felicity
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sabato 30 gennaio 2021
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incerto tra artificio e realismo, sogno e realtà
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È un musical malato, The Prom, incerto tra artificio e realismo, sogno e realtà.
Murphy non sceglie una strada ma non per questo ha per forza torto. Riesce ad essere supportato dalla prova di attori ispirati, dichiaratamente narcisisti come nel personaggio di Dee Dee interpretata da Meryl Streep che però trova lo slancio di un’illusione perduta quando ricorda il primo incontro con l’ex-marito mentre sta guardando in tv Il matrimonio del mio migliore amico. O da Nicole Kidman che si muove come un angelo. O ancora, dalla prova del sempre più bravo Andrew Rannels.
The Prom è il tipo di musical – pacchiano, gridato, pieno di momenti “tutti in pista!” – che funziona meglio sul palcoscenico.
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È un musical malato, The Prom, incerto tra artificio e realismo, sogno e realtà.
Murphy non sceglie una strada ma non per questo ha per forza torto. Riesce ad essere supportato dalla prova di attori ispirati, dichiaratamente narcisisti come nel personaggio di Dee Dee interpretata da Meryl Streep che però trova lo slancio di un’illusione perduta quando ricorda il primo incontro con l’ex-marito mentre sta guardando in tv Il matrimonio del mio migliore amico. O da Nicole Kidman che si muove come un angelo. O ancora, dalla prova del sempre più bravo Andrew Rannels.
The Prom è il tipo di musical – pacchiano, gridato, pieno di momenti “tutti in pista!” – che funziona meglio sul palcoscenico. Ma vedere Ryan Murphy trasformare ogni elemento in un vacuo rumore bianco fa apparire l’esito ancora più moscio. La cinepresa non si ferma mai (ma mai), al punto che ogni singolo momento sembra richiedere un carrello, una ripresa a 360 gradi e un’inquadratura dal dolly. L’uso di una fotografia dai colori ipersaturi è una scelta visiva precisa, ma presto diventa un pugno nell’occhio. Il montaggio sembra voler tagliare tutte le battute e le gag, per dare invece spazio alle inutili smorfiette che provocano.
Questo musical dovrebbe essere una parabola di empowerment dove l’amore vince su tutto e le star liberal di Broadway riescono a cambiare il mondo, una cittadina alla volta. Il risultato è invece una specie di High School Musical con dieci doposcuola di troppo.
La scommessa di The Prom può essere estrema. Forse è un film sovraccarico. Ma parla direttamente di coming out, di influencer, di ‘immagine pubblica’ ma alla fine della necessità di essere se stessi. Alla fine forse è soltanto un sogno. Ma, malgrado qualche risveglio improvviso, si vorrebbe continuare a dormire ancora un po’ su quelle immagini.
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