich Maria Remarque "Niente di nuovo sul fronte occidentale". Nel libro, in forma di diario, il personaggio narrante, Paul Baumer, descrive la sua esperienza durante il primo conflitto mondiale. Il risultato della trasposizione e', a mio avviso, assai modesto: in sintesi il libro non e' reso nella lunga pellicola dove, ad arbitrio degli autori, sono introdotti elementi non presenti nell'opera originaria e dove non ne sono invece stati sviluppati altri come si sarebbe dovuto. La mancata descrizione dell'addestramento militare e' un'enorme pecca perche' e' il primo momento in cui si distruggono i sogni dei volontari che vengono introdotti con violenza alla dura' realta'.
[+]
Il film, a giudicare dal titolo, vorrebbe essere una trasposizione cinematografica del capolavoro letterario di Erich Maria Remarque "Niente di nuovo sul fronte occidentale". Nel libro, in forma di diario, il personaggio narrante, Paul Baumer, descrive la sua esperienza durante il primo conflitto mondiale. Il risultato della trasposizione e', a mio avviso, assai modesto: in sintesi il libro non e' reso nella lunga pellicola dove, ad arbitrio degli autori, sono introdotti elementi non presenti nell'opera originaria e dove non ne sono invece stati sviluppati altri come si sarebbe dovuto. La mancata descrizione dell'addestramento militare e' un'enorme pecca perche' e' il primo momento in cui si distruggono i sogni dei volontari che vengono introdotti con violenza alla dura' realta'. Non menzionare neppure il personaggio che incarna tutto cio', il caporale Himmelstoss, e' imperdonabile. Neppure la societa' degli adulti, rappresentata nel libro dai genitori e dagli insegnanti, e' descritta adeguatamente. I primi sono praticamente assenti e ai secondi e' dedicata solamente una scena iniziale rinunciando anche qui a delineare compiutamente il personaggio emblematico che li incarna, il Prof. Kantorek. Lunghe scene con diversi, mal caratterizzati, personaggi sono invece dedicate alla raffigurazione degli alti comandi militari e dei politici. E' qui il punto dove romanzo e film si discostano di piu'. Nel libro certo se ne parla ma non come nella pellicola dove la tematica e' sovrarappresentata per scelta degli autori che danno quindo una interpretazione ed un giudizio delle vicende tutto loro. Appunto l'interpretazione personale e' il difetto piu' grande del film e lo permea interamente: non c'e' una sola scena che ricalchi fedelmente la descrizione letteraria. Una e' da citare subito: la morte di Katczinsky, forse il camerata a cui piu'affettivamente si lega il protagonista. Nel libro avviene per una granata, nel film la si inserisce, distorcendola, all'interno di un'altra vicenda riportata nel romanzo. Baumer e Katczinsky rubano in una fattoria, e fin qui ci siamo, ma quest'ultimo, poco dopo la fuga, e' ucciso a sangue freddo dal giovane figlio del fattore che li aveva inseguiti. In primis mi sembra una circostanza poco verosimile poi, cosa piu' importante, non capisco davvero cosa abbia voluto affermare il regista con questa aggiunta. E' un giudizio politico, di descrizione sociale il suo? In ogni caso mi sembra fuori luogo. Sarebbe poi stata da curare di piu' la rappresentazione dei personaggi principali: sono intanto diminuiti per numero rispetto al romanzo e sono, rispetto a questo, meno, ed oltretutto arbitrariamente, caratterizzati. Cosi' come in fondo non si e' riusciti a rendere il profondo legame affetivo che si forma tra di loro nel corso delle dure avversita' a cui vanno incontro. Le scene di guerra sono rese bene nella ricostruzione dei campi di battaglia, delle trincee e dei combattimenti la cui violenza e cruenza sono realisticamente descritte. Si poteva essere pero' piu' precisi in altri particolari: dare piu' spazio per esempio ai bombardamenti a cui erano sottoposti nei bunker i soldati (duravano settimane!), all'uso dei gas, che non si vedono mai in azione, ed ad altri dettagli. Ho trovato poi assai inverosimile la scena in cui durante l'attacco i soldati si fermano a mangiare. Dopo avere corso centinaia di metri sotto il fuoco nemico? Dopo avere combattuto corpo a corpo? Con il richio che il contrattacco li uccida tutti? Non e' realistico ed il libro ancora una volta descrive l'episodio in tutt'altra maniera "..ci precipitiamo di volata nei ricoveri piu' vicini per prendere quanto piu' possiamo...e poi via". Altro che mangiare. Che dire poi di soldati che camminano eretti nella terra di nessuno? Altro punto non strettamente inerente ma che vorrei riportare: quei ragazzi fumavano tutti! Sigari e sigarette erano una magra ma importante consolazione alla loro misera giornata di cui costituivano una parte fondamentale. Bisogna riconoscere che l'interprete del personaggio principale ha saputo renderne paura, coraggio, disperazione, terrore tutta la vasta gamma di emozioni a cui va incontro. Avrebbe meritato comunque una descrizione piu' approfondita da parte degli autori. Sarebbe stato necessario spiegare meglio la sua evoluzione psicologica da entusiasta e sprovveduto volontario a duro e navigato soldato. Le sue considerazioni ed il suo giudizio sulla societa' che lo ha spinto li' avrebbero dovuto essere maggiormente espresse. Cosi come il fatto che Paul Baumer, seppure non vinto dagli eventi, e' comunque distrutto dalla guerra. La scena finale e' il paradigma di quella libera interpretazione del romanzo da parte del regista di cui parlavo. Il generale tedesco, di cui Paul Baumer e' sottoposto, ordina, di sua personale iniziativa, ad un quarto d'ora dalle fine delle ostilita', per il suo proprio personale orgoglio militarista, l'ultimo disperato e cruento attacco durante il quale il nostro protagonista trovera' un'atroce morte. La cosa sara' anche plausibile, verosimile, magari sara' successa davvero solo che Paul Baumer "cadde nell'Ottobre 1918, in una giornata cosi' calma e silenziosa su tutto il fronte, che il bollettino del Comando Supremo si limitava a queste parole: . Era caduto con la testa in avanti e giaceva sulla terra come se dormisse. Quando lo voltarono si vide che non doveva avere sofferto a lungo: il suo volto aveva un'espressione cosi serena, quasi che fosse contento di finire cosi'"
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marchino »
[ - ] lascia un commento a marchino »
|
|
d'accordo? |
|
felicity
|
mercoledì 5 aprile 2023
|
potente riflessione sulla follia della guerra
|
|
|
|
Niente di nuovo sul fronte occidentale evidenzia da vicino l’aspetto umano mettendo in secondo piano la vicenda storica. Sono le esperienze dei soldati al fronte che colpiscono, la condivisione delle loro storie, ma anche le loro speranze future e il ricordo di chi è caduto. Proprio questa capacità di sottolineare una decisa contrapposizione tra vita e morte, incarnata da diversi dialoghi, è al centro del film. Interrogandosi sulla possibilità che il decesso possa avere un valore liberatorio rendendolo addirittura preferibile alla quotidianità della guerra, il film in questo senso va oltre la trasposizione storica per elevarsi verso riflessioni sulla bestialità umana.
[+]
Niente di nuovo sul fronte occidentale evidenzia da vicino l’aspetto umano mettendo in secondo piano la vicenda storica. Sono le esperienze dei soldati al fronte che colpiscono, la condivisione delle loro storie, ma anche le loro speranze future e il ricordo di chi è caduto. Proprio questa capacità di sottolineare una decisa contrapposizione tra vita e morte, incarnata da diversi dialoghi, è al centro del film. Interrogandosi sulla possibilità che il decesso possa avere un valore liberatorio rendendolo addirittura preferibile alla quotidianità della guerra, il film in questo senso va oltre la trasposizione storica per elevarsi verso riflessioni sulla bestialità umana. Una brutalità che non emerge solo dai campi da battaglia, ma anche tra i canali diplomatici che solo apparentemente vanno in parallelo con ciò che accade sul campo. Tra colombe alla ricerca di un armistizio e aquile pronte a continuare la guerra per motivi ideali più che realistici, non si riesce a trovare un compromesso che possa mettere fine velocemente al conflitto. Un ottimo film di grande attualità.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
paolomiki
|
lunedì 20 marzo 2023
|
la storia si ripete
|
|
|
|
Siamo sul finire della prima guerra mondiale, e quattro ragazzini tedeschi esaltati dopo un discorso patriotico del loro professore, decidono di arruolarsi per combattere sul fronte occidentale francese. Capiranno presto che la guerra è un orrore senza fine prima affrontando un nemico determinato, e poi dovendo assecondare la testardaggine e la bestialità del loro comandante generale Friedrichs. Trincee, carri armati , lanciafiamme, scene di inaudita violenza e crudeltà, ricostruzione fedele e recitazione sublime dei protagonisti, fanno di questo film un capolavoro che si pone insieme ad altri due film del genere (salvate il soldato ryan e orizzonti di gloria), nell'olimpo della cinematografia mondiale di ogni tempo!
|
|
[+] lascia un commento a paolomiki »
[ - ] lascia un commento a paolomiki »
|
|
d'accordo? |
|
astromelia
|
venerdì 17 marzo 2023
|
obiezione vostro onore
|
|
|
|
assimilo difficilmente l'idea che ai film tratti da romanzi/denuncia vengano stravolte alcune scene non rispettando l'autenticità del libro stesso,mi capita di sovente di vedere come anche i finali vengano artefatti e non mi si prenda per sotterfugio il fatto che bisogna adattarli per il cinema,dunque leggetevi il libro ,io alcune scene crudeli non le ho viste riportate fedelmente.....comunque il film risulta buono ma non eclatante tranne l'attualità e l'insegnamento intrinseci che niente è più inutile di una guerra,compreso il fatto di mandare giovani vite a morire per folli idee di malcelato egocentrismo e manie narcisiste alquanto insalubri.
|
|
[+] lascia un commento a astromelia »
[ - ] lascia un commento a astromelia »
|
|
d'accordo? |
|
rosalinda gaudiano
|
lunedì 20 febbraio 2023
|
la guerra è come la febbre, prima o poi arriva,
|
|
|
|
“ La guerra è come la febbre, prima o poi arriva, mezzo mondo è contagiato e…l’umanità sta a guardare”
[+]
“ La guerra è come la febbre, prima o poi arriva, mezzo mondo è contagiato e…l’umanità sta a guardare”
“Niente di nuovo sul fronte occidentale” , trasmesso su Netflix, è un film potente nel suo disarmante messaggio per assurdo pacifista sulla tragedia umana della Guerra. L’Europa affronta la Grande Guerra e la Germania ormai arruola giovani leve per il fronte occidentale. Paul Baumer è preso totalmente da uno spirito patriottico che non riesce a controllare, tanto che escogita uno stratagemma per arruolarsi e partire per il fronte occidentale con alcuni suoi compagni. Una volta al fronte, l’euforia presto cede il posto allo sgomento e all’orrore. Paul sarà anche lui una vittima sacrificale di quella guerra, che come in tutte le guerre chi combatte marcia solo verso la disperazione e la morte. Il film , diretto da Edward Berger, offre uno spettacolo straordinario per le scenografie, caratterizzazione dei personaggi, movimenti di macchina, e sapiente suspense. Ma il messaggio più diretto, che qui viaggia su due scenari ben contrapposti che impressiona è lo scenario mutilante delle trincee, fango, freddo e morte , nell’Argonne francese, e l’altro nel lusso dei salotti di burocrati e generali, che “giocano” sulle decisioni estreme d’armistizio mentre giovani combattenti nel corpo a corpo , rotolati nel fango , offrono la vita alla Patria. Un soldato, amico di Paul, pronuncia questa frase: “ La guerra è come la febbre, prima o poi arriva, mezzo mondo è contagiato e…l’umanità sta a guardare” Una frase emblematica, perché la guerra, tutte le guerre godono di questa verità assurda, devastante…di morte e annientamento di ogni forma elitaria d’umanità. Paul uccide per non venire ucciso, ma toccherà la stessa sorte anche a lui, è la guerra!
[-]
[+] una bella pellicola dalla forte attualità.
(di antonio montefalcone)
[ - ] una bella pellicola dalla forte attualità.
|
|
[+] lascia un commento a rosalinda gaudiano »
[ - ] lascia un commento a rosalinda gaudiano »
|
|
d'accordo? |
|
tizio incognito
|
venerdì 13 gennaio 2023
|
molto splatter e zero trama
|
|
|
|
Certamente, bellissima regia e scene da pugno nello stomaco. Ma la ricostruzione realistica e cruenta degli scontri di guerra non è certo una novità, la vediamo declinata in tutte le salse dai lontani tempi di "Salvate il Soldato Ryan". Peccato che il film sia solo questo e niente più. I personaggi sono appena abbozzati, ad esempio si vede uno dei soldati che sembra disertare aggregandosi a dei profughi francesi ma in realtà non si capisce bene (chi è? E perché nessuno poi lo cerca?). Spariscono alcuni elementi-chiave del romanzo originale (tipo l'insegnante-fanatico che spinge gli studenti al reclutamento volontario e che poi si ritrova soldato semplice sottoposto in trincea).
[+]
Certamente, bellissima regia e scene da pugno nello stomaco. Ma la ricostruzione realistica e cruenta degli scontri di guerra non è certo una novità, la vediamo declinata in tutte le salse dai lontani tempi di "Salvate il Soldato Ryan". Peccato che il film sia solo questo e niente più. I personaggi sono appena abbozzati, ad esempio si vede uno dei soldati che sembra disertare aggregandosi a dei profughi francesi ma in realtà non si capisce bene (chi è? E perché nessuno poi lo cerca?). Spariscono alcuni elementi-chiave del romanzo originale (tipo l'insegnante-fanatico che spinge gli studenti al reclutamento volontario e che poi si ritrova soldato semplice sottoposto in trincea). Il contesto storico viene appena accennato, con i tavoli dell'armistizio presentati in modo sommario e vagamente confusionale (tantovaleva non inserirli). Il finale poi ha dell'assurdo, sembra più un morboso desiderio di inserire un ulteriore capitolo di ripetitiva violenza che altro. Onestamente non ricordo il finale del libro, ma mi sembrava decisamente diverso. Il film poteva avere tutt'altro spessore, così è solo un macabro documentario o poco più, senza una vera trama e fin troppo carico e ripetitivo. Come purtroppo quasi tutti i film degli ultimi anni, del resto.
[-]
[+] concordo su tutto
(di alice g.)
[ - ] concordo su tutto
|
|
[+] lascia un commento a tizio incognito »
[ - ] lascia un commento a tizio incognito »
|
|
d'accordo? |
|
gengi
|
domenica 20 novembre 2022
|
contro la guerra
|
|
|
|
Un ottimo film, senza effetti speciali, senza sbavature, senza retorica.
Un manifesto contro la guerra, che tutti dovrebbero vedere e tenere poi a mente.
Bellissimo, non ti dà tregua fino alla fine.
|
|
[+] lascia un commento a gengi »
[ - ] lascia un commento a gengi »
|
|
d'accordo? |
|
|
mercoledì 2 novembre 2022
|
osservazioni sulla critica a niente di nuovo sul fronte occidentale (2022)
|
|
|
|
Gentile Sig.ra Gandolfi, ho letto la sua recensione sul film Niente di nuovo sul fronte occidentale distribuito sulla piattaforma Netflix e che ho visto in questo fine settimana. Concordo con molte sue osservazioni ma mi permetto di aggiungere che nel suo commento, in relazione ai film sulla Prima Guerra Mondiale (di cui sono un umile studioso e un altrettanto umile "drogato" di cinema) mancano i riferimenti a tre opere, profondamente diverse ma magistrali: il primo è Westfront 1918 di Georg Pabst uscito nel 1930 lo stesso anno del film di Milestone (All'Ovest niente di nuovo), poi Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick del 1957 e infine l'ultimo, il "nostro" La Grande Guerra di Mario Monicelli uscito solo due anni dopo il film di Kubrick.
[+]
Gentile Sig.ra Gandolfi, ho letto la sua recensione sul film Niente di nuovo sul fronte occidentale distribuito sulla piattaforma Netflix e che ho visto in questo fine settimana. Concordo con molte sue osservazioni ma mi permetto di aggiungere che nel suo commento, in relazione ai film sulla Prima Guerra Mondiale (di cui sono un umile studioso e un altrettanto umile "drogato" di cinema) mancano i riferimenti a tre opere, profondamente diverse ma magistrali: il primo è Westfront 1918 di Georg Pabst uscito nel 1930 lo stesso anno del film di Milestone (All'Ovest niente di nuovo), poi Orizzonti di gloria di Stanley Kubrick del 1957 e infine l'ultimo, il "nostro" La Grande Guerra di Mario Monicelli uscito solo due anni dopo il film di Kubrick. Credo che questi tre film meritino un posto di primo piano nella filmografia di quella terribile carneficina che fu appunto la Grande Guerra. La seconda considerazione (critica) è che il finale del film non rende assolutamente la tensione emotiva di quello del romanzo di Remarque, uno dei miei autori preferiti nella mia adolescenza: Paul Baumer viene ucciso nella sua trincea perchè si era "distratto" per tentare di raggiungere una farfalla...Un immagine simbolica per una morte insensata (come per tutte le guerre) ma che assume le dimensioni di una follia ancor più insensata perchè avvenuta a pochi giorni dall'armistizio. Con stima e simpatia. Paolo Chimenti
[-]
|
|
[+] lascia un commento a »
[ - ] lascia un commento a »
|
|
d'accordo? |
|
|