davide seidita
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mercoledì 3 luglio 2024
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144 minuti di gusto familiare.
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Un film biografico accurato e raccontato con eccellenza. Sotto l'aspetto narrativo è dinamico con una buona sceneggiatura tradotta bene come trasmissione emotiva ( peccato che non abbiano tradotto 'kingdom hall' menzionato più volte). Ottima la fotografia, inquadrature belle e visivamente gradevoli. Per quanto riguarda l'aspetto familiare ho molto apprezzato che la famiglia abbia messo i valori davanti all'aspetto materiale come umiltà, rispetto, dignità e gratitudine. Un film che non si dimentica e si rivede con piacere.
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belliteam
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mercoledì 25 gennaio 2023
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venus, serena, ed un padre ambizioso
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lo dico subito: e' un film che mi ha emozionato, e che consiglio di vedere a tutti gli amanti del tennis, e dello sport in genere.
nasce spontaneo il confronto con il recente "borg mcenroe" che viene pero' surclassato per la precisione nel racconto, ambientazione, e su come si e' deciso di riportare fedelmente gli accadimenti, utilizzando attori che per somiglianza estetica e riproduzione dei movimenti delle 2 sorelle, si e' rasentata la perfezione.
ma non solo, accostandolo a film sullo sport del livello di rush, momenti di gloria, o million dollary baby, 3 tra i piu' celebri, questa pellicola puo' starci benissimo nei vari paragoni che si possono azzardare.
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lo dico subito: e' un film che mi ha emozionato, e che consiglio di vedere a tutti gli amanti del tennis, e dello sport in genere.
nasce spontaneo il confronto con il recente "borg mcenroe" che viene pero' surclassato per la precisione nel racconto, ambientazione, e su come si e' deciso di riportare fedelmente gli accadimenti, utilizzando attori che per somiglianza estetica e riproduzione dei movimenti delle 2 sorelle, si e' rasentata la perfezione.
ma non solo, accostandolo a film sullo sport del livello di rush, momenti di gloria, o million dollary baby, 3 tra i piu' celebri, questa pellicola puo' starci benissimo nei vari paragoni che si possono azzardare.
la storia narrata e' quella del padre delle sorelle Williams (Serena a fine carriera e' stata proclamata la piu' forte giocatrice di tutti i tempi, cosi' come il padre aveva previsto) a partire dai primi passi fatti da Venus (sempre in primo piano rispetto alla sorella nel film) nei campi impolverati della California, sempre seguita dal padre interpretato da Will Smith che sognava per le sue due figlie un futuro da campionesse; il tutto con sullo sfondo un razzismo sempre presente (c'e' un accenno al pestaggio di Rodney King).
il regista inoltre ha messo giustamente in rilievo la competizione sempre presente in casa Williams tra le 2 sorelle-amiche, e l'apporto della madre e della famiglia in generale che ha sempre messo i valori davanti allo sport.
un film assolutamente da vedere. e far vedere.
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felicity
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venerdì 29 aprile 2022
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retorico ma funzionale alla storia trattata
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Chi si aspetta da Una famiglia vincente – King Richard un film sulla storia sportiva delle due tenniste rimarrà deluso.
Richard non è solo un padre che consiglia le proprie figlie, bensì un vero e proprio coach e addirittura manager che orchestra autonomamente l’attività economico-sportiva delle due future campionesse. Ciò comporta, chiaramente, una certa dose di assunzione delle conseguenze che ne derivano. L’uomo diventa una sorta di padre-padrone che, in virtù della drammaticità della sua giovinezza, non vuole vedere le stesse tragicità da lui sofferte nella vita delle sue figlie.
Richard respinge con grande determinatezza potenziali agenti che potrebbero assicurare una carriera lineare a Venus e Serena, optando invece per una strada personalizzata che non prevede, per esempio, la partecipazione delle sue figlie a incontri ufficiali prima del compimento di una certa età.
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Chi si aspetta da Una famiglia vincente – King Richard un film sulla storia sportiva delle due tenniste rimarrà deluso.
Richard non è solo un padre che consiglia le proprie figlie, bensì un vero e proprio coach e addirittura manager che orchestra autonomamente l’attività economico-sportiva delle due future campionesse. Ciò comporta, chiaramente, una certa dose di assunzione delle conseguenze che ne derivano. L’uomo diventa una sorta di padre-padrone che, in virtù della drammaticità della sua giovinezza, non vuole vedere le stesse tragicità da lui sofferte nella vita delle sue figlie.
Richard respinge con grande determinatezza potenziali agenti che potrebbero assicurare una carriera lineare a Venus e Serena, optando invece per una strada personalizzata che non prevede, per esempio, la partecipazione delle sue figlie a incontri ufficiali prima del compimento di una certa età.
Anche la regia evidenzia bene la centralità di Richard, in particolare nei duelli finali a cui le due tenniste finalmente partecipano. La macchina da presa, durante le partite, isola più volte il padre che guarda il match da un televisore dello spogliatoio, proprio per poter dare risalto alla sua figura. Paradossalmente i titoli di coda, intervallati da video d’archivio delle imprese sportive di Venus e Serena, sono gli unici momenti in cui la loro partecipazione sono il vero cuore della vicenda.
Una famiglia vincente – King Richard sconta una certa retorica che risulta tuttavia funzionale e necessaria per la storia trattata. Un film che si rivolge a un pubblico più interessato a evadere da una realtà non sempre impregnata da un ottimismo di fondo così marcato, ma che al tempo stesso riesce a toccare corde emotive che non scadono nella lacrime facile.
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luca scialo
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sabato 2 aprile 2022
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l'uomo dietro il successo delle williams
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Al suo secondo lungometraggio, Reinaldo Marcus Green traspone per il grande schermo la storia di Richard Williams. Guardia giurata, grande appassionato di tennis, che alleva le sue cinque figlie sforzandosi di tenerle lontane dai guai della strada in cui abitano. Quelle di una piccola cittadina californiana solo per un fatto geografico, ma lontana dall'idea sfavillante di quello stato: Campton. Due di loro, Venus e Serena, hanno ereditato la sua passione per il tennis. Che Richard cerca di coltivare tra molte difficoltà: dalle violenze delle gang di quartiere agli spettegolezzi del vicinato. Inoltre, quando una di loro inizierà ad emergere, Venus, dovrà alzare l'asticella di guardia anche contro le lusinghe del business, per preservare in essa il lato genuino dello sport.
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Al suo secondo lungometraggio, Reinaldo Marcus Green traspone per il grande schermo la storia di Richard Williams. Guardia giurata, grande appassionato di tennis, che alleva le sue cinque figlie sforzandosi di tenerle lontane dai guai della strada in cui abitano. Quelle di una piccola cittadina californiana solo per un fatto geografico, ma lontana dall'idea sfavillante di quello stato: Campton. Due di loro, Venus e Serena, hanno ereditato la sua passione per il tennis. Che Richard cerca di coltivare tra molte difficoltà: dalle violenze delle gang di quartiere agli spettegolezzi del vicinato. Inoltre, quando una di loro inizierà ad emergere, Venus, dovrà alzare l'asticella di guardia anche contro le lusinghe del business, per preservare in essa il lato genuino dello sport. Serena, invece, si adatterà a vivere all'ombra della sorella, attendendo il suo momento che pure arriverà. Ciò che ha insegnato alle sue ragazze darà comunque i suoi frutti, dato che le Williams sono oggi considerate le campionesse di tennis più importanti della storia. Film toccante, che a tratti riprende i canoni di La ricerca della felicità, anche per il comune attore protagonista: Will Smith. Il quale ci mette tutta la sua intensità per far riuscire appieno il suo personaggio. Tanto da non svestire i panni di Richard Williams neppure nella notte degli Oscar, con la nota vicenda del pugno. Ma oltre a quello, vincerà anche la statuina come Migliore attore. Green non lascia niente di intentato e azzarda una pellicola di quasi 2 ore e mezza che però non fa sentire il suo peso. Restituendoci appieno gli sforzi, talvolta estremi e anche incompresi dalla stessa famiglia, dell'uomo dietro il successo delle sorelle Williams.
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jonnylogan
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sabato 26 marzo 2022
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il re
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Richard Williams, guardia giurata in un centro commerciale, e sua moglie Oracene, infermiera in ospedale, crescono le loro cinque figlie seguendo tradizioni di famiglia estremamente rigide e senza particolari lussi. Esigendo da ognuna il massimo rendimento scolastico, non facendogli mancare nulla e cullando per le figlie più piccole: Venus e Serena, il sogno di vederle eccellere nel tennis. Sport al quale dedicano ogni minuto di tempo fra allenamenti ai margini del sadismo e con ben fissa una sola idea ovvero che il duro lavoro unito a una ferrea disciplina le porterà entrambe verso una carriera piena di successi.
“Io non le offro un Michael Jordan ma due”
L’immancabile sorriso con cui Will Smith impersona il padre delle sorelle più celebri del circuito ATP la dice lunga sulla grande sicurezza con la quale questi giudicasse la bravura delle sue figlie.
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Richard Williams, guardia giurata in un centro commerciale, e sua moglie Oracene, infermiera in ospedale, crescono le loro cinque figlie seguendo tradizioni di famiglia estremamente rigide e senza particolari lussi. Esigendo da ognuna il massimo rendimento scolastico, non facendogli mancare nulla e cullando per le figlie più piccole: Venus e Serena, il sogno di vederle eccellere nel tennis. Sport al quale dedicano ogni minuto di tempo fra allenamenti ai margini del sadismo e con ben fissa una sola idea ovvero che il duro lavoro unito a una ferrea disciplina le porterà entrambe verso una carriera piena di successi.
“Io non le offro un Michael Jordan ma due”
L’immancabile sorriso con cui Will Smith impersona il padre delle sorelle più celebri del circuito ATP la dice lunga sulla grande sicurezza con la quale questi giudicasse la bravura delle sue figlie. Entrambe cresciute a pane e tennis fra i campi in cemento di Compton, estrema periferia degradata della città degli Angeli, e alla perenne ricerca di un’occasione per farle conoscere.
The King, questo il titolo originale della pellicola, e al tempo stesso soprannome con cui Williams è conosciuto, la dice lunga su chi sia il vero protagonista del film, quindi non tanto il tennis e due delle sue interpreti migliori, ma bensì un uomo in perenne divisa da gioco o in uniforme da lavoro, capace di pianificare tutto fino all’ultimo dettaglio, portatore di un regime in stile militare e al tempo stesso certo di voler veder crescere nella migliore delle maniere tutte le sue figlie, senza pressioni eccessive provenienti dall’esterno e senza sponsor e agenti pronti ad avventarsi su loro come avvoltoi.
Will Smith, presente anche nel ruolo di produttore esecutivo, assieme alle sorelle Williams, raggiunge la sua terza candidatura all’Oscar come miglior protagonista maschile grazie all’agiografia ben riuscita, ma forse anche edulcorata, di un uomo dei nostri tempi che non incontra davvero mai, o quasi, contrasti famigliari, a iniziare dalle due figlie: Venus, impersonata dalla sedicenne Saniyya Sidney, diventata celebre grazie a American Horror Story. E Serena, la quattordicenne Demi Singleton.
Pellicola di riscatto sociale e di razza, diretta dal regista di serie tv e cinema, Reinaldo Marcus Green che ti tiene incollato allo schermo fino alla fine. Stiamo parlando degli anni adolescenziali di Venus e Serena e prima che il vero successo prorompa nelle loro vite, ma nel complesso storia ben più appassionante della sua resa fin troppo buonista su celluloide.
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alessandro
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giovedì 20 gennaio 2022
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una storia che emoziona
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Le campionesse Venus e Serana Williams sono partite dal basso prima di diventare due leggende del tennis mondiale. Dotate di gran talento fin da piccole, sono state educate dai loro genitori ai valori dell'umiltà della tenacia, della perseveranza. Il papà Richard ha inoltre riposto su di loro la sua voglia di riscatto sociale in una America ancora profondamente razzista. Richard aveva predetto già tutto il loro lumisoso futuro ed ha contribuito a plasmarlo con il sempre solido sostegno della moglie, smuovendo cielo e terra per far scoprire al Mondo l'inesauribile talento delle sue figlie. Non si nasce genitori e allenatori perfetti e Richard lo capirà nel corso del tempo, imparando ad ascoltare di più anche gli altri e non soltanto se stesso.
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Le campionesse Venus e Serana Williams sono partite dal basso prima di diventare due leggende del tennis mondiale. Dotate di gran talento fin da piccole, sono state educate dai loro genitori ai valori dell'umiltà della tenacia, della perseveranza. Il papà Richard ha inoltre riposto su di loro la sua voglia di riscatto sociale in una America ancora profondamente razzista. Richard aveva predetto già tutto il loro lumisoso futuro ed ha contribuito a plasmarlo con il sempre solido sostegno della moglie, smuovendo cielo e terra per far scoprire al Mondo l'inesauribile talento delle sue figlie. Non si nasce genitori e allenatori perfetti e Richard lo capirà nel corso del tempo, imparando ad ascoltare di più anche gli altri e non soltanto se stesso.
Film toccante, capace di trasmettere forti emozionie e in cui emerge ancora una volta la capacità di Will Smith di spaziare tra i più diversi generi cinematografici. Da vedere.
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crispino seidenari
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lunedì 17 gennaio 2022
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il potere divinatorio del sogno
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Una famiglia vincente - King Richard coglie l’essenza di una storia esemplare grazie soprattutto alle doti interpretative di Will Smith, spesso in precedenza svilite dai canoni della narrativa Hollywoodiana.
Richard Williams è un uomo che dopo un'intera vita di umiliazioni, soprusi, frustrazioni, riesce a trasferire alle proprie figlie il sogno di divenire le più grandi campionesse del tennis mondiale. Sa che non è necessario che le figlie ripetano le sue stesse esperienze, che imparino dai suoi stessi errori e perciò decide di panificare il loro futuro di campionesse, perché “non avere un piano significa pianificare il proprio fallimento”.
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Una famiglia vincente - King Richard coglie l’essenza di una storia esemplare grazie soprattutto alle doti interpretative di Will Smith, spesso in precedenza svilite dai canoni della narrativa Hollywoodiana.
Richard Williams è un uomo che dopo un'intera vita di umiliazioni, soprusi, frustrazioni, riesce a trasferire alle proprie figlie il sogno di divenire le più grandi campionesse del tennis mondiale. Sa che non è necessario che le figlie ripetano le sue stesse esperienze, che imparino dai suoi stessi errori e perciò decide di panificare il loro futuro di campionesse, perché “non avere un piano significa pianificare il proprio fallimento”. Considerare i figli come un prolungamento della propria esistenza, scegliere ed imporre loro un futuro, è una scelta molto discutibile, ma non è forse vero che nella maturità molti di noi hanno il rimpianto di non aver realizzato pienamente le loro potenzialità a causa dell’indeterminatezza delle aspirazioni giovanili? Per non aver saputo scoprire in giovinezza il loro talento? La loro peculiarità?
La storia di Venus e Serena Williams mostra quanto possa essere importante per noi avere fin dalla tenera età un obbiettivo e perseguirlo con tenacia fino alla fine, anche se non è il frutto di una libera scelta.
Richard Williams, nonostante la sua insistenza ossessiva nel ribadire l’importanza della disciplina, della costanza, dell’umiltà, è anche un padre che accende nelle figlie l’entusiasmo per il sogno che ha scelto per loro, spronandole a divertirsi, a tentare sempre di scoprire e portare alla luce la dimensione ludica che si cela, spesso in profondità, nel compimento di qualsiasi impresa faticosa, a tradurre tutto in gioco per alimentare l’entusiasmo.
Quando si è giovani e la vita appare come un mattino senza fine prodigo di dolci promesse, la maggior parte di noi tende a rimandare le scelte sul proprio futuro e con esse i sacrifici. Sono pochi i giovani capaci di scegliere un traguardo “impossibile” e impegnarsi tutti i giorni senza esitazioni per raggiungerlo. I personaggi più determinanti della storia sono stati coloro che hanno perseguito con fermezza e perseveranza un unico obiettivo, catturati da un unico sogno nella cui direzione hanno convogliato tutte le energie e le speranze.
Naturalmente Richard Williams non è un padre perfetto e talvolta la sua determinazione tende a sconfinare in un atteggiamento dispotico e vessatorio, ma in quei casi interviene sempre la madre a riportare l’equilibrio e a restituire alle figlie la libertà di compiere le scelte cruciali per la loro vita.
Eraclito diceva: “bisogna volere l’impossibile, perché l’impossibile accada”.
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[+] campioni si nasce, e, soprattutto, si diventa
(di antonio montefalcone)
[ - ] campioni si nasce, e, soprattutto, si diventa
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sabato 15 gennaio 2022
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lo sport al cinema esiste
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Sì Roberto, esiste eccome. L'esempio su tutti è Ogni maledetta domenica, dove un ottimo Oliver Stone è riuscito a portare "in campo" lo spettatore. O anche Rush. E altri ancora.
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