rodrigo estevez
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domenica 6 giugno 2021
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i figli di papà
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Film probabilmente realizzato grazie a babbo Sergio che ha messo una buona parola. La trama non si capisce, i personaggi sono noiosi tranne, forse, quello di Popolizio. Si può guardare. Ma anche no.
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cinematorino
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lunedì 8 marzo 2021
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regia pessima, film mediocre
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Film finto, pretestuoso e pretenzioso. Si vede proprio che c'è tantissima ambizione e zero contenuto. Una storia furba che prova a raccontare, male una realtà alternativa. Una sceneggiatura che sembra scritta appositamente per condizionare lo spettatore. pare ci siano contaminazioni e scopiazzature di narratori di terzo ordine. Una regia a dir poco allucinante. Non si comprende bene dove si voglia andare, arrivare, e ritornare. Si salva qualche attore, per il resto un pessimo esordio per giovani registi tipicamente sostenuti, senza alcuna qualità. Tanta pubblicità, addirittura a Venezia, per niente.
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cevappo
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lunedì 28 dicembre 2020
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state sereni
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Una commedia senza scoregge o ingrtighi amorosi da quattro soldi, può esistere ? ma fa pure riflettere ?
Ho goduto come un pazzo, soprattuto a pensare a quei poveri spettatori ormai farciti di prodotti spiccioli ad altro contrasto che si sono ritrovati smarriti e frustrati alla ricerca di un senso, state calmi non sforzatevi troppo, relax, non agitatevi, dite semplicemente: "questo film non fa per me, non lo capisco"
Il film è bello, gli attori perfetti, l'humor nero dosato alla grande. Non vedo l'ora di beccarmi un altro lavoro del buon Pietro.
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luigi
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sabato 19 dicembre 2020
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squallido
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A Roma si dice: "m'annate a pijarvela 'nculo"
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xerox
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martedì 15 dicembre 2020
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non c''ho.......
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gabrimonza
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lunedì 26 ottobre 2020
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ma.. la trama, qual''è?
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Non avevo intenzione di andare a vedere questo film.. ci sono andato perché era l'unico in programmazione la sera del 25/10..
Sinceramente, non l'ho capito. Non ho nemmeno capito se ci fosse qualcosa da capire. Leggendo qui, pare di no..
Ad ogni modo, film godibile, vivace.. non mi sono annoiato.. Sicuramente indispensabile la scritta "fine" per capire che era terminato (o forse no?) :-)
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domenica 25 ottobre 2020
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questi esordienti
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Tutti Narcisi ? La sua recensione del film "Fortuna" ha molto in comune con quella de "I Predatori", troppo, a mio avviso. Non ho visto Fortuna, ma I Predatori si, e non ho colto la ridondanza di contenuto e forma addebitata al geniale Castellitto. Il film non presenta sbavature, al contrario, gode di una coerenza intrinseca rara per un esordiente. Il racconto è brillante, e i personaggi hanno spessori diversi, resi appunto con diversi accenti recitativi, a volte grotteschi; le loro performances, più o meno calcate, sono l'espressione di personalità assai diverse tra loro, funzionali ad un affresco a volte surreale, che tuttavia rende efficacemente l'amara realtà della capitale e dei suoi sobborghi.
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Tutti Narcisi ? La sua recensione del film "Fortuna" ha molto in comune con quella de "I Predatori", troppo, a mio avviso. Non ho visto Fortuna, ma I Predatori si, e non ho colto la ridondanza di contenuto e forma addebitata al geniale Castellitto. Il film non presenta sbavature, al contrario, gode di una coerenza intrinseca rara per un esordiente. Il racconto è brillante, e i personaggi hanno spessori diversi, resi appunto con diversi accenti recitativi, a volte grotteschi; le loro performances, più o meno calcate, sono l'espressione di personalità assai diverse tra loro, funzionali ad un affresco a volte surreale, che tuttavia rende efficacemente l'amara realtà della capitale e dei suoi sobborghi. Bravo Pietro Castellitto !!!
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valeguitar
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domenica 25 ottobre 2020
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favolacce tutte da ridere
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Folgorante esordio per il giovane Castellitto, che sembra ispirarsi alle Favolacce dei fratelli D’Innocenzo (stesse anime perse che faticano a dare un senso alla loro vita, con la differenza che in questo caso si ride), in un racconto corale che può addirittura ricordare Robert Altman (per la logica dei “destini incrociati” dei personaggi). Da anni predico che il cinema italiano ha bisogno di un’iniezione di vitalità, e inaspettatamente arriva da un men che trentenne che aveva ben poco entusiasmato nelle sue precedenti prove attoriali. Non so se dietro di lui ci sia la “longa manus” di papà Sergio (o anche di mamma Margaret), ma poco importa, ciò che conta è il risultato.
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Folgorante esordio per il giovane Castellitto, che sembra ispirarsi alle Favolacce dei fratelli D’Innocenzo (stesse anime perse che faticano a dare un senso alla loro vita, con la differenza che in questo caso si ride), in un racconto corale che può addirittura ricordare Robert Altman (per la logica dei “destini incrociati” dei personaggi). Da anni predico che il cinema italiano ha bisogno di un’iniezione di vitalità, e inaspettatamente arriva da un men che trentenne che aveva ben poco entusiasmato nelle sue precedenti prove attoriali. Non so se dietro di lui ci sia la “longa manus” di papà Sergio (o anche di mamma Margaret), ma poco importa, ciò che conta è il risultato. Un film che, finalmente, si distingue dalla media, pieno di idee e di trovate divertenti; impiega una ventina di minuti a carburare e poi prende il largo, con il culmine nella cena di famiglia per il compleanno della nonna, inarrivabile. Forse esagero con le 5 stelle, ma voglio dare il massimo proprio per lo stupore di essermi trovato di fronte a questo oggetto strano ma scoppiettante, vivo e pieno di energia. Qualcosa di simile mi era successo solo con l’ormai leggendario “Clerks – Commessi” di Kevin Smith nel 1994, stesso effetto sorprendente e spiazzante. Se riuscite andate a vederlo prima dell’imminente chiusura dei cinema, giovedì 22/10/2020 la seconda psicosi-covid era già in atto ed eravamo 8 in una sala da 200 posti...in alternativa scaricatelo a pagamento, ma sostenete il giovane Castellitto perché se lo merita. Concludo tributandogli un sincero “chapeau”, se andrà avanti così il cinema italiano dovrà fare i conti con lui.
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sabato 24 ottobre 2020
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un film noiosissimo!
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Non commento il testo di Paola Casella, ma ci tengo a dire che sarei andato via dopo un quarto d'ora se non pioveva... Gennaro Oliviero
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maramaldo
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venerdì 23 ottobre 2020
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maceriamoci ancora un po''
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Diverte negli assolo degli interpreti. Dovete, però, fare i conti con un Pietro Castellitto, con il suo pensiero, una variante di quello "debole": Nietzsche, morto "vergine" ossia non potè fecondare altro che gente tra cui anche chiacchieroni esaltati. Tra di loro si colloca a buon diritto il protagonista (Federico).
Sguardo sulla maledetta periferia. Senza pietà e senza speranza, che può venir fuori dalla sua fauna? Quella deriva, poi... Ebbero miglior sorte i "ragazzi di vita" di Pasolini e di Citti. Oggi si recano a Ballando con le Stelle.
Se ne arroga il merito quella società che, in decomposizione, qui si rimira quasi narcisista e con l'abusiva pretesa di decoro.
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Diverte negli assolo degli interpreti. Dovete, però, fare i conti con un Pietro Castellitto, con il suo pensiero, una variante di quello "debole": Nietzsche, morto "vergine" ossia non potè fecondare altro che gente tra cui anche chiacchieroni esaltati. Tra di loro si colloca a buon diritto il protagonista (Federico).
Sguardo sulla maledetta periferia. Senza pietà e senza speranza, che può venir fuori dalla sua fauna? Quella deriva, poi... Ebbero miglior sorte i "ragazzi di vita" di Pasolini e di Citti. Oggi si recano a Ballando con le Stelle.
Se ne arroga il merito quella società che, in decomposizione, qui si rimira quasi narcisista e con l'abusiva pretesa di decoro.
Altra qualità di questo lavoro, il linguaggio, giovane. Non dice nulla o nulla di nuovo ma con freschezza e leggerezza (la poesiola di Teresa, chi l'ha scritta? dove trovo il testo? c'è un video?).
Lodato e raccomandato, ancora un film che non piace a nessuno, benpensante o malpensante. Senza il coraggio di dirlo apertamente.
Richiamiamo, allora, la vispa Teresa (deliziosa Giulia Petrini) e la sua gestualità. Vi basti.
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