paolp78
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domenica 30 ottobre 2022
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solido e onesto, ma non accontenta
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Pregevole poliziesco che a differenza di tanti tra i più recenti film del genere non fa ricorso a colpi di scena clamorosi ed improbabili, né insiste in modo sgradevole su particolari truculenti o macabri per impressionare il pubblico, soprattutto quello più giovane che notoriamente è attratto da questi espedienti scenici. La pellicola depurata di questi elementi che tanto vanno in voga oggigiorno, si presenta molto onesta e con una solida trama.
La buonissima sceneggiatura, firmata dallo stesso regista John Lee Hancock, punta in primo luogo sul mistero saggiamene tenuto circa il passato di uno dei due poliziotti protagonisti, di cui nel corso della pellicola vengono fatti emergere alcuni particolari che incuriosiscono lo spettatore, e lo portano ad elaborare varie ipotesi al fine di risolvere le numerose incognite che la storia propone.
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Pregevole poliziesco che a differenza di tanti tra i più recenti film del genere non fa ricorso a colpi di scena clamorosi ed improbabili, né insiste in modo sgradevole su particolari truculenti o macabri per impressionare il pubblico, soprattutto quello più giovane che notoriamente è attratto da questi espedienti scenici. La pellicola depurata di questi elementi che tanto vanno in voga oggigiorno, si presenta molto onesta e con una solida trama.
La buonissima sceneggiatura, firmata dallo stesso regista John Lee Hancock, punta in primo luogo sul mistero saggiamene tenuto circa il passato di uno dei due poliziotti protagonisti, di cui nel corso della pellicola vengono fatti emergere alcuni particolari che incuriosiscono lo spettatore, e lo portano ad elaborare varie ipotesi al fine di risolvere le numerose incognite che la storia propone.
Molto buona anche la gestione della sceneggiatura dopo che viene individuato il principale sospettato, con Hancock che impedisce al film di perdere interesse, mantenendo invece sempre alta la tensione.
Il finale è originale e sebbene possa dimostrarsi poco appagante e certamente amaro (persino deludente direi per il grande pubblico), deve comunque riconoscersi che il risultato cinematografico che viene ottenuto è di sicuro livello.
Oltre che sul soggetto e la sceneggiatura, la pellicola punta molto sulle prove attoriali, in particolare quelle dei tre maggiori interpreti: un sempre convincente Denzel Washington, mai così grasso a mia memoria; un ottimo Rami Malek, autore ti una performance molto intensa; ed infine Jared Leto che entra in scena solo dopo che è passata una buona metà del film, ma che comunque riesce a lasciare il segno.
Hancock non fa grande ricorso a scene d’azione; pur trattandosi di un film poliziesco non c’è neppure una sparatoria, eppure non mancano le sequenze fortemente adrenaliniche, tra cui deve essere citata l’ottima scena iniziale, molto ben costruita.
Buono l’uso dei flashback.
Eccessiva la durata, che poteva essere contenuta almeno di una ventina di minuti, riducendo così il rischio che la pellicola possa risultare un po’ pesante.
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jagofilm
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domenica 28 agosto 2022
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idea carina, ma...
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... il film è troppo noioso! La sorpresina finale non vale assolutamente la sofferenza di due ore di chiacchiere, ragionamenti campati in aria, sguardi vacui. Sconsiglio la visione.
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domenica 21 agosto 2022
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fino all'ultimo indizio
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Bravo, ottima recensione. Denzel Washington seppur invecchiato e non più idoneo per ruoli d'azione. È sempre al topo, si vedono ancora di più le sue capacità recitative.
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giovanni_b_southern
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domenica 1 maggio 2022
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molto bello
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Partiamo da un presupposto : un poliziesco 'vecchio stampo' che (ad un certo punto) fa suonare Tell It Like it is di Aaron Neville non può che essere un Ottimo Film. Insomma : è un ottimo film. Da vedere. Ps lo spoiler e la critica la fanno gli eccellenti giornalisti di My Movies. Da 'fruitore' vado all'essenziale : da vedere.
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kyotrix
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sabato 28 agosto 2021
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interessante
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Partiamo dal negativo, ritmi lenti e a volte da sonnolenza se siete stanchi. Ma il film è discreto. Dai voti negativi che ho letto, la gente non ha capito la vera trama del film, che non è la parte Thriller, il serial killer e la sua ricerca, ma in realtà è legata alla parte psicologica dei poliziotti, l'eccessivo impegno nella ricerca della soluzione, lo stress che porta a fare grossi errori, e il loro peso nel resto della vita. Il finale non spiega? Non è vero, se la parte finale lascia strani, l'ultima scena finale ( se la si capisce ) vale tutto il film.
Consigliato.
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emmep
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domenica 25 luglio 2021
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vanno bene i finali aperti, ma contradditori no
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Un film che parte con ambizione, si prende il lusso di richiamare Duel e Seven, ma nel dipanarsi della storie e dei misteri lascia delusi su eventuali dinamiche da ricercare e scovare, anzi in realtà non viene disvelato quasi nulla.
Il finale ne è la perfetta conclusione priva di senso, tutto incentrato su una eventuale "fratellanza" fra i due protagnoisti senza quasi nessun collegamento con il caso reale, con anzi finti indizi e finte rivelazioni.
peccato
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lunedì 19 luglio 2021
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ma chi sceglie i titoli delle recensioni?
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È così difficile capire che nel titolo non vanno fatti riferimenti al finale?
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wolvie
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sabato 22 maggio 2021
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che camminata mr washington !!!
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Diciamocelo da subito, John Lee Hancock non é mai stato un gran regista, ha del potenziale, ma non riesce mai ad esprimerlo e continua ad assestarsi in un aurea di mediocrità che non solleva l' asticella delle sue prestazioni.
Basti pensare a come ha edulcorato e sprecato un materiale infinito come quello della battaglia di Fort Alamo in " Alamo- Gli Ultimi Eroi" del 2004.
Qui fortunatamente ha a disposizione un attore che con la sola camminata è capace di risollevare le sorti di un film, e quasi quasi ci riesce anche in questo, direi per almeno metà durata.
Invece, più ci s' inoltra nello sviluppo della trama, più le reminiscenze, gli snodi narrativi, i protagonisti (poco servito il film da Jared Leto e Rami Malek), risultano vuoti, pesanti, caricati a salve.
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Diciamocelo da subito, John Lee Hancock non é mai stato un gran regista, ha del potenziale, ma non riesce mai ad esprimerlo e continua ad assestarsi in un aurea di mediocrità che non solleva l' asticella delle sue prestazioni.
Basti pensare a come ha edulcorato e sprecato un materiale infinito come quello della battaglia di Fort Alamo in " Alamo- Gli Ultimi Eroi" del 2004.
Qui fortunatamente ha a disposizione un attore che con la sola camminata è capace di risollevare le sorti di un film, e quasi quasi ci riesce anche in questo, direi per almeno metà durata.
Invece, più ci s' inoltra nello sviluppo della trama, più le reminiscenze, gli snodi narrativi, i protagonisti (poco servito il film da Jared Leto e Rami Malek), risultano vuoti, pesanti, caricati a salve.
Ritiratosi in provincia, come poliziotto di contea, Deke, suo malgrado, si ritrova catapultato nel bel mezzo delle indagini, affidate al detective Baxter, per la risoluzione, con annessa caccia, di una catena di omicidi imputabili ad un serial killer, che risveglia gli incubi sepolti di Deke.
Poco spettacolare, molto d' ambientazione, svela i suoi segreti con colpi di scena poco efficaci, da giallo classico ci ritroviamo invece in un dramma esistenziale.
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felicity
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martedì 4 maggio 2021
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un thriller anomalo già dalle premesse
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Fino all’ultimo indizio racconta di un vice sceriffo della contea di Kern, Joe “Deke” Deacon (Denzel Washington) che è costretto suo malgrado a tornare nella città degli angeli per una noiosa raccolta prove per conto del suo capo. Deke nonostante l’apparenza non è un “vorrei ma non posso” tipo Stallone in Cop Land, anzi, un tempo a L.A., era un brillante detective, geniale ma con tanti, troppi fantasmi nell’armadio. Senza neanche accorgersene rimane invischiato nelle indagini sulle macabre imprese di un serial killer che sta terrorizzando la città. Ad occuparsene il giovane rampante sergente Jim Baxter (Rami Malek), che coinvolge il veterano Deke nello studio di un caso che si stringe sempre più su Albert Sparma, riparatore di elettrodomestici (Jared Leto).
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Fino all’ultimo indizio racconta di un vice sceriffo della contea di Kern, Joe “Deke” Deacon (Denzel Washington) che è costretto suo malgrado a tornare nella città degli angeli per una noiosa raccolta prove per conto del suo capo. Deke nonostante l’apparenza non è un “vorrei ma non posso” tipo Stallone in Cop Land, anzi, un tempo a L.A., era un brillante detective, geniale ma con tanti, troppi fantasmi nell’armadio. Senza neanche accorgersene rimane invischiato nelle indagini sulle macabre imprese di un serial killer che sta terrorizzando la città. Ad occuparsene il giovane rampante sergente Jim Baxter (Rami Malek), che coinvolge il veterano Deke nello studio di un caso che si stringe sempre più su Albert Sparma, riparatore di elettrodomestici (Jared Leto). L’uomo è un appassionato di serial killer, ma le sue informazioni sul caso sono fin troppo accurate. Un pericoloso assassino o solo un mitomane?
John Lee Hancock scrive e dirige un thriller psicologico classico (non a caso l’ambientazione ’90s) che ammicca a Seven e in generale a tutta la filmografia di Fincher (da Zodiac a Mindhunter).
Fino all’ultimo indizio si sostiene egregiamente nella prima parte della pellicola grazie alle interpretazioni di Washington e Malek, che fino all’introduzione del villain Leto, sono i protagonisti indiscussi del film. Hancock incanta con le ambientazioni e le atmosfere di una pericolosa L.A., notturna e inquietante, molto lontana da quella delle spiagge assolate alla “Barbara Ann”. Ed è in questa prima parte del film che John Lee Hancock struttura il suo neo noir con ricercatezza e ambizione. Il tema portante è tutto nella sottile linea che separa l’etica del dovere dall’ossessione, la dedizione al lavoro dal disturbo ossessivo compulsivo.
Quindi viene presentato un ottimo Jared Leto, antagonista inquietate ed ambiguo, e insieme a lui anche un paio di raffinati plot twist.
Ma proprio sul più bello qualcosa inizia a non funzionare.
La pellicola perde di interesse appiattendosi fino ad un finale telefonato e scialbo. Le dinamiche tra i protagonisti, fino a quel momento la vera forza trainante della pellicola diventano meno convincenti e a volte incomprensibili. Il villain di Leto inizia a scimmiottare i classici stereotipi del cattivo, geniale e maledetto alla Joker. Malek (talentuosissimo) gigioneggia in maniera insopportabile un personaggio senza spessore che inspiegabilmente inizia a scavare come preso dagli effetti di qualche droga lisergica. John Lee Hancock si perde le strutture coesive del film, senza riuscire a chiudere la pellicola. O ancora peggio, facendolo in maniera sciatta.
Un peccato che compromette una pellicola altrimenti molto interessante, ma purtroppo incompiuta proprio a causa di quei dettagli, di quelle piccole cose che danno il titolo al film.
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jonnylogan
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mercoledì 10 marzo 2021
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seven più uno
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Il vice sceriffo Joe Deacon della contea di Kern viene mandato in trasferta alla centrale di polizia di Los Angeles per raccogliere le prove forensi relative a un recente omicidio. Una volta in centrale Joe incontra i suoi vecchi colleghi e Jim Baxter, un giovane detective che sta indagando sulla scomparsa di una ragazza, un caso molto simile a un’indagine irrisolta e condotta anni prima dallo stesso Joe. I due iniziano a collaborare in via ufficiosa e le loro indagini li portano a sospettare di Albert Sparma, commesso di un negozio di riparazione elettrodomestici.
Una trama intricata e che richiama nemmeno troppo velatamente ilSe7en di David Fincher. Due poliziotti molto diversi, l’uno con un passato famigliare e professionale burrascoso che lo hanno velocemente portato ai margini del proprio lavoro, e l’altro molto più giovane e con una carriera e una vita famigliare invidiabili.
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Il vice sceriffo Joe Deacon della contea di Kern viene mandato in trasferta alla centrale di polizia di Los Angeles per raccogliere le prove forensi relative a un recente omicidio. Una volta in centrale Joe incontra i suoi vecchi colleghi e Jim Baxter, un giovane detective che sta indagando sulla scomparsa di una ragazza, un caso molto simile a un’indagine irrisolta e condotta anni prima dallo stesso Joe. I due iniziano a collaborare in via ufficiosa e le loro indagini li portano a sospettare di Albert Sparma, commesso di un negozio di riparazione elettrodomestici.
Una trama intricata e che richiama nemmeno troppo velatamente ilSe7en di David Fincher. Due poliziotti molto diversi, l’uno con un passato famigliare e professionale burrascoso che lo hanno velocemente portato ai margini del proprio lavoro, e l’altro molto più giovane e con una carriera e una vita famigliare invidiabili. Differenti ma uniti dal desiderio comune di trovare un colpevole che pare sfuggire alla cattura da troppo tempo.
Una pellicola messa in pista da John Lee Hancock, The Founder e The Blind Side, due dei suoi lavori più celebri, che dopo quasi trent’anni di gestazione e dopo averne proposto il soggetto a numerosi colleghi, fra i quali spiccano i nomi di Spielberg e Eastwood, ha al fine deciso di dirigere in prima persona affidando la narrazione, che parla non solo di colpevoli, indagini e prove da raccogliere ma anche di colpe non emendabili, a un veterano del genere come Denzel Washington, per l’ennesima volta calatosi nel ruolo di un uomo di legge, in tal caso dotato di un passato che solo gradualmente sarà svelato agli spettatori. A fargli da sodale nel ruolo di Jim Baxter è Rami Malek che lasciatosi alle spalle Mr. Robot e l’Oscar per il ruolo di Freddy Mercury in Bohemian Rhapsody, si cala nella parte di un detective meticolosoe arrivista. Dall’altro lato della barricata Jared Leto che aggiunge alla sua lunga fila di personaggi borderline quello del catalizzatore di prove e sospetti Albert Sparma, commesso dal fare ambiguo e dai modi melliflui e strafottenti che potrebbero valere allo stesso Leto una nuova candidatura ai premi Oscar.
Thriller psicologico che lascia incollati alla poltrona ma che purtroppo e come detto sa molto di minestra sapientemente riscaldata.
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