gmigliori
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sabato 11 dicembre 2021
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onore delle armi al granitico clint
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[attenzione contiene spoiler] Incurante dei suoi novantun’anni, ancora una volta il granitico Clint scende in campo per l’ennesimo viaggio on the road tra le sabbiose strade del deserto americano. Niente di geriatrico, nessun sentore di casa di riposo; Clint, nei panni di Michael "Mike" Milo, ex campione di rodeo, non rinuncia certo all’azione, e, dopo aver frettolosamente accennato con un paio di scarni dialoghi alle motivazioni del viaggio, parte per il Messico con la mission impossibile di recuperare il figlio adolescente (e il suo inseparabile gallo da combattimento) di un amico al quale è legato da un debito di riconoscenza.
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[attenzione contiene spoiler] Incurante dei suoi novantun’anni, ancora una volta il granitico Clint scende in campo per l’ennesimo viaggio on the road tra le sabbiose strade del deserto americano. Niente di geriatrico, nessun sentore di casa di riposo; Clint, nei panni di Michael "Mike" Milo, ex campione di rodeo, non rinuncia certo all’azione, e, dopo aver frettolosamente accennato con un paio di scarni dialoghi alle motivazioni del viaggio, parte per il Messico con la mission impossibile di recuperare il figlio adolescente (e il suo inseparabile gallo da combattimento) di un amico al quale è legato da un debito di riconoscenza.
E proprio come conseguenza di questo instancabile iperattivismo del protagonista il film mi è sembrato decisamente zoppicante, richiedendo al lettore uno sforzo eccessivo per attivare la sospensione dell’incredulità. Insomma dobbiamo berci la storia di un coriaceo supervecchietto che scorrazza instancabile per il deserto (fatto salvo qualche riposino rigenerante), scampa a stento da un furioso tentativo di seduzione da parte di una pericolosa femme fatale messicana, doma in un battibaleno cavalli più riottosi di Bucefalo, ruba indisturbato automobili, semina la polizia messicana, prende a cazzottoni un gangster messicano ai limiti dell’idiozia (in questo film i messicani non fanno una gran bella figura…), riporta il fanciullo al paparino (a proposito, la dogana è totalmente deserta, ma Trump non aveva eretto grandi muraglie in quella zona? boh…), infine ha anche il tempo di trovare il vero amore che lo farà uscire dalla solitudine della sua vedovanza. Happy end.
Riassumendo, le tipiche rodomontate del suo repertorio classico ci sono tutte, il problema è che, mentre funzionavano benissimo nei western di Sergio Leone, se riferite tutte a un seppur vulcanico novantenne suonano davvero improbabili e ingenue, così come il sentimentalismo profuso a piene mani suona un po’ zuccheroso e retorico. Eppure lo sceneggiatore è quello di Gran Torino, che infatti si limita a replicare lo schema collaudato del vecchio burbero alle prese con un adolescente “difficile” di altra etnia per il quale, in virtù della sua disincantata e pragmatica saggezza, finisce suo malgrado per svolgere il ruolo di mentore e di padre sostitutivo.
Non mi resta che concludere questa recensione non proprio positiva dedicando un riasrcitorio momento di ”onore delle armi” al grande Clint, regista da me molto amato per il suo coraggio e il suo immenso amore per il cinema.
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fabiofeli
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giovedì 9 dicembre 2021
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siate gentili: clint non vuole essere scortese.
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Siamo negli anni ‘80. Non fa molte cose, ormai, Mike Milo (Clint Eastwood), al crepuscolo della sua vita. Passati i tempi dei rodei, nei quali era una leggenda; dopo 5 vittorie nell’All-American, c’è stata una brutta caduta sotto il peso di un cavallo selvaggio. Ancora la sua gamba non ne vuole sapere di riprendersi e forse ha ragione lei: tanto cosa deve fare Mike, uomo solitario, che vive solo ai confini con il Messico? Eh no. C’è da fare: il suo amico e capo, Howard (Dwigt Yoakam), proprietario del ranch nel quale “lavora”, gli dice che deve recarsi in Messico per andare a prendere il figlio tredicenne, Rafael (Eduardo Minett), che vive con la vulcanica madre.
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Siamo negli anni ‘80. Non fa molte cose, ormai, Mike Milo (Clint Eastwood), al crepuscolo della sua vita. Passati i tempi dei rodei, nei quali era una leggenda; dopo 5 vittorie nell’All-American, c’è stata una brutta caduta sotto il peso di un cavallo selvaggio. Ancora la sua gamba non ne vuole sapere di riprendersi e forse ha ragione lei: tanto cosa deve fare Mike, uomo solitario, che vive solo ai confini con il Messico? Eh no. C’è da fare: il suo amico e capo, Howard (Dwigt Yoakam), proprietario del ranch nel quale “lavora”, gli dice che deve recarsi in Messico per andare a prendere il figlio tredicenne, Rafael (Eduardo Minett), che vive con la vulcanica madre. L’adolescente, in effetti, è abbandonato a se stesso: è sempre in giro a fare danno con il suo gallo da combattimento, che ha chiamato Macho, perché non è enorme, ma – sostiene - è fortissimo. Appena arriva la polizia se la fila, perché i combattimenti ormai sono vietati. Ma per i due non è semplice uscire dal Messico, se l’auto li abbandona perché è una carretta e li cercano per riportare indietro il ragazzo. I due pernottano anche in una minuscola chiesa in attesa di trovare un’auto abbandonata, un’altra carretta. Per fortuna c’è Marta (Natalia Traven) che gestisce una locanda; Mike le ripara il juke-box e lei lo inserisce nelle attività produttive del paesino di frontiera: il cowboy doma i cavalli selvaggi e cura gli animali feriti con la sapienza di un veterinario senza laurea … Un po’ on the road, un po’ come ti erudisco il pupo. E Clint erudisce Rafael, ma istruisce anche gli spettatori. Il suo Mike Milo sa farsi rispettare, quando serve. Ma il Macho - dice - è un falso eroe, sopravalutato, perché quando sei giovane credi di avere tutte le risposte alle domande, ma quando invecchi capisci che non ne hai nessuna. E più vai avanti nella vita, più devi operare delle scelte. E Clint non ha più solo due espressioni quando recita (col cappello e senza cappello, così sosteneva ingenerosamente Sergio Leone), tira fuori anche qualche sorriso (!): alla sua età non ha più niente da dimostrare, oltre a quello che ha già raccontato. Non è più – se pure lo è stato – l’ispettore Callaghan, dopo i capolavori che come regista ha snocciolato negli ultimi 35 anni; questo ultimo film che serve per smontare un personaggio duro e imbattibile non è un capolavoro, perché questo ragazzo 91enne deve riprendere fiato. Gli va concesso, magari ci tira fuori un’altra bella storia. Valutazione *** FabioFeli
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lobo68
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giovedì 9 dicembre 2021
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povero clint
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Povero Clint,
ma dovevamo proprio salutarti con una mediocrità del genere?
Ti auguro di vivere altri 30 anni ma questo film offende sia il tuo passato di attore bravo (ma sopratutto icona) che di regista valido.
Ma chi te lo ha fatto fare?!!?
Forse di tutto si salva appena la fotografia ma forse, per il resto, ti voglio bene ma voglio ricordarti come se non fossi andato a vederlo questo film.
Lobo
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iris aiello
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mercoledì 8 dicembre 2021
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patetico...
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Storia scontata, a tratti assurda e i 91anni del protagonista si vedono tutti. Non si può far la parte di uno con almeno 20anni di meno!
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thomas
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domenica 5 dicembre 2021
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surreale
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Può mai un novantenne domare cavalli selvaggi cavalcandoli, accendere di desiderio giovani procaci, far innamorare a prima vista piacenti vedove, trasformare in pochi giorni la personalità di un ragazzo cresciuto per strada in quella prossima ad un giovane educato nei migliori college? E può un muscoloso guardaspalle farsi intimorire e chiedere aiuto dopo aver ricevuto un pugno dal novantenne, perdere la pistola (!!) per l'attacco di un gallo e farsi beffare a più riprese in una caccia all'uomo tra le più sconclusionate della storia del Cinema? La verità è che in tutto c'è un limite, che è dato semplicemente dalla natura delle cose, e quando quel limite viene ripetutamente superato, la storia si tramuta in favola.
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Può mai un novantenne domare cavalli selvaggi cavalcandoli, accendere di desiderio giovani procaci, far innamorare a prima vista piacenti vedove, trasformare in pochi giorni la personalità di un ragazzo cresciuto per strada in quella prossima ad un giovane educato nei migliori college? E può un muscoloso guardaspalle farsi intimorire e chiedere aiuto dopo aver ricevuto un pugno dal novantenne, perdere la pistola (!!) per l'attacco di un gallo e farsi beffare a più riprese in una caccia all'uomo tra le più sconclusionate della storia del Cinema? La verità è che in tutto c'è un limite, che è dato semplicemente dalla natura delle cose, e quando quel limite viene ripetutamente superato, la storia si tramuta in favola. Fin qui nulla di male, le favole hanno la loro suprema dignità, ma devono sapersi riconoscere come tali. "Cry Macho" invece fa il grande errore di prendersi sul serio, di narrare una vicenda umana che, nel ricercare una sua credibilità, accumula nel suo sviluppo più buchi di uno scolapasta. Il grande Clint confeziona in realtà un senescente monumento a se stesso, del tutto privo di ironia e consapevolezza, e se in "Gran Torino" il rapporto tra il vecchio e il giovane assumeva tratti talmente veri e profondi da rasentare la poesia, questa volta la narrazione sconfina del ridicolo involontario. A peggiorare la situazione contribuisce la presenza di tutti gli stereotipi: i messicani sempliciotti, gli anziani saggi che sanno sempre dire la parola giusta, la madre ricca e indifferente al figlio ovviamente dedita al sesso con chi capita. Insomma, anche i migliori possono sbagliare, l'importante è comprendere l'errore e non ripeterlo più: "Cry Macho" rimane quindi un neo e, siccome le storie personali sono più belle quando finiscono bene, questo non deve essere il canto del cigno del grande Clint.
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frankmoovie
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venerdì 3 dicembre 2021
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"cry macho – ritorno a casa": il ritorno di clint
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Guardando il TG, la notizia: esce oggi il nuovo film di Clint Eastwood e allora è stato irrefrenabile correre a cinema, di pomeriggio, con solo altre cinque persone in sala e sotto controlli Covid. Il film non entusiasma più di tanti precedenti, ma segna un passo importante nella carriera, lunghissima, del grande regista-attore. E' il film della super terza età, 91 anni sono tanti solo per chi non sa viverli e Clint è attivo, produttivo e piace anche adesso che i suoi movimenti sono più lenti (lento è sempre stato, ma ora lo fa naturalmente). il suo viso più asciutto ma con quegli occhi di ghiaccio che mostrano una luce di tenerezza perché la svolta verso il sentimentalismo, gli affetti supera la via del western classico.
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Guardando il TG, la notizia: esce oggi il nuovo film di Clint Eastwood e allora è stato irrefrenabile correre a cinema, di pomeriggio, con solo altre cinque persone in sala e sotto controlli Covid. Il film non entusiasma più di tanti precedenti, ma segna un passo importante nella carriera, lunghissima, del grande regista-attore. E' il film della super terza età, 91 anni sono tanti solo per chi non sa viverli e Clint è attivo, produttivo e piace anche adesso che i suoi movimenti sono più lenti (lento è sempre stato, ma ora lo fa naturalmente). il suo viso più asciutto ma con quegli occhi di ghiaccio che mostrano una luce di tenerezza perché la svolta verso il sentimentalismo, gli affetti supera la via del western classico. Il protagonista ha l'incarico di riportare un figlio al padre e con il bambino, dai primi scontri nasce un rapporto nonno-nipote e il viaggio verso casa regala paesaggi messicani desertici, paesini che sembrano del passato, incontri con persone perverse e profondamente bisognose d'affetto, momenti in cui il "macho" sembra prevalente sull'uomo dotato di cuore e scene in cui la virilità brutale si scioglie nei sentimenti: "cry macho" ... Certo, come tutti gli anziani, il protagonista si intenerisce allo sguardo di un bambino, al racconto di violenze subite e usa le sue ultime forze da "macho" per raggiungere i suoi obiettivi. Il film è fatto bene, ottima fotografia, primi piani alla "Sergio Leone", che tanto amiamo, sui volti e sulle cose, una buona colonna sonora che in certi momenti regala canzoni che si inseriscono bene nella storia, bravi attori come Eduardo Minett, Natalia Traven, Dwight Yoakam, Fernanda Urrejola e, permettetemi, il "machissimo" gallo e l'immancabile cappello ... Questo film ha arricchito comunque la nostra collezione preziosa di film di un uomo che farà sempre parte della storia del cinema e aspettiamo altre opere: grande Clint!
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[+] una nuova contingenza emotiva per eastwood
(di antonio montefalcone)
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gustibus
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martedì 21 settembre 2021
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semplicita'',amore,maestria,immortale..c.eastwood!
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Vedere un film di Clint Eastwood e'come andare al cinema per la prima volta.Il suo modo di dirigere "Cry Macho"e'dolce,semplice,raffinato.In questo suo ultimo racconto emerge tutta la sua bravura di fare amare ancora il cinema.Visto in 4k con sottotitoli ovviamente via web mi sono goduto "Clint"la mia icona da quando avevo 11anni.Macho alla fine e'un gallo..lui dice gallina,che sara'determinante alla fine del film.Lui e'Mike Milo ex campione di rodeo,vedovo che per ricambiare un favore al suo ex datore deve andare dal Texas in Messico per prendere il figlio Rafael(Eduardo Minett) dalla ex moglie e riportarlo a casa.Tutto si svolge con quel pizzico di poesia lenta ma che emoziona sempre.
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Vedere un film di Clint Eastwood e'come andare al cinema per la prima volta.Il suo modo di dirigere "Cry Macho"e'dolce,semplice,raffinato.In questo suo ultimo racconto emerge tutta la sua bravura di fare amare ancora il cinema.Visto in 4k con sottotitoli ovviamente via web mi sono goduto "Clint"la mia icona da quando avevo 11anni.Macho alla fine e'un gallo..lui dice gallina,che sara'determinante alla fine del film.Lui e'Mike Milo ex campione di rodeo,vedovo che per ricambiare un favore al suo ex datore deve andare dal Texas in Messico per prendere il figlio Rafael(Eduardo Minett) dalla ex moglie e riportarlo a casa.Tutto si svolge con quel pizzico di poesia lenta ma che emoziona sempre.I suoi 91 anni si notano,non ha la demenza senile di "The Pather"ma non nasconde per niente i problemi che puo'avere con l'eta'cosi'avanzata.In Messico ci mette pure una dolce figura femminile..Marta(Natalia Traven)della quale si innamora anche,e anche qui impronta Eastwoodiana che anche a 90anni puo'accadere di tutto.Non e'un capolavoro come "Gran Torino"ma forse non voleva farlo,voleva rimarcare cosa vuol dire essere vecchi e..fare il pisolino.Insomma giocava molto sul fatto che ce'vita anche se si hanno le rughe o se la camminata e'lenta.Film da non perdere!mi raccomando!
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